Calbucci: «È impossibile controllare tutti i clienti»

2 Minuti di Lettura
Sabato 20 Luglio 2019, 05:04
L'INTERVISTA
ANCONA Da una parte c'è la volontà di organizzare eventi a pochi passi dal mare e a entrata libera per rafforzare la movida di Palombina. Dall'altra, lo spettro degli intoppi burocratici e, soprattutto, la paura di poter incombere in sanzioni o, peggio, nella sospensione della licenza del locale in caso avvengano episodi giudicati dalle forze dell'ordine problematici per la sicurezza pubblica. L'incudine, il martello e il rebus del comportamento dei fruitori della spiaggia, spesso giovanissimi che entrano nei locali già provati da una sequela di drink ingurgitati poco prima.
Marco Calbucci, presidente Co.Ba (Cooperativa bagnini di Palombina), cosa deve fare il gestore di uno chalet per tutelarsi e cercare di non avere guai quando organizza feste?
«La questione è complessa e di difficile soluzione, perché bisogna partire dal presupposto che la spiaggia è aperta. Magari c'è un ragazzo che fa serata in uno chalet, poi si allontana, va a bere da un'altra parte, si ubriaca, torna al locale di partenza e smaltisce la sbornia a pochi passi da questo. Gli operatori non possono arrivare a controllare tutte le persone che stanno attorno al loro locale. Servirebbe un servizio di vigilanza privato, una addetto alla sicurezza che stia all'ingresso dello chalet e che controlli le entrate e le uscite».
E I costi di gestione del locale aumenterebbero a dismisura.
«Proprio così e gli operatori fanno fatica a permetterselo. Pagare una persona tutta la notte è un costo quasi insostenibile. Piuttosto, gli stabilimenti potrebbero collaborare per avere una vigilanza collettiva. Ma è anche vero che non tutti i locali organizzano feste».
Con una clientela incontrollabile e il pericolo di vedere episodi di violenza, il rischio è proprio quello di non riuscire più a organizzare party a Palombina.
«È vero. Ripeto, è un problema complesso e non è riferibile solo agli chalet, ma a tutta la spiaggia di Palombina».
In che senso?
«Ci sono tante persone che non entrano nei locali e che fanno quello che vogliono. A notte fonda, quando magari ci sono le serate, la spiaggia è in balia degli scalmanati e diventa una valvola di sfogo per i vandali e per chi deve smaltire la sbornia. Se un vigilante si mettesse a guardia di un locale e respingesse un ragazzo all'ingresso, tanto questo poi va in spiaggia e il problema si sposta al concessionario più vicino. Proprio quello che magari chiude prima è lo stesso che viene più colpito da queste persone, trovandosi magari la mattina successiva a fare la conta dei danni subiti».
Allora quale è la soluzione maggiormente praticabile?
«Servono più controlli delle forze dell'ordine. Non devono venire solamente quando viene segnalato un problema dagli operatori. Qui non si vede mai nessuno. Bisogna vigilare la spiaggia. Solo la divisa e un controllo costante possono rappresentare un deterrente nei confronti di quelle persone che scorrazzano lungo la spiaggia».
f. ser.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA