Il titolare del ristorante cinese: «Mi sono vaccinato in Cina lì ora il virus non esiste più. Contagiati? Saranno una decina e finiscono negli "hotel-galera"»

Il titolare del ristorante cinese: «Mi sono vaccinato in Cina lì ora il virus non esiste più. Contagiati? Saranno una decina e finiscono negli "hotel-galera"»
Il titolare del ristorante cinese: «Mi sono vaccinato in Cina lì ora il virus non esiste più. Contagiati? Saranno una decina e finiscono negli "hotel-galera"»
di Mauro Giacon
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 15:32

PADOVA - «Sono andato in Cina a gennaio per assistere mio padre che stava molto male. E sono ritornato in Italia a ottobre, già vaccinato contro il Covid il 30 settembre». Paolo Xia Jin Wen, 70 anni, è il titolare del ristorante cinese Shanghai in centro storico, il più rinomato della città, aperto dal 1987. Potremmo definirlo il primo padovano residente vaccinato. 


Ma lei come l'ha avuto?
«Tramite alcuni conoscenti mi sono recato a Pechino. Lì sono stato vaccinato dall'autorità sanitaria con un vaccino cinese».


E com'è la procedura?
«Sono arrivato un'ora prima.

Mi hanno fatto compilare una certificazione dell'assenso poi ho fatto una iniezione alla spalla destra e dopo dieci minuti a quella sinistra. Ho aspettato 30 minuti e sono andato via. Ma questa è solo una delle possibilità, per chi non ha tempo».


In che senso?
«Che ci sono altri due modi per vaccinarsi. Una puntura adesso e una fra 14 giorni. O una adesso e una dopo 28 giorni. Tutti quelli che l'hanno fatto finora non si sono ammalati».


E dopo come si è sentito?
«Il terzo giorno dalla somministrazione mi sentivo debole, ma è passato subito».


Ma il vaccino è per tutti?
«In questo momento stanno vaccinando il personale medico e gli anziani. La prima linea insomma. E poi tutti coloro che lavorano all'estero, per il governo, alle ambasciate o i soldati. O per le aziende».


Facoltativo oppure obbligatorio?
«In Cina tutti si devono vaccinare».


Gratis o a pagamento?
«Sarà gratuito ma finora si pagavano 200 yen a puntura, che per due fa 50-60 euro».


E com'è la situazione ora?
«Guardi, in Cina il virus non esiste praticamente più. Si gira senza mascherina tranne quando si entra negli autobus, in ospedale o in banca. La gente è molto tranquilla».


Come avete fatto?
«Il governo è molto rigoroso in queste cose. Abbiamo chiuso tutto come sapete per 40 giorni. Ogni famiglia aveva due pass al giorno per andare a fare la spesa. Nella mia città, circa 50mila abitanti a sud di Shanghai, c'erano solo due supermercati aperti. Quando uscivi si prendevano un permesso. In strada non c'era nessuno e così il virus è stato sconfitto».


E se trovano un positivo?
«Adesso ce ne sarà solo qualche decina. Ma finiscono come in galera. Cioè dentro un hotel dove sono serviti di tutto. Fuori dalla stanza però c'è una telecamera. Se escono ricominciano la quarantena».


Soddisfatto del suo governo dunque?
«La Cina è forte, l'hanno sistemata molto bene quelli al potere. Io ho fiducia nel governo».


E adesso qui la porta la mascherina?
«Qui certo, non voglio dare problemi».

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