Ucraina, allarme Usa: «Ordine di attacco per i russi». La Cnn: «Il 75% delle truppe schierate»

Macron: spiraglio per il cessate il fuoco. Il Cremlino smentisce un incontro a tre

Ucraina, «Ordine di attacco per i russi»: l’allarme Usa. La Cnn: «Il 75%delle truppe schierate»
Ucraina, «Ordine di attacco per i russi»: l’allarme Usa. La Cnn: «Il 75%delle truppe schierate»
di Anna Guaita
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Domenica 20 Febbraio 2022, 07:36 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 07:45

La diplomazia non si arrende, mentre la situazione al confine fra Russia e Ucraina peggiora di ora in ora. Il governo della Bielorussia ha annunciato ieri che le truppe russe impegnate in esercitazioni congiunte resteranno nel Paese «a tempo indeterminato» nonostante il programma sia concluso. La decisione è stata vista come una conferma di quella che l’intelligence Usa ieri ha sostenuto essere la decisione «già presa da Putin di invadere l’Ucraina. I comandanti hanno già avuto l’ordine di agire». E tuttavia, sempre ieri, il presidente russo ha parlato per quasi due ore al telefono con il collega francese Emmanuel Macron dicendosi disposto a continuare i negoziati con Kiev e con gli alleati occidentali. 

LO SPIRAGLIO

Non è chiaro, però, su cosa i due leader si siano accordati, ma Macron ha subito chiamato Volodymyr Zelensky e voci bene informate assicurano che gli ha chiesto di realizzare uno dei punti dell’accordo Minsk2, e cioè di dare ascolto alle voci dei ribelli filorussi del Donbass.

Si ipotizza che una simile apertura da Zelensky offrirebbe a Putin la “via d’uscita” per fermare l’invasione. Sul resoconto della lunga telefonata comunque c’è stato un botta e risposta tra Parigi e Mosca. L’Eliseo aveva ipotizzato un incontro a tre, cioè Russia, Ucrain e Osce, ma il Cremlino ha smentito. 

A sentire il segretario di Stato Tony Blinken, Putin sta seguendo il copione che porta all’invasione, con l’estensione della presenza delle truppe in Bielorussia e l’aumento dei bombardamenti lungo la linea di contatto: «Ma fino a che i carri armati non si muovono e gli aerei non volano – ha assicurato - faremo del nostro meglio per dissuaderlo». Una voce scettica è venuta dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, che ha chiesto provocatoriamente: «Ma il Cremlino vuole davvero il dialogo? Non possiamo sempre offrire ramoscelli d’ulivo a Putin, mentre continua ad ammassare truppe».

Anche più aspro il premier britannico Boris Johnson, secondo il quale «la Russia sta preparando la più grande guerra in Europa dal 1945». La stessa certezza è stata espressa dalla vicepresidente Usa, Kamala Harris: «Riteniamo che Putin abbia già deciso. Punto. Stiamo parlando della possibilità reale di una guerra in Europa». Alla Casa Bianca si è tenuta ieri una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza, che voleva ascoltare Harris di ritorno da Monaco, dove aveva parlato a lungo con Zelensky. C’è l’ipotesi, proprio sulla base di una richiesta del presidente ucraino, di rendere pubbliche quali sarebbero le «durissime sanzioni» che l’Occidente avrebbe preparato per colpire Mosca in caso di guerra. Il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan portava sul piatto anche la proposta di un sostegno della resistenza. 

 

I BOMBARDAMENTI

Su tutto questo dibattito faceva intanto da sfondo la realtà in quello che oramai è diventato un vero e proprio fronte di guerra, la striscia del Donbass, dove i ribelli filorussi hanno denunciato attacchi ripetuti da parte degli ucraini. La situazione si complica, se è vero che il 75% delle truppe ammassate al confine, è in posizione di attacco, come riferisce la Cnn. A sentire le fonti russe, almeno due civili sarebbero stati uccisi dall’avanzata degli ucraini, che però sarebbe stata fermata dalle forze ribelli. Due bombe ucraine sarebbero anche arrivate sul territorio russo. Il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmitry Kuleb, ha chiesto però una «inchiesta internazionale», e ha asserito che i suoi soldati non hanno sparato o lanciato bombe, e che i filo-russi avevano invece violato il cessate il fuoco 64 volte nelle ultime 24 ore.

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I giornalisti che hanno potuto visitare la linea di confine e intervistare i soldati ucraini hanno trovato una realtà diversa rispetto a quel che riferiscono i media russi: «Abbiamo l’ordine di non rispondere alle loro provocazioni, di non sparare» assicurano i soldati ucraini, che difatti sabato non hanno reagito quando le forze separatiste hanno sparato contro un ministro ucraino e un gruppo di giornalisti in visita ai confini. Resta il fatto che la popolazione russa del Donbass ascolta le notizie in russo, che invece ripetono che gli ucraini stanno preparando un’invasione della zona e un genocidio. Centinaia di migliaia di locali hanno chiesto di essere portati in Russia, e già varie decine di migliaia sono partiti alla volta di Rostov in treno o autobus. 

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