Aggredita da tre balordi ubriachi approccio hot, poi schiaffi e pugni

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Giovedì 18 Aprile 2019, 05:05
L'EMERGENZA
ANCONA «Ehi, ti va di divertirci a casa tua?». Poi l'hanno accerchiata e rapinata. Notte di paura e di lacrime in corso Amendola, quelle versate da una 33enne nigeriana che ha vissuto momenti di terrore quando si è vista circondata da tre balordi che, in preda ai fumi dell'alcol, hanno tentato anche un approccio sessuale e, fra tante scuse, sono riusciti a strapparle di mano un cellulare prima di darsi alla fuga.
Le manette
La polizia, con un intervento tempestivo, ne ha arrestati due in piazza Cavour, mentre provavano a nascondersi e a opporsi alle manette con calci e pugni verso gli agenti delle Volanti. Si tratta di un 22enne anconetano, disoccupato (A.B. le iniziali) e un operaio di 24 anni del Burkina Faso (A.M.) domiciliato in città e richiedente asilo, che in questura ha dato il peggio di sé, urlando: «Siete dei razzisti, ve la prendete con me perché sono nero!». Anche quando la sbornia è passata, ieri mattina ha continuato a dare spettacolo in tribunale, ritenendosi vittima della situazione, tant'è che la direttissima è stata interrotta per alcuni minuti per il suo forte stato di agitazione. Il giudice, nonostante tutto, nel convalidare gli arresti, ha rimesso in libertà sia lui (col solo divieto di dimora ad Ancona), sia il compagno di bravate (senza misura cautelare), in attesa del processo in cui dovranno rispondere di rapina, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, se la vittima si farà refertare.
La triade
Nel frattempo, gli investigatori delle Volanti, coordinati dal capo Cinzia Nicolini e dal vice Franco Pechini, sono risaliti all'identità dell'ultimo componente della triade della paura: è un 25enne, pure lui del Burkina Faso, residente in provincia e per ora solo denunciato perché non è stato possibile rintracciarlo. Sarebbe stato proprio lui a strappare materialmente il cellulare - un Samsung del valore di 250 euro - dalle mani della vittima, intercettata dal gruppetto di ubriachi l'altra notte, attorno all'una e mezza, in corso Amendola, alle spalle del ristorante Il Giardino. La nigeriana stava tornando a casa dopo il turno di lavoro quando le si sono parati di fronte i tre balordi che l'hanno fermata con una scusa: «Dove troviamo un albergo a pochi euro?». Poi le hanno domandato se avesse una sigaretta e infine se potessero salire a casa con lei per un'esperienza hot. «Ti va di spassarcela insieme?». All'ennesimo rifiuto, le hanno chiesto l'ora ed è a quel punto che l'hanno assalita, rubandole lo smartphone che aveva estratto dalla borsa. La donna non si è data per vinta: coraggiosamente ha afferrato per la maglia uno dei malviventi fino a strappargliela, ma poi è stata colpita con schiaffi, pugni e ripetutamente con un oggetto telescopico sulle mani, forse un manganello o un bastone per i selfie (che non è stato rinvenuto). Così quelli sono riusciti a darsela a gambe.
Le ricerche
La parte finale della scena da brividi è stata notata da alcuni residenti, attirati dalle urla della poveretta. Uno, in particolare, è stato prezioso nelle ricerche della polizia perché ha contribuito a riconoscere e far arrestare due dei soggetti, rintracciati nella notte in piazza Cavour. Non c'è pace nel quartiere Adriatico. Questo episodio, il più grave, è la ciliegina su una torta avvelenata, fatta di furti in serie che hanno messo in ginocchio le attività della zona. Sette colpi in cinquanta giorni: la bilancia della sicurezza pende dalla parte dei malviventi che assediano il rione più in del capoluogo. Potrebbero esserci dei tossicodipendenti, forse sempre gli stessi, dietro la scia di spaccate avvenute tra febbraio e i primi di aprile.
I precedenti
Nel mirino soprattutto le attività commerciali, come la bottega Mangio Ergo Sum che è stata visitata addirittura due volte in un mese e mezzo, per la disperazione della titolare che, oltre ai danni alla struttura, si è vista portar via soldi, generi alimentari e vini pregiati. I ladri si accontentano spesso di pochi spiccioli e questo induce gli investigatori a credere che si tratti di tossici o sbandati. Per esempio, hanno rubato una cinquantina di euro in un ortofrutta di via Maratta, mentre nella pizzeria Al Sorriso di via Damiano Chiesa sono entrati, senza trovare nulla da portar via. Si sono intrufolati pure nella segreteria dello stadio Dorico per arraffare gli incassi delle partite di calcio del P73, polisportiva di Pietralacroce. Non hanno risparmiato neppure le scuole De Amicis, in cui hanno scassinato i distributori automatici e saccheggiato l'aula di informatica per asportare alcuni computer.
Stefano Rispoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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