Chef romano bloccato in Ucraina: «Faccio le ronde con un kalashnikov, qui sono passati i mercenari Wagner»

Chef romano bloccato in Ucraina: «Faccio le ronde con un kalashnikov, non voglio abbandonare questa gente»
Chef romano bloccato in Ucraina: «Faccio le ronde con un kalashnikov, non voglio abbandonare questa gente»
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 28 Febbraio 2022, 20:27 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 21:55

È nato a Roma («vicino a Campo de' Fiori»), ha 57 anni, in gioventù ha avuto un'esperienza nelle forze armate, poi è diventato chef. E la vita lo ha portato in Ucraina, dove ha una compagna. Danilo Dell'Otto oggi è a Stryj, città nella parte ovest dell'Ucraina, a 60 chilometri da Leopoli. Gli hanno dato un Ak-47 (kalashnikov), la notte partecipa alle ronde con gli ucraini. Si trova in mezzo a una guerra.

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«Da qui non me ne vado, voglio aiutare la gente di questa terra, ma anche difendere il mio ristorante.

Se la situazione dovesse precipitare, accompagnerò la mia compagna e i suoi nipotini alla frontiera con l'Ungheria, ma poi tornerò a combattere. Non scappo».

Il trasferimento in Ucraina

Come è arrivato in Ucraina? «Da dieci anni frequento l'Ucraina, ma da due anni abito qui perché la mia compagna e io abbiamo aperto un ristorante, la Bruschekta, specialità romane: Amatrciana, Carbonara, ma anche pesce. Il primo giorno dell'attacco russo ci siamo allontanati dalla città, in campagna. Noi abitiamo proprio dove passa l'autostrada, poteva essere una zona a rischio. Il giorno dopo però siamo tornati. E subito c'è stato un allarme antiaereo, siamo corsi nei rifugi. E lì ci hanno raccontato che 24 ore prima c'era stato uno scontro a fuoco. Avevano fermato due Porsche Cayenne e una Bentley, a bordo dodici russi in borghese, che si erano infiltrati in Ucraina chissà quando. Erano armati fino ai denti e sapevano combattere. Da quello che abbiamo capito, potrebbero essere i mercenari del gruppo Wagner, di cui si sta parlando in queste ore. Noi siamo nella parte ovest dell'Ucraina, ancora non abbiamo avuto bombardamenti pesanti, però temiamo molto la presenza di infiltrati. Inoltre, sono anche passati anche veicoli militari russi. Per questo ci hanno distribuito le armi e, quando è possibile, organizziamo le ronde».

La situazione a Stryj

La frontiera è a un'ora di macchina, perché non fugge? «Il carburante è razionato e i generi alimentari nel supermercato stanno finendo. Però non voglio scappare, qui c'è il mio ristorante e comunque non voglio abbandonare gli ucraini. Le ripeto: sono solo preoccupato per i bambini, la mia compagna ha tre nipotini, se la situazione peggiorierà li porterò in salvo. All'Italia chiedo di mandare aiuti, anche generi alimentari, queste persone non devono essere lasciate sole. Ora mi scusi, ma devo scappare: è scattata di nuovo la sirena d'allarme, devo andare nei rifugi».

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