Dopo le varianti inglese e sudafricana del coronavirus, diffuse ormai a macchia d'olio quantomeno in Europa, nuove mutazioni e conseguenti varianti sembrano avere origine anche negli Stati Uniti, dove ricercatori stanno indagando la possibilità che vi siano fino a sette nuove varianti originate appunto negli Usa e che presentano un maggiore livello di contagiosità. Ne scrive il New York Times citando uno studio pubblicato domenica e in cui si fa riferimento a sette crescenti derivazioni del coronavirus individuate in diversi Stati.
A multiplication of potentially more dangerous variants for #coronavirus in #USA .@carlzimmer https://t.co/WKxhLLcLb6
— Franklin DEHOUSSE (@FrDe2059) February 15, 2021
In comune hanno tutte la mutazione in una specifica area genetica. «C'è chiaramente qualcosa che sta succedendo in queste mutazioni», ha affermato Jeremy Kamil, virologo della Louisiana State University e co-autore del nuovo studio cui fa riferimento il New York Times.
HT @Pitt_CEBaM @LSUHSEVTLab @MiGScenter @IcahnMountSinai @GISAID @nextstrain @UNMHSC @LADeptHealth @NMDOH https://t.co/sHcDffNR3c
— Jeremy Kamil (@macroliter) February 16, 2021