«Il contratto è stato risolto, mercoledì 13 è stato l'ultimo giorno della docente». È una comunicazione telegrafica della dirigente Lorella Zauli a mettere fine al mese di polemiche che ha visto nell'occhio del ciclone la scuola elementare Giovanni XXIII di Treviso. Sabrina Pattarello, l'insegnante assunta con contratto speciale anti-Covid ribattezzata maestra no mask per la sua condotta dissenziente nei confronti dei Dpcm, è stata sollevata dall'incarico.
Il ministero si è pronunciato dopo l'apertura del procedimento disciplinare: chi non indossa correttamente i presidi e fa disinformazione tra i banchi non può sedere in cattedra. Volge così al termine la vicenda che ha visto Treviso al centro dei riflettori della cronaca: la sollevazione di genitori e insegnanti ha avuto l'esito sperato. Sabrina Pattarello ieri è passata in istituto a ritirare i suoi effetti personali, ma non rientrerà in aula. Al netto di un ricorso che quasi certamente verrà intentato dalla docente.
LA VICENDA
È il 14 dicembre quando scoppia il caso Treviso. Genitori sulle barricate, sindaco e polizia locale convocati. Nelle aule della suola elementare Giovanni XXIII una docente, Sabrina Pattarello, assunta come personale referenziato in sostegno per l'emergenza pandemica, viene segnalata perché non indosserebbe correttamente la mascherina ma soprattutto perchè chiederebbe ai suoi studenti di fare altrettanto, inquanto «di Covid muoiono solo i vecchi». La condotta della docente emerge tra mezze parole e imbarazzate confessioni degli alunni, ma anche da precise segnalazioni dei docenti. Così dopo settimane di segnalazioni informali scoppia il bubbone. Il drappello dei genitori si presenta davanti alla scuola elementare Giovanni XXIII. Il motivo? Da settimane insegnanti e mamme segnalano il comportamento della maestra, secondo le accuse rea di non indossare correttamente i presidi di sicurezza e di chiedere ai bambini di abbassare la mascherina e unire i banchi. La docente, etichettata subito come maestra no mask, non face del resto mistero delle proprie opinioni sui social e in un servizio mandato in settembre dalla trasmissione Piazza Pulita in cui scandisce che «il virus non esiste». Alla richiesta della preside di indossare correttamente il presidio, la donna risponde con un certificato medico che le consente di utilizzare visiera e mascherina trasparente.
IL SINDACO
Ma i rappresentanti di classe e d'istituto, dopo aver captato dai propri commenti sul comportamento della donna in palese contraddizione con quanto predicato dal marzo 2020, decidono di andare fino in fondo interessando anche il sindaco.