Dieci ospedali solo per il virus Una trincea contro l'avanzata

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Venerdì 13 Marzo 2020, 05:05
L'EPIDEMIA
ANCONA Oramai è tutto un rincorrersi di numeri e soluzioni, in un continuo e drammatico gioco al rialzo in cui la sanità marchigiana resiste grazie all'eroismo quotidiano di medici, infermieri e altri operatori. I loro sguardi, che spuntano da dietro gli occhiali protettivi avvolgenti con cui si difendono dall'infezione, ricordano sempre più quelli dei soldati nelle trincee della Grande guerra che indossavano maschere antigas.
La nube avvelenata
Perché l'epidemia avanza come una nube avvelenata (592 casi positivi in regione nell'ultimo aggiornamento) e per affrontare le nuove ondate di contagi la Regione sta approntando in gran fretta ben 10 Covid Hospital dedicati interamente all'emergenza, più altri due plessi negli ospedali di Ancona-Torrette e Macerata, che per le loro dimensioni e i servizi di assistenza cruciali (si pensi al dipartimento delle emergenze di Torrette) non potevano essere riservati solo ai pazienti infetti.
Il numero dei ricoverati da Coronavirus nelle Marche già ieri mattina era salito a quota 330, avvicinandosi come un'onda di piena all'argine rinforzato lunedì scorso dalla giunta Regionale, con l'approvazione del piano d'emergenza che destinava agli infettati dal Covid-19 ben 408 posti letto (tra esistenti e da ricavare negli ospedali marchigiani entro una settimana), 59 dei quali nelle terapie intensive e 67 nelle subintensive. Già pareva tantissimo, per una Regione che fino a tre settimane fa, prima che l'epidemia di affacciasse nelle Marche, aveva a disposizione in tutti gli ospedali, per le esigenze ordinarie, 114 posti di Rianimazione e 59 in Malattie infettive. Ma non bastava, perché con questi ritmi di contagio la rete degli ospedali marchigiani avrebbe retto ancora qualche giorno, non un'altra settimana intera.
Alzare la diga
Così ieri la giunta Ceriscioli ha cercato di alzare ancora la diga per proteggersi dallo tsunami che avanza, approvando un'integrazione al piano di emergenza che per il moltiplicarsi dei bisogni assistenziali, avrà bisogno di molti Covid Hospital. Oltre all'ospedale di Camerino, che già domenica scorsa era stato svuotato dei pazienti già ricoverati e riconvertito per malati Covid in terapia intensiva e subintensiva, e ai due individuati per i pazienti post critici (Fossombrone e Chiaravalle) vengono dedicati interamente all'emergenza Coronavirus gli ospedali di Pesaro Marche Nord (è già in corso il trasferimento dei pazienti non Covid a Fano), Senigallia, il Carlo Urbani di Jesi, la palazzina Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di più una parte di Rianimazione (in tutto cento posti destinati a crescere), Il Geriatrico Inrca di Ancona, parte di Macerata, gli ospedali di Civitanova, Fermo e San Benedetto del Tronto. Tutte strutture ospedaliere pubbliche «tenute a garantire le necessarie attività assistenziali rivolte ai pazienti Covid-19 positivi», informava ieri la Regione Marche. Un ruolo particolare, in questa trincea difensiva, è riservato al Punto Nascita di Civitanova, che garantirà percorsi sicuri ed isolati, oltre a supporto specialistico infettivologico, per le donne in gravidanza, positive per Covid-19, che necessitano di ricovero in ambiente ostetrico-ginecologico. Fuori dall'emergenza Coronavirus invece l'ospedale materno-infantile Salesi di Ancona, che continuerà a svolgere il suo ruolo di riferimento regionale per i pazienti in età pediatrica non Covid.
Verranno dedicati solo ai pazienti Non Covid-19 gli ospedali di Urbino, Fano, Fabriano, Amandola e Ascoli Piceno, oltre a specifiche aree operative degli Ospedali Riuniti di Ancona e della struttura di Macerata. La riconversione degli ospedali, con il trasferimento in altre strutture di pazienti non contagiati, dovrà essere velocissima, perché la calata dell'epidemia verso sud non concede tregua. E per ricavare il massimo dei posti - e del personale specializzato - saranno coinvolte anche le cliniche private della regione: ospiteranno i pazienti non infetti che ora occupavano reparti lungodegenza, malattie internistiche o post chirurgici degli ospedali pubblici.
I ventilatori
Ma quanti posti in più si ricaveranno con questo nuovo assetto? Ieri ancora non si facevano calcoli, dipenderà anche da quanto arriveranno in fretta i 120 ventilatori destinati alle Marche per le terapie intensive. «Dobbiamo essere veloci ad anticipare le nuove necessità», dice ormai da giorni ormai il governatore Luca Ceriscioli, annunciando una trincea che durerà almeno fino a tutta la prossima settimana. I nuovi Covid Hospital sicuramente serviranno a guadagnare giorni preziosi, in attesa che la curva del contagio sia frenata dai decreti all'insegna del tutti a casa.
Lorenzo Sconocchini
Andrea Taffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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