Ucraina, incubo ceceni su Mariupol: «Spazzeremo via i nazisti»

Nella città è arrivato anche Kadyrov, capo delle feroci milizie fedeli a Putin

Ucraina, incubo ceceni su Mariupol: «Spazzeremo via i nazisti»
Ucraina, incubo ceceni su Mariupol: «Spazzeremo via i nazisti»
di Giuseppe Scarpa
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Martedì 29 Marzo 2022, 00:49 - Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 18:15

Mariupol cinta d’assedio è pronta a cadere in mano russa. Si combatte per strada. In mezzo ai vicoli, tra i palazzi distrutti che si affacciano sulla costa. Ma la forza d’urto dell’esercito di Vladimir Putin avrà presto la meglio. Mariupol è sotto il fuoco incrociato della marina militare, che naviga sul mare di Azov, e dell’artiglieria dell’ottava armata. Dietro le linee russe ruggiscono i soldati ceceni guidati dal loro leader Ramzan Kadyrov, ribattezzato il “macellaio”, arrivato con i suoi uomini per dare manforte ai russi e assestare il colpo di grazia a una città al tracollo. «La denazificheremo», ha promesso al presidente della federazione Russa. E tra gli ultimi difensori compaiono proprio gli ucraini del battaglione Azov. Formazione neonazista al servizio di Kiev che ieri ha contato, tra i caduti, una morte eccellente. Quella di Maksym Kagal, 30 anni, detto “The Piston”: era il campione del mondo di kickboxing Iska.

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CITTÀ PORTUALE 
Troppo importante, per Mosca, la città portuale a Sud Est dell’Ucraina, al confine con la Russia, sui cui il Cremlino vuole mettere le mani per tracciare una linea fino ad arrivare a Odessa, a Sud Ovest.

Un’eventuale conquista delle due città permetterebbe il dominio totale sul lato Nord del mar Nero, tagliando fuori Kiev da ogni sbocco sul mare. 

Mariupol è sfinita da un lungo accerchiamento, distrutta dal cannoneggiamento delle navi militari, dei carri armati e dalle bombe sganciate dai caccia degli invasori. I palazzi sulla costa sono sventrati, le facciate ingrigite dal fumo, senza finestre, senza più inquilini, scappati. «Sono quasi cinquemila le persone morte nell’assedio russo a Mariupol, tra cui 210 bambini», spiega il sindaco Vadym Boychenko. «L’assedio è in corso da 28 giorni. Prima che le vie d’uscita dalla città venissero bloccate - ha aggiunto il primo cittadino - 140mila persone sono riuscite a fuggire, mentre altre 150mila sono state evacuate successivamente e 30mila “deportate” in Russia o nelle zone occupate dai russi nell’Est dell’Ucraina. In città restano bloccate 170mila persone». «Durante l’assedio - ha riferito ancora il sindaco - i bombardamenti hanno danneggiato 2.340 condomini e 61.200 edifici privati. Sono stati distrutti tre ospedali, altri sette sono stati danneggiati, oltre a 57 scuole e 70 asili nido, due fabbriche e un porto».

 

Sui tetti di alcuni dei palazzi sventolano le bandiere cecene piazzate dagli uomini di Kadyrov, pronto ad essere incoronato sul campo di battaglia tenente generale della guardia russa, per volontà del presidente Putin.
«Quello che sta accadendo a Mariupol non è più un crimine di guerra - ha denunciato la procuratrice generale dell’Ucraina Iryna Venediktova - La guerra ha delle regole, ma qui non ci sono regole. Quando un’intera città è tenuta in ostaggio penso che si possa parlare di genocidio. Dove la gente è senz’acqua, senza cibo, senza riscaldamento. Dove non c’è possibilità di andarsene. Dove vengono prese a fucilate colonne che cercano di scappare. Dove viene distrutto un ospedale per la maternità ».

Pesanti combattimenti continuano nel vicino Donbass dove, secondo la Difesa ucraina, «a differenza di altre zone operative, la Russia non smette di provare a svolgere operazioni offensive». Scontri si segnalano a Marinka e in altre città. Nelle ultime 24 ore, la regione di Kharkiv è stata bombardata più di 200 volte con artiglieria e mortai, usando lanciarazzi multipli e Tornado con munizioni a grappolo. Sarebbe invece stata abbandonata dai russi la cittadina di Slavutych, abitata in gran parte dai lavoratori della centrale nucleare di Chernobyl. Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato che alcuni dei sindaci che erano stati rapiti dalle forze nemiche - almeno 14, secondo i media locali - sono stati uccisi. Bilanci umanitari sempre più drammatici, insieme a quelli economici: secondo le stime della ministra dell’Economia, Yulia Svyrydenko, la guerra è costata finora all’Ucraina oltre 560 miliardi di dollari, di cui 119 miliardi di danni alle infrastrutture.
 

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