ANCONA
Per l'Inps quella di ieri è stata una giornata campale, con il sito

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Giovedì 2 Aprile 2020, 10:43
ANCONA
Per l'Inps quella di ieri è stata una giornata campale, con il sito andato in crash per l'enormità di richieste di sussidi arrivate da tutta Italia, Marche comprese. Numeri da far tremare qualsiasi sistema informatico che non aveva fatti bene i conti con l'afflusso di dati che si sarebbe inevitabilmente riversato in Rete: fino a 300 domande al secondo per ottenere per l'indennità Covid di 600 euro. Come se non bastasse, ci si sono messi gli hacker e la fuga di dati sensibili - che ha riguardato anche utenti marchigiani - ad innescare una polemica nazionale che resterà negli annali. Durante il caos romano il sito dell'Inps regionale era inaccessibile. La motivazione: chiusi «per consentire una migliore e più efficace canalizzazione delle richieste di servizio». Con la rassicurazione finale: «Tutti gli aventi diritto potranno utilmente presentare la domanda per l'ottenimento delle prestazioni».
I distinguo
Fabio Vitale, direttore regionale Inps Marche, ha ricomposto il puzzle di una giornata da dimenticare: «Il caos non ha riguardato le sedi territoriali, perché tutta la gestione delle indennità per partite Iva, lavoratori con contratto coordinato e continuativo, iscritti all'Assicurazione generale obbligato e gli stagionali del turismo, del settore agricolo e dello spettacolo, vengono gestite da Roma. Un accentramento dovuto al fatto che per queste misure esiste un plafond del Governo da gestire in maniera unitaria». Fabio Vitale è in contatto continuo con i direttori provinciali delle Marche, per tenere sotto controllo la situazione rispetto a tutto il lavoro che l'Istituto sta approntando per fronteggiare l'emergenza Covid e sostenere i lavoratori.
L'iter
«Gestiamo tutta la parte delle domande di cassa integrazione ordinaria e per il fondo di integrazione salariale - sottolinea il direttore regionale - abbiamo attivato in tutto il territorio 43 presidi telefonici mobili: 12 a Pesaro, 12 ad Ancona, 8 a Fermo, 5 ad Ascoli e 6 a Macerata. Riusciamo a smaltire la stragrande maggioranza delle richieste». Martedì, primo giorno utile per inoltrare le domande per la cassa integrazione, all'Inps sono arrivate duemila richieste, che riguardano qualcosa come 990 aziende. Nel dettaglio: per la provincia di Ancona piovute 600 domande per 300 aziende, per Ascoli 260 domande per 170 aziende, per la provincia di Fermo 200 domande per 170 aziende, per Macerata 350 per 198 aziende e per la provincia di Pesaro Urbino 460 domande per 215 aziende. «Gli utenti che si rivolgono ai nostri presidi telefonici - chiarisce ancora Vitale - chiedono per lo più il rilascio di Pin di accesso, le indennità di 600 euro per le partite Iva e per la baby sitter, i congedi parentali». Arrivano richieste per approfondire la possibilità di usufruire della cassa integrazione e sono tante le chiamate dalle lavoratrici domestiche che sono state escluse da qualsiasi indennità e attualmente senza una retribuzione.
I contatti
«Attualmente la situazione è ancora sotto controllo, ma mi riferiscono che il termometro della tensione sociale sta salendo - prosegue il direttore Inps Marche - cresce l'incertezza per il futuro. Oltre alla Cig, dobbiamo anche inserire i Fondi integrativi salariali che vanno a coprire quelle categorie professionali e produttive che non rientrano all'interno della cassa integrazione». Nella piattaforma che si è aperta martedì per la presentazione delle domande di Cig in deroga «c'è una disponibilità governativa di 33 milioni, più altri 27 milioni che rappresentano l'avanzo di una precedente cassa integrazione da sommare con altri 50 milioni che lo Stato è pronto ad inserire. Per un totale di 100 milioni». Capitolo microaziende. L'Inps Marche ha ricevuto 5.500 domande di congedi parentali: «Di queste 5.300 circa a pagamento a conguaglio (azienda) e il rimanente con pagamento diretto (Inps)».
Maria Teresa Bianciardi
Andrea Taffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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