L'addio alla grande guerriera: martedì il funerale di Sara Anzanello

Sara Anzanello
Sara Anzanello
di Gianandrea Rorato
3 Minuti di Lettura
Sabato 27 Ottobre 2018, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 10:59

Se n'è andata combattendo, come ha sempre vissuto. Lo ha scritto lei stessa dal suo letto d'ospedale: «Io sono qui per lottare, mai mollare, crederci sempre come ho fatto in tutta la mia vita». Sara Anzanello, l'ex pallavolista della nazionale italiana, campione del mondo nel 2002, è morta giovedì all'ospedale Niguarda di Milano per un tumore al sistema linfatico diagnosticato la scorsa estate. Già soffriva per una grave forma di epatite.
 

 

Sara era nata il 30 luglio 1980 a San Donà da genitori di ponte di Piave, Walter Anzanello e Nicoletta Zaffalon, che vivono ancora lì. Nel 2013 aveva subito un trapianto di fegato dopo una gravissima forma di epatite contratta in Azerbaigian. Aveva lottato per anni, affrontando la riabilitazione e tornando anche a giocare in Serie B. Ma non si era mai rimessa completamente. Poi in estate la drammatica diagnosi. A causa della malattia si era già sottoposta a due cicli di chemioterapia. Non è riuscita ad affrontare il terzo. Si è spenta così, Sara, trevigiana doc che grazie alla pallavolo aveva affrontato il mondo. E aveva vinto, come testimonia la sua medaglia d'oro ai mondiali tedeschi: sembra ieri,  era il 2002. Ieri i genitori Nicoletta e Walter, insieme al compagno, hanno confermato per la settimana prossima la data del funerale che sarà celebrato martedì alle 15.30 in chiesa a Ponte di Piave. Lunedì alle 20 il rosario. E fanno sapere: «Sara voleva che al suo funerale tutti gli sportivi delle varie squadre partecipassero con la tuta del proprio club d'appartenenza. Abbiamo chiesto di essere presente anche all'Aido, l'associazione donatori organi. Verranno in forma discreta. Ci saranno dei totem informativi. Sara voleva così».
L'IMPEGNO CON L'AIDOL'ex iridata ultimamente faceva da testimonial proprio all'Aido. «Quando mi hanno telefonato non volevo crederci - dice Flavia Petrin, presidente Nazionale Aido -. Piango una cara ragazza di cui ero subito diventata amica perché Sara mi aveva conquistato con la sua dolce semplicità. Aveva toccato le vette mondiali nella pallavolo, le erano stati tributati onori ad ogni livello, eppure era rimasta la ragazza di sempre. Con gioia sincera aveva accettato di diventare il volto immagine della donazione, per la nostra Associazione». Nonostante vivesse ormai da cinque anni a Milano insieme al compagno, tornava volentieri al suo paese natale. spesso partecipava ad alcuni incontri. Lo ha spiegato ieri l'ex sindaco di Ponte di Piave Paola Roma. «È stato per me un onore conoscere Sara, la sua energia, il suo entusiasmo e la sua voglia di vivere» ha detto. «Credo che Ponte di Piave pianga oggi una delle persone più care, che ci ha regalato emozioni, gioie e anche un po' di orgoglio di averla avuta con noi. Vorrei che la sua famiglia riuscisse a sentire ora l'abbraccio e tutto l'affetto della nostra comunità. Era stata qui non più tardi dello scorso 7 aprile per partecipare ad un incontro sulla donazione degli organi. Quella sera spiegò l'importanza di dare il proprio assenso alla donazione. Mentre l'anno scorso, in autunno, aveva partecipato ad una serata contro la violenza sulle donne, insieme ad altre sportive».

© RIPRODUZIONE RISERVATA