Cento euro per i massaggi hard Due arresti, 50 ragazze squillo

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Mercoledì 2 Ottobre 2019, 05:05
L'INDAGINE
ANCONA La missione aziendale, declinata sul sito web della Kundalini Group, era quella di eliminare «in modo netto il concetto che un massaggio Tantra è un surrogato di un rapporto sessuale». Chi pensa che farsi fare un massaggio tantrico sia «come andare da una prostituta» prende un abbaglio. Sia mai, tutti luoghi comuni. Ma poi bastava inserire in un qualsiasi motore di ricerca i numeri di cellulari abbinati ai 9 centri aperti da nord a Sud, da Curtatone a Barletta passando per Ancona e Porto d'Ascoli, per ritrovarsi in un sito di escort dove si propongono incontri ravvicinati di tutti i tipi, con tanto di immagini di grovigli di corpi nudi, con ragazze «appassionate e specializzate» pronte a dedicarsi al cliente «al fine di stimolare e aprire le porte d'accesso alla sua sensorialità più profonda».
Cosa ci fosse davvero, dietro l'attività dei centri benessere specializzati in massaggi Tantra e olistici gestiti da una coppia di coniugi foggiani, l'hanno svelato gli investigatori della Squadra mobile di Ancona, dopo aver fiutato che nel centro massaggi aperto dalla coppia in via Strada Vecchia del Pinocchio 26/b, zona Baraccola, i clienti non cercavano solo massaggi rilassanti. In quasi due anni di indagini, con filmati hard ripresi dalle spycam piazzate nei centri e intercettazioni telefoniche, i detective hanno fatto emergere un giro di prostituzione camuffato dietro l'apparenza di ambienti puliti e profumati dagli oli essenziali e di una terminologia asettica che definiva cabine delle alcove con materassi sul pavimento dove ragazze nude, per 100 euro a massaggio, si strofinavano addosso ai clienti fino a procurare l'orgasmo, lasciandosi anche masturbare, pur senza concedersi a rapporti sessuali completi.
La moglie ai domiciliari
L'inchiesta della Mobile, denominata Operazione Vishuddha, dal nome del centro aperto ad Ancona dal 2016, è finita con l'arresto di moglie e marito: Nunzio Michele Acella, 40 anni, in carcere da lunedì mattina a Foggia, e Maria De Vincenzo, 36, messa ai domiciliari nella sua abitazione foggiana. Sono accusati entrambi di concorso in induzione alla prostituzione e sfruttamento della prostituzione esercitata nei loro centri benessere, intitolati con nomi in sanscrito che rimandano per lo più ai vari chakra, i centri di energia che secondo alcune filosofie orientali presiedono alle funzioni del corpo umano. Erano moglie e marito, secondo la ricostruzione del pm Daniele Paci, a reclutare ragazze tra i 20 e i 30 anni, tutte italiane, con annunci sul web in cui si prometteva un'assunzione a tempo indeterminato come massaggiatrici, un reddito lordo annuo di 30mila euro oltre alla formazione professionale e all'alloggio.
Le più belle, una cinquantina che si alternavano nei vari centri, dopo l'assunzione come segretarie venivano addestrate alle pratiche più spinte del massaggio total body, con l'obiettivo di procurare ai clienti piacere sessuale e non rilassamento. Ogni 100 euro incassati per un massaggio, secondo la ricostruzione della Mobile, 40 andavano alla ragazza squillo e 60 ai coniugi Acella, che potevano arrivare a guadagnare anche 20mila euro al mese, al netto delle spese per la gestione dei centri massaggi, alcuni di proprietà e altri in affitto. Almeno 15 massaggiatrici, tra cui diverse anconetane impiegate fuori provincia, sono state già sentite a verbale. «Nessuna è stata costretta o minacciata, quando hanno capito di che si trattava alcune se ne sono andate, ma diverse ragazze avevano così bisogno di lavorare che si sono dovute adattare», hanno spiegato in conferenza stampa il capo della Squadra Mobile di Ancona Carlo Pinto e il dirigente dello Sco Francesco Monterisi.
Il reato associativo
La Procura addirittura aveva chiesto sei arresti, ipotizzando l'associazione per delinquere, ma il gip Sonia Piermartini ha concesso misure cautelari diversificate senza ravvisare il reato associativo. L'accusa di sfruttamento della prostituzione (non l'induzione) viene contestata in concorso anche a quattro italiane tra i 32 e i 39 anni, delegate dal capo indiscusso Acella alla gestione di alcuni centri, consapevoli a loro volta che i massaggi fossero a sfondo sessuale. Per tre di loro, al lavoro nelle sedi di Ancona, Faenza e Pescara, il gip ha disposto l'obbligo di dimora, mentre per la quarta, tenutaria del centro di Barletta, non è stata applicata alcuna misura cautelare perché la donna, che resta indagata, era uscita dal giro per le sue condizioni di salute. Gli altri centri messi sotto sequestro con un maxi-blitz scattato lunedì in cinque regioni italiane, mentre diversi clienti erano già in sala d'aspetto, si trovano a San Benedetto del Tronto (L'Anahata Terme di via del Lavoro 27, località Porto d'Ascoli) Curtatone (Mantova), San Giovanni in Marignano (Rimini), Ponte Ronca (Bologna) e Foggia.
Lorenzo Sconocchini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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