Variante Gryphon, l'influencer cinese Liz Liang: «Ora qui dire di essere positivi va di moda»

Nei video la ragazza ha raccontato tutta la trafila di obblighi e costi che ha dovuto affrontare per tornare a casa in Cina

Covid, l'influencer cinese Liz Liang: «Ora qui dire di essere positivi va di moda»
Covid, l'influencer cinese Liz Liang: «Ora qui dire di essere positivi va di moda»
3 Minuti di Lettura
Venerdì 30 Dicembre 2022, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 09:10

Ora scoprire, e dichiarare, di essere positivi va di moda in Cina. Nella sua biografia scrive che condivide curiosità, e diversità, tra la Cina e l'Italia e, complice la conoscenza della lingua italiana, è molto seguita proprio qui da noi. Stiamo parlando dell'influencer cinese Liz Liang che ha oltre 200mila follower su Instagram e sta raccontando in queste ore la rivoluzione che sta investendo il suo paese, cioè l'abolizione delle restrizioni e degli obblighi legati al Covid. Giorni in cui una vastissima parte della popolazione si sta scoprendo positiva al coronavirus. 

Liz prima abitava in Italia e adesso si trova in Cina: ha pubblicato un video in cui dichiara di essere positiva.

Accanto a questo video ce n'è un altro, risalente ai primi di luglio, in cui Liz ha spiegato per filo e per segno tutte le procedure e i costi per entrare in Cina.

Covid dalla Cina, Massimo Andreoni: «Vaccini a fragili e anziani e blocco dei voli da Pechino»

C'è un abisso tra il primo e il secondo video. A luglio Liang ha speso 4mila euro per tornare a casa. Prima di partire ha dovuto eseguire due tamponi molecolari, uno a 48 ore e l'altro a 24 ore dalla partenza. Dentro l'aereo l'equipaggio era vestito con le tute, gli occhiali, i guanti che noi ci siamo abituati a vedere dentro i reparti di terapia intensiva nei momenti più duri della pandemia. Una volta atterrata in Cina ha dovuto affrontare una quarantena di dieci giorni, prima 7 giorni in un Covid hotel a sue spese e poi, gli ultimi tre a casa. Nel Covid hotel è andata in autobus (viaggio scortato dalla polizia cinese) e si è di nuovo sottoposta a tampone il primo giorno di permanenza nell'hotel, il secondo, il terzo, poi il quinto e il settimo giorno. Altro dettaglio che racconta bene lo zelo messo nella caccia al virus: le è stato chiesto di fare dei tamponi per la ricerca del Sars-Cov 2 anche agli oggetti della stanza: dal water alla maniglia della porta fino al pavimento. Il racconto prosegue con le immagini del secondo aereo che la porterà a casa, e della serie di altri test a cui si è dovuta, ancora, sottoporre.

Variante Gryphon, il ministero: «L'Italia si prepari. Se peggiora in inverno, mascherine e lavoro agile»

Il video girato pochi giorni fa invece è un'altra storia e rivela anche l'atteggiamento psicologico di questa fase così particolare in Cina. «Prima quando una persona era positiva difficilmente avrebbe voluto condividerlo con gli altri, ora invece va persino di moda dire di essere positivi», dice Liz nel video. Afferma inoltre di aver chiamato i suoi amici in altre città cinesi e dice che sono praticamente tutti positivi. Parla di ristoranti e centri commerciali quasi chiusi e deserti. Descrive le scene come se ci fosse stata una liberazione del virus dal suo alone di colpa con il quale veniva trattato. 

Variante Gryphon, in Cina «9.000 morti al giorno». Pechino: «I nostri dati trasparenti, così ci vogliono sabotare»

© RIPRODUZIONE RISERVATA