Ucraina chiama i civili alle armi, padri e figli salutano in lacrime le famiglie. Code infinite per lasciare Kiev

Tantissime le testimonianze di padri, figli e fidanzati che salutano in lacrime familiari che fuggono dalla guerra

L'Ucraina chiama i civili alle armi, padri salutano in lacrime le famiglie: le scene strazianti dal fronte
​L'Ucraina chiama i civili alle armi, padri salutano in lacrime le famiglie: le scene strazianti dal fronte
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 15:37

«Ma perché gli ucraini non hanno lasciato Kiev prima?». È una domanda che si pongono in tanti. La risposta è che nessuno si aspettava un crollo della situazione così veloce. Ieri, quando ormai era evidentemente tardi, qualcuno ci ha provato. La foto delle macchine incolonnate è già passata alla storia. L'aggressione della Russia era già drammaticamente evidente. 

Altri invece si sono rifugiati come hanno potuto, nei semi-interrati o nelle metro. Poi, a sera, quando era chiaro che l'esercito russo sarebbe arrivato nella capitale, il governo ha chiamato alle armi i suoi cittadini. «Gli uomini tra i 18 e i 60 anni non possono lasciare il Paese. Pronti a difendere la patria», ha detto il presidente Zelensky

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In trincea uomini dai 18 ai 60 anni

Sui social è diventato virale il video di un padre che ha salutato in lacrime la figlia, prima di metterla su un bus che l'avrebbe portata lontano dalla guerra. Scene strazianti, che si sono ripetute in tutta l'Ucraina. Tantissime le testimonianze. E mentre un'orda di profughi sta già facendo rotta sull'Europa, giovani uomini e padri di famiglia hanno dovuto rispondere alla chiamata alle armi del Paese. E il video in questione racconta tutta la drammaticità del momento, che sembra quasi arrivare da un'altra era. 

Per ingrossare le truppe il presidente Zelensky ha introdotto la legge marziale. Il divieto di lasciare il Paese per gli uomini arruolabili nell'esercito durerà finche la legge resterà in vigore. In trincea anche il sindaco di Kiev, l'ex pugile Vladimir Klitschko: «Difenderò il mio Paese con orgoglio», ha detto. Oggi è il giorno più duro, soprattutto per loro, che si sono preparati con armi distribuite dal governo, dopo le esercitazioni militari dei giorni scorsi.

 

La grande fuga

Le scene sono le stesse da giorni. Addii alle stazioni degli autobus, centinaia di persone che si ammassano sui treni, e migliaia di macchina incolonnate. Anche oggi, nonostante la guerriglia a Kiev fosse imminente, decine di migliaia di auto hanno provato a lasciare la capitale. Poi il grande esodo si è fermato e la città è tornata spettrale anche in periferia. 

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