Assalto al distributore sull'asse Pestaggio e fuga con 70mila euro

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Martedì 21 Maggio 2019, 05:05
L'AGGUATO
ANCONA Non gli hanno dato nemmeno il tempo di gridare aiuto. Come ha aperto bocca, l'hanno scaraventato giù dalla sedia e picchiato selvaggiamente. Calci e pugni anche quando era a terra. L'hanno colpito alla testa con un oggetto, forse una pinzatrice che era sulla scrivania, poi analizzata dalla Scientifica alla ricerca di possibili tracce. Perché sembra che i banditi, tre individui smilzi, vestiti di scuro e incappucciati, abbiano agito senza guanti. E allora, l'unica speranza di catturarli è legata al rinvenimento di impronte digitali e all'analisi delle immagini riprese dall'impianto di videosorveglianza della zona, anche se i malviventi avevano pianificato con attenzione il colpo: sapevano dove passare per non farsi immortalare dalle spycam.
Indaga la polizia, intervenuta con gli agenti delle Volanti e della Squadra Mobile. «Ho ancora la visione di quei tre che mi si sono parati davanti all'improvviso, è stato terribile». E' sotto choc Vincenzo Silvestri, quarant'anni da compiere, pugliese di Molfetta, responsabile della catena di distributori Ancoil. Alle 6,30 era appena entrato nel suo ufficio nell'area di servizio lungo l'Asse nord-sud, l'ultima in direzione Baraccola. I banditi sapevano tutti di lui, dei suoi orari, dell'abitudine di portare con sé l'incasso da consegnare al portavalori che ogni giorno passa a ritirare i soldi. C'erano più di 70mila euro dentro le due buste sigillate che il titolare, sceso dall'auto, aveva appoggiato sul pavimento dell'ufficio. Erano l'incasso del weekend di cinque distributori gestiti ad Ancona, più un sesto a Monteporzio, nel Pesarese.
Magliette come passamontagna
Mentre stava per sistemare il denaro nel cassetto di sicurezza, è piombata la gang. «Erano in tre, incappucciati - racconta la vittima -. Avevano dei passamontagna, ma sembravano magliette ritagliate all'altezza degli occhi. Erano vestiti di scuro. Io ero seduto dietro la scrivania, loro si sono avvicinati, non saprei dire se fossero italiani o stranieri perché non hanno pronunciato nemmeno una parola. Uno si è portato l'indice al naso per farmi capire che dovevo stare zitto. Io invece ho urlato. Speravo che qualcuno mi aiutasse, ma nel piazzale non c'era nessuno. Ho provato a respingerli, ma non ce l'ho fatta. Mi hanno spinto e buttato giù dalla sedia. Hanno continuato a picchiarmi anche quando ero a terra. Non erano armati. Mi hanno dato un calcio in faccia perché mi usciva del sangue dalla bocca e mi hanno colpito alla testa, forse con una pinzatrice presa dalla scrivania. Poi hanno afferrato le buste con i soldi e sono scappati a piedi. Mi sono rialzato e li ho visti andare via dal retro».
Meno di due minuti
Una rapina-lampo, durata meno di due minuti. I banditi hanno rubato anche una cassettina con gli spiccioli e un borsello in cui erano custoditi il portafoglio della vittima, contenente 150 euro, un bancomat e i documenti personali, tre assegni da girare a clienti e tutte le chiavi delle colonnine self service dei 6 distributori Ancoil. «Dovremo sostituire tutte le serrature», dice sconsolato il titolare che, dopo aver subìto l'aggressione, ha chiesto aiuto alla proprietaria del bar accanto, mentre al telefono avvisava i colleghi e la polizia. «Io ero al bancone, ho sentito gridare, ma non sono uscita - racconta Susy De Bernardo, titolare del bar Al punto giusto -. Ho visto entrare Vincenzo, impaurito e frastornato. Diceva di essere stato rapinato. Gli ho dato dell'acqua zuccherata, l'ho fatto sedere e mi sono accorta che aveva una ferita sulla nuca, di cui lui non si era reso conto. Dopo sono arrivati i suoi colleghi, i poliziotti e il 118». L'imprenditore è stato portato al pronto soccorso, da cui è stato dimesso in mattinata con pochi giorni di prognosi: aveva una ferita alla testa e una contusione al polso. Secondo una prima ricostruzione della polizia, i banditi avrebbero fatto irruzione dal retro, attraverso un passaggio pedonale che porta in via Miglioli.
Il complice sul retro
Probabilmente è lì che un quarto complice li stava aspettando a bordo di un'auto, pronta a partire a tutto gas col malloppo. Tuttavia, non ci sono testimoni: nessuno ha visto niente. Inoltre, i rapinatori sarebbero passati attorno al perimetro del box-ufficio del distributore, in modo da non essere incastrati dalle spycam. L'unica che potrebbe averli ripresi è quella che inquadra proprio il retro del piazzale, con uscita su via Miglioli. La beffa si è concretizzata attorno alle 10,45, quando all'Ancoil sull'Asse è arrivata la vigilianza per il ritiro dell'incasso. Troppo tardi: i banditi si erano già portati via tutto.
Stefano Rispoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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