Sanitari non vaccinati, per l'Ulss potrebbero anche essere sospesi dal lavoro

LINEA DURA Il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella conferma il diktat su non vaccinati
LINEA DURA Il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella conferma il diktat su non vaccinati
di Francesco Campi
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Sabato 13 Febbraio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 10:59

ROVIGO «Se un operatore sanitario si rifiuta di aderire alla campagna vaccinale che è lo strumento che permetterebbe di garantire sicurezza per sé e per gli altri, si deve valutare, e questo deve essere fatto dal medico competente, se può continuare a lavorare nel suo reparto o essere adibito ad altra mansione e, se non si riescono a trovare altre mansioni, si può arrivare anche alla sospensione temporanea».
Il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella è tornato sul tema dei sanitari dipendenti dell’Ulss che non hanno accettato di sottoporsi al vaccino, argomento di dibattito a livello sanitario dopo che il reparto di Geriatria è stato teatro di un focolaio che ha visto contagiati 30 pazienti su 34 ed anche tre infermieri e due Oss che lavorano in quel reparto e che non si sono vaccinati. Nel reparto di Geriatria sono 8 infermieri su 24 e 8 Oss su 12 ad aver declinato l’invito a sottoporsi al vaccino, mentre in tutta l’Ulss Polesana al momento risultano non aver aderito alla campagna vaccinale il 10% degli Oss, l’8% degli infermieri, e anche un 3% del personale della dirigenza medica e non medica. 
LA PRECISAZIONE
«Mai detto che si tratta di no vax – rimarca Compostella - ma persone che non hanno aderito volontariamente alla campagna di vaccinazione, escludendo quindi le persone che avevano controindicazioni valide. A me interessa che si convincano della validità vaccinazione perché nella maggior parte dei casi il motivo è più una paura, una preoccupazione degli effetti collaterali, non una posizione fideistica tipo no vax. Non ho mai affermato che i cinque operatori della Geriatria siano stati la causa del focolaio nel reparto, ma ho sempre detto che se si fossero vaccinati avrebbero probabilmente evitate per se stessi il contagio e di essere potenziale veicolo di contagio. La vaccinazione è su base volontaria, ma il mio pensiero è che un operatore sanitario che lavora a contatto con persone in condizione di fragilità come i ricoverati soprattutto anziani, deve avere la garanzia della sicurezza per sé, che il datore di lavoro deve garantire, ma anche l’obbligo etico di garantire la sicurezza agli altri: la vaccinazione anti-Covid lo potremmo considerare come un dispositivo di protezione individuale e ritengo che per un operatore sanitario vaccinarsi sia un dovere etico prima che deontologico e contrattuale». 
GLI ULTIMI DATI
Intanto, però, per quanto riguarda la situazione generale del contagio, la situazione sembra meno incoraggiante rispetto ai giorni scorsi. Ieri sono tornate a risalire ulteriormente le nuove positività di giornata, ben 69, superando le guarigioni, 49, con il numero delle persone attualmente positive che è risalito a 929. A confermare una tendenza alla risalita, anche il valore dell’incidenza nell’ultima settimana: il rapporto fra casi positivi e persone sottoposte a test è risalito al 3,19%. 
«Questa settimana – rimarca il direttore generale - abbiamo avuto un andamento un po’ altalenante con un discreto riscontro di positività ma ancor più con il dato dell’incidenza, che un paio di settimane fa era all’1,9%, ora è a 3,2%, più di un punto percentuale di aumento. Questo sta a significare che il virus continua a circolare pur permanendo una situazione di tregua rispetto all’andamento di novembre, dicembre e gennaio. Il numero dei ricoverati si è ridotto in maniera importante però rimangono ancora 70 le persone ricoverate: otto in Malattie infettive a Rovigo, una in Rianimazione a Rovigo nel posto letto di isolamento, 52 in Area medica e semintensiva respiratoria a Trecenta e otto in Terapia intensiva a Trecenta. Un numero ridotto rispetto ai 160 di tempo addietro, però ancora un numero che richiede attenzione, in particolare quello dei nove pazienti in area critica, proprio in ragione della pesantezza di queste situazioni. Stiamo cercando di aumentare di giorno in giorno l’attività ordinaria e le sedute chirurgiche, ma resta comunque alto l’impegno per quanto riguarda i pazienti Covid». Migliora ancora il quadro nelle case di riposo ma ieri è stato registrato un ulteriore decesso Covid, il numero 401.
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