Ucraina e Russia, quale compromesso si potrà raggiungere? Ecco tutti gli scenari per la pace

Da un punto di vista geopolitico le carte geografiche potrebbero cambiare

Ucraina e Russia, quale compromesso si potrà raggiungere? Ecco tutti gli scenari per la pace
Ucraina e Russia, quale compromesso si potrà raggiungere? Ecco tutti gli scenari per la pace
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 9 Marzo 2022, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 10:13

Un accordo tra Russia e Ucraina potrà passare attraverso un compromesso. Lo chiede a gran voce il presidente di Kiev, Volodymyr Zelensky che traccia un percorso per un prossimo dialogo con Mosca. Ma in cosa consiste il compromesso promosso dal premier ucraino?

Veniamo al primo tema. L’indipendenza dei territori occupati dai russi delle regioni Donetsk e Lugansk. Un compromesso, qui, è possibile. «È importante per me sapere come le persone che vogliono essere parte dell’Ucraina vivranno lì. Sono interessato alla loro opinione e a quelle dei cittadini che si rivedono come cittadini della Federazione Russa – ha detto Zelensky - Comunque, possiamo discutere in questo senso. Così come su un compromesso sulla Crimea». E qui viene il secondo tema: l’indipendenza della penisola già occupata dalla Russia. «Noi non possiamo riconoscere che la Crimea sia territorio della Russia – ha sottolineato il premier ucraino - Penso che sarà difficile per la Russia riconoscere che quello sia il territorio dell’Ucraina. Siamo abbastanza intelligenti per garantire che la decisione su queste due questioni non causi rivoluzioni all’interno delle società, in modo che siano soddisfatte di questa decisione: sia coloro che vivono in quei territori sia coloro che vivono in Ucraina».

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Le Repubbliche di Donetsk, Lungask e Crimea si erano già dichiarate indipendenti dopo la rivoluzione ucraina del 2014. Lo scorso 21 febbraio la Russia è stata la prima nazione dell’Onu a riconoscere l’autonomia di Donetsk e Lugansk. Questo di fatto ha superato il Protocollo di Minsk del 2014 che prevedeva un decentramento del potere di Kiev in quelle che per l’Ucraina sono due Regioni, rafforzando le loro autonomie istituzionali. Ed è quindi molto poco probabile che in un accordo si possa ritornare al pacchetto di Minsk. Altre due prospettive sono più plausibili: o le Repubbliche vengono riconosciute dalla comunità internazionale come tali, o (strada non calcata, per ora) che entrino a far parte dello Stato federale russo, così come accaduto per la Crimea.

La Crimea oggi di diritto appartiene all’Ucraina ma nel 2014 la Russia l’ha annessa al suo territorio, anche dopo un referendum (quello del 16 marzo di quello stesso anno), che però la comunità internazionale ha contestato per la sua modalità. Oltre alla Russia, Cuba, Nicaragua, Venezuela, Siria, Afghanistan e Corea del Nord hanno riconosciuto pubblicamente l’annessione.

La Crimea è la 22esima Repubblica autonoma dello Stato russo. Mosca, infatti, è uno Stato federale e 22 sono le sue Repubbliche autonome, divisioni nate anche per rappresentare in particolar modo quelle aree di etnia non russa (due Repubbliche autonome, per esempio, sono quelle dei ceceni e dei tartari).

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Poi c’è un altro argomento sul tavolo delle trattative, quello degli accordi internazionali dell’Ucraina, che per la Russia è uno Stato cuscinetto tra lei e l’Europa. L’adesione alla Nato proprio non piace a Mosca perché il Patto atlantico altro non è che un’alleanza prima di tutto militare, nata proprio per ostacolare quello che allora era il Patto di Varsavia, sostenuto dall’ex Unione Sovietica.

«Siamo pronti per qualsiasi garanzia di sicurezza del nostro Paese da parte dei rispettivi Stati che devono garantirla. E anche la Russia è tra questi Stati, perché la Russia è il nostro vicino», ha commentato Zelensky. Frasi che dunque aprirebbero la strada a una posizione terza dell’Ucraina con accordi bilaterali con i principali Paesi del mondo, tra cui Usa, Francia, Germania ma anche la vicina Turchia. «Queste saranno garanzie non solo per l’Ucraina, saranno garanzie anche per la Russia», ha detto il premier di Kiev. Non ha parlato, però, dell’adesione nell’Ue. Anche questo potrebbe essere un compromesso, un punto condivisibile se non si tornerà più a parlare della Nato.

 

Da un punto di vista geopolitico le carte geografiche potranno di nuovo cambiare? Sì. Ad oggi lo scenario meno probabile è l’occupazione totale dell’Ucraina da parte della Russia, che dipende però da diversi fattori, anche internazionali. Nel caso in cui dovesse essere destituito il governo Zelensky, Mosca avrebbe pronto il sostituto: è l'ex premier di Kiev, il filo-russo Viktor Yanukovich. 

Due sono gli scenari più credibili. Il primo è il mantenimento della sovranità della Russia sulla Crimea e del riconoscimento di Doneck e Lugansk come Repubbliche “cuscinetto” (un po’ come quanto già accaduto con l’autoproclamata Repubblica della Transnistria in Moldavia, controllata dalle forze armate russe, ancora però in uno stato non riconosciuto). Oppure (dipende da quanto Putin avrà margine di 'garanzie' sul loro riconoscimento internazionale), Doneck e Lugansk potranno fare il salto della Crimea e diventare Repubbliche della Federazione Russa a tutti gli effetti.

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