ANCONA «In questi casi, non c'è mai una decisione giusta o sbagliata.

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Domenica 22 Ottobre 2017, 05:00
ANCONA «In questi casi, non c'è mai una decisione giusta o sbagliata. Tutto va calato nel contesto scuola-famiglia, dove i fattori da prendere in considerazione sono molteplici. Proprio per questo, non credo che di fronte a una situazione del genere possa intervenire la burocrazia. Bisogna uscire dalle carte e fermarsi a valutare il processo di crescita del bambino, chiedendosi cosa sia meglio per lui».
Così il dottor Cesare Cardinali, specialista in Neuropsichiatria Infantile, sull'opportunità di mettere in discussione in un'aula di tribunale le decisioni prese dal consiglio di classe.
Dottore, nel caso specifico ha deciso il Tar. Che idea si è fatto?
«La collaborazione tra la scuola e la famiglia deve uscire da un discorso di tipo giuridico. Questo perché le garanzie educative di un bambino o di un ragazzo non possono dipendere da fattori burocratici. Il tribunale, quindi, non dovrebbe entrare nel merito di una decisione presa dalla scuola e che ha un valore specifico nella formazione della persona. Alla base di tutto c'è sempre una sola domanda: qual è l'interesse prioritario del bambino?».
Come si risponde a questo quesito?
«Bisogna sempre capire la persona che si ha davanti. E questo non lo si può fare guardando semplicemente le carte o analizzando la situazione dall'esterno. Davanti ai problemi, è necessario fermarsi, discutere e capire qual è la soluzione giusta. A farlo, devono essere la scuola e la famiglia».
Quanto è importante la loro sintonia per lo sviluppo infantile?
«È fondamentale. Istituto scolastico e famiglia devono parlare, parlare e parlare. Tra le due parti deve esserci fiducia reciproca perché hanno entrambi un obiettivo comune: il bene del bambino».
Di fronte all'ipotesi bocciatura alla elementari, c'è una precisa strada da perseguire?
«In linea di massima e da un punto di vista teorico, è preferibile far andare avanti l'alunno per non fargli perdere il contatto con l'ambiente in cui si è inserito. Ricominciare in un contesto nuovo potrebbe anche essere difficoltoso, ma dipende da fattori come il carattere, la socialità e l'accoglimento da parte della nuova classe. Ma non sempre i cambiamenti sono negativi. Nel caso di una diagnosi esatta che rileva la presenza di alcuni disturbi, la bocciatura può anche avere un senso. Però non ci sono decisioni giuste o sbagliate. Bisogna calarsi nel contesto per analizzare tutti gli elementi in gioco. Per questo motivo dico che certe scelte non possano essere espresse dalla burocrazia».
fe. ser
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