Travolto dal cancello a 4 anni: «Tommy è morto per un bullone mancante»

Travolto dal cancello a 4 anni: «Tommy è morto per un bullone mancante»
Travolto dal cancello a 4 anni: «Tommy è morto per un bullone mancante»
di Denis Barea
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Mercoledì 5 Agosto 2020, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 15:28

CASIER - Nel giorno dell'addio a Tommy, le indagini sulla tragedia sono a un primo punto di svolta: mancava l'ultimo bullone della cerniera, quello deputato alla chiusura, per questo la massiccia cancellata della casa in costruzione in via IV Novembre si sarebbe staccata, travolgendo il bimbo di 4 anni causandone la morte. È questa la pista che stanno battendo gli investigatori riguardo la tragedia del 29 luglio scorso. E adesso il sostituto procuratore Davide Romanelli, che per il momento ha aperto un fascicolo ipotizzando l'omicidio colposo a carico di ignoti, vuole capire il perché non fosse presente quell'elemento smontabile, giunzione tra due parti meccaniche, che serviva a tenere stabile il manufatto in ferro. Da chiarire c'è, soprattutto, se il bullone non sia mai stato messo o se per caso qualcuno lo abbia smontato, togliendolo da dove doveva essere. Per questo sono stati sentiti sia l'impresa che ha installato il cancello che il fabbro che lo ha realizzato e predisposto per il montaggio. 

LE DOMANDE
Sono loro i principali indiziati per quello che sembra essere un tragico errore di posa, destinati quasi certamente all'iscrizione sul registro degli indagati. Il cancello, di fatto, avrebbe dovuto essere dotato di fermi, perni e binari per i movimenti di apertura e chiusura delle ante in totale sicurezza. E l'inchiesta, condotta dai carabinieri di Casier coadiuvati dai tecnici dei vigili del fuoco, si è subito focalizzate sul sistema di controllo e quello relativo alla stabilità del cancello. Tutto è risultato a posto tranne quell'ultimo tassello: il bullone che doveva proprio impedirne la fuoriuscita e l'accidentale caduta a terra. 

L'IPOTESI
L'ipotesi è che il piccolo Tommaso, un bambino che era abituato a chiudere le porte, abbia forse toccato la cancellata nel tentativo di chiuderla alle sue spalle mentre raggiungeva la mamma, il papà e la nonna nel cortile. All'improvviso la tragedia: il cancello che si stacca dalla sede e cade sopra al bambino, colpito alla testa. Sopra alla cancellata non c'era però nessun cartello o avviso che avvertisse del pericolo. La famiglia Tiveron aveva acquistato il lotto di terreno di via IV Novembre e aveva iniziato a costruire la nuova abitazione. La crisi da Covid 19 aveva interrotto i lavori, che erano ripresi con l'allentamento del lockdown fino al completamento dell'opera. Da un mese stavano effettuando il trasloco, un po' alla volta, all'interno della casa ormai completata. Perché non c'era nulla ad avvisare della pericolosità di quel cancello? A quanto emerge dalla Procura il cantiere era chiuso ed era stato consegnato alla famiglia Tiveron. La circostanza secondo cui il manufatto non fosse stato elettrificato è un particolare che gli investigatori non tengono in considerazione; in primo luogo perché la sua stabilità è indipendente dall'automazione e in secondo luogo perché questa, particolarmente costosa, sarebbe potuta avvenire successivamente alla corretta installazione. Nulla, in sostanza, avrebbe impedito ai Tiveron di utilizzare apertura e chiusura manuale. 

I COLLOQUI
Davanti agli investigatori è comparso il responsabile alla sicurezza del cantiere, che ha spiegato come si siano svolte le opere riguardanti la sistemazione del cortile nell'area antistante il cancello. È possibile che il cancello sia stato montato senza il bullone della chiusura posizionato nella sua sede? La posa è avvenuta secondo gli standard di sicurezza, così come il montaggio? O resta valida la possibilità che la giunzione sia stata asportata dalla mano di un terzo? Domande a cui il pm Romanelli dovrà dare un risposta, sentendo e risentendo i responsabili della ditta che doveva effettuare il montaggio del cancello e il responsabile della sicurezza del cantiere appena terminato.

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