Tace il contagio al rientro dall'Inghilterra e va alle feste a Jesolo: così è nato il focolaio tra trevigiani, 135 in quarantena

Feste a Jesolo
Feste a Jesolo
di Giuseppe Babbo
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Martedì 13 Luglio 2021, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 07:43

JESOLO - Avrebbe taciuto la positività riscontrata da un tampone fatto al rientro dall'Inghilterra. E con il virus in corpo, ha partecipato senza problemi alle feste di Jesolo per assistere alle partite dell'Italia. È nato così, secondo quanto ha rivelato ieri a Cavallino-Treporti il governatore Luca Zaia, il maxifocolaio tra diciottenni trevigiani sul litorale veneziano. Una leggerezza che è costata la messa in quarantena, a ieri, di 135 persone, in un cluster che si sta allargando via via che si procede con il tracciamento dei contatti. Piccola consolazione: dal presequenziamento del virus - come spiegato da Francesco Benazzi, direttore generale dell'Ulss 2 Trevigiana - si tratterebbe di variante inglese e non della temuta variante Delta. Non rimane ora che attendere la conferma dell'esame da parte dell'Istituto zooprofilattico del Veneto. 


«Nel caso della festa a Jesolo - ha raccontato dunque Zaia ieri - il caso indice sarebbe partito da un ragazzo rientrato dall'Inghilterra che una volta a casa si era sottoposto al tampone fai-da-te, ma senza comunicare alle autorità sanitarie l'esito positivo.

E in generale, se i festeggiamenti per la vittoria degli Europei fossero avvenuti indossando le mascherine, sicuramente oggi ci sarebbe meno preoccupazione». «Quella dell'Italia dice Zaia è stata una bella vittoria, alla quale è seguita una bella festa. Ora però mi auguro che non ci siano ripercussioni dal punto di vista dei contagi, sono molto preoccupato per questo. Ad oggi abbiamo un sacco di contagi che sono asintomatici e non stiamo ricoverando persone vaccinate, però dico che bisogna usare la mascherina quando ci sono resse e affollamenti, anche all'esterno». 


Ed è su questo fronte che va registrato un preciso invito che il presidente del Veneto ha rivolto a tutti i cittadini. «La migliore strategia per contrastare il virus prosegue Zaia sono la responsabilità e il buon senso che devono essere parte di ognuno di noi. Non possiamo tornare all'origine pesando che il cittadino venga nuovamente chiuso in casa. Io sono per il cittadino che faccia la propria vita, portando con sé la mascherina che deve essere usata come un ombrello. Se domenica sera i festeggiamenti degli Europei fossero avvenuti con le mascherine, oggi ci sarebbe meno preoccupazione. All'aria aperta non ci sono problemi se non c'è assembramento, ma se non è garantito il distanziamento la mascherina va usata».

Da ciò l'appello ai giovani, ovvero tra coloro che in questo momento di maggiore socialità si infettano di più, a prestare maggiore attenzione: «Dico di avere cautela prosegue il Governatore la quasi totalità dei ragazzi contagiati resterà asintomatica, però rischiano di trasformarsi in vettori di contagio per i genitori o i nonni che non possono permettersi di prendere la variante Delta perché non vaccinati. Ed è anche per questo che bisogna insistere con la campagna vaccinale: i vaccini stanno funzionando. Se avessimo più dosi ne faremmo di più: nelle ultime 24 ore abbiamo somministrato 47 mila vaccini ma sarebbe possibile arrivare a 100mila, purtroppo non ne abbiamo. Si sta verificando quello che denunciavo gennaio, quando tutti dicevano che facevo polemica per nulla. Se non avessimo avuto il vergognoso contratto europeo ma un approvvigionamento diretto come fatto da altri paesi, per esempio Israele, Germania e Gran Bretagna, oggi tutti i veneti sarebbero vaccinati con una campagna di vaccinazioni volontaria». Dall'appello a vaccinarsi, Zaia ha poi ribadito quello a sottoporsi al tampone e poi avvisare l'autorità pubblica dell'eventuale positività, ricordando appunto il caso dei contagi tra i ragazzi trevigiani dopo la festa a Jesolo: «Abbiamo messo tutti nelle condizioni ha concluso il presidente della Regione di sottoporsi a dei tamponi gratuiti nelle strutture sanitarie pubbliche».

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