Welfare, scuola, arte e ricerca: un aiuto concreto che vale 10 miliardi

Welfare, scuola, arte e ricerca: un aiuto concreto che vale 10 miliardi
di Mario Baroni
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Mercoledì 30 Settembre 2020, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 10:10
L’assenza di un vero Welfare State e di un forte beneficio fiscale, in aggiunta ai grandi patrimoni privati personali e d’impresa, sono i fattori che hanno contraddistinto da sempre la filantropia sociale negli Stati Uniti. Un’esperienza spesso raccontata e percepita come non proponibile per le nostre condizioni nazionali. Eppure, nell’ultimo decennio è cresciuta l’attenzione e anche in Italia ha preso slancio il dibattito sul ruolo che possono svolgere gli enti filantropici, in relazione a particolari processi di rinnovamento che investono i sistemi di welfare per provare a mettere in campo nuove risposte e soluzioni alle sfide del presente e ai bisogni delle persone e delle comunità. Il tema “filantropia” è peraltro entrato a pieno titolo nel dibattito finanziario. Lo scorso anno l’Associazione del Private Banking (Aipb) ha edito un volume di Paola Pierri, che aveva per titolo proprio “Filantropia”. L’immagine forte, positiva e virtuosa che accompagna, a buon diritto, il mondo del volontariato e della cooperazione sociale «prevale nettamente nell’immaginario che circonda il non profit, emarginando il mondo della filantropia che viene percepito come elitario, remoto, esclusivo, e stenta a essere riconosciuto come patrimonio di molti per essere invece avvertito come privilegio di pochi». Paola Pierri se lo spiega anche con la cultura antagonista che vede ancora il denaro come «sterco del diavolo».

L'evoluzione

Qualcosa sta cambiando? Sì, anche se forse troppo lentamente. Di certo le attività benefiche svolte dalle Fondazioni bancarie sono una componente filantropica riconosciuta da tempo. «Nonostante il forte incremento dell’avanzo d’esercizio 2019 – segnala l’Acri – si registra una diminuzione delle erogazioni, essendo queste oramai in prevalenza effettuate sulla base dell’avanzo dell’esercizio precedente». In cifre nel 2018 le erogazioni ammontavano a 1,025 miliardi di euro, nel 2019 sono scese dell’11,1% a 911 milioni, una cifra cui corrisponde un tasso di erogazione del 2,3% sul patrimonio medio dell’insieme delle Fondazioni.  In totale sono state finanziate 19.378 iniziative (-3,5%). Al settore Arte, Attività e Beni culturali sono stati destinati 240,6 milioni di euro, (pari al 26,4% delle somme erogate), risorse utili a finanziare 7.143 interventi (corrispondenti al 36,9% del numero totale). Seguono “Volontariato, Filantropia e Beneficenza”, con 131,7 milioni di euro e 2.194 iniziative; “Ricerca e Sviluppo”, con 130,4 milioni di euro e 1.169 interventi; “Assistenza sociale”, con 91,6 milioni e 1.915 interventi (il 10,1% degli importi totali e il 9,9% del numero di interventi).

Lo studio

Meno abituale lo sguardo alle Fondazioni d’impresa, cui è stato dedicato un recente studio promosso dal sistema confindustriale, attraverso Fondazione Bracco e Sodalitas, in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare. «Abbiamo mappato 111 fondazioni – spiegano i curatori della ricerca – con sede in Italia, fondate tra il 1963 e il 2018: 40 fondazioni sono state fondate dopo il 2005.
Il 45% si trova in Lombardia; segue il Lazio con il 13% delle fondazioni censite. Tra le città dominano Milano con il 25% delle fondazioni e Roma con il 13%. Si conferma quindi una situazione di squilibrio territoriale, con una concentrazione delle fondazioni di impresa nell’Italia settentrionale, dove si trova il 72% delle fondazioni, valore che scende al 24% al Centro, al 3% al Sud, all’1% nelle Isole». I dati dell’indagine suggeriscono come le Fondazioni d’impresa si stiano delineando come player attivi soprattutto a livello locale o nazionale. Gli interventi ovviamente possono essere molteplici e sovrapposti (per cui il totale delle percentuali supera 100): il principale orizzonte di intervento è il territorio nazionale nella sua interezza (76%). Seguono gli interventi mirati a livelli territoriali , nei quali ha sede la fondazione (47%). Meno di un quarto delle Fondazioni d’impresa operano invece in Paesi sviluppati (24%) e in Paesi in via di sviluppo (19%). La filantropia è emersa e si sta affermando come uno dei bacini alternativi di reperimento di risorse, capace di sfruttare esperienze e modalità di intervento che producano un cambiamento – o un impatto – sociale tangibile, costruendo legami con il mondo delle aziende e della finanza altrimenti impensabili. In Italia, ogni anno la filantropia veicola fra 9 e 10 miliardi.

L'apporto

Il contributo specifico delle fondazioni d’impresa non è legato solamente al capitale aggiuntivo ma quanto più alle conoscenze, alle modalità e al know how che questi soggetti sono in grado di portare soprattutto all’universo del Terzo Settore che ancora oggi spesso accusa una mancanza di competenze gestionali, strategiche o di valutazione delle proprie attività: molte Fondazioni d’impresa offrono attività di capacity building accanto all’erogazione dei contributi economici. Prevalgono le fondazioni “miste”, impegnate nei settori dell’istruzione, della cultura e del sociale. Tra i settori d’intervento più diffusi troviamo istruzione (interviene in questo settore il 55% delle fondazioni); cultura e arte (50%), sviluppo economico e coesione sociale e ricerca (entrambi 43%). I meno frequenti sono attività Internazionali e sport e tempo libero. Più di metà delle fondazioni dichiara di rivolgersi, tra i diversi tipi di beneficiari, ai “cittadini in generale”. Tra i target specifici prevalgono minori, minori con disagio, disabili, persone in difficoltà economica e malati. Inoltre, il 64% si occupa anche di lavoro e formazione professionale. Il 40% delle Fondazioni di impresa si definisce mista – sia erogativa sia operativa – il 34% esclusivamente operativa, il 23% esclusivamente erogativa. Il 79% opera anche o esclusivamente in Italia contro il 19% che opera anche o esclusivamente nei Paesi in via di sviluppo. Le fondazioni di impresa collaborano con altri enti non profit e università, poco coinvolti sono invece gli enti locali come Comuni e Regioni.
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