Una ragazza è morta, il numero dei feriti aumenta. Il sindaco di Petrinja, città a 50 km da Zagabria, è in collegamento diretto con la tv croata HRT. La disperazione di Darinko Dumbović è raccontata dai media locali dopo il terremoto che ha colpito il Paese: «È come Hiroshima, non ho più mezza città. Sono attualmente di fronte a una ragazza che è morta, stiamo aspettando aiuto». Un racconto terribile, pubblicato dal sito vecernji.hr che sta seguendo minuto dopo i minuto gli eventi dopo la scossa. «Abbiamo tirato fuori dalle macerie un bambino di quattro anni, la città è distrutta, non si può più vivere. E' un disastro - urla disperato Dumbović - le madri piangono per i loro figli, non stiamo cercando di capire cosa è successo in un asilo. Anche mia moglie mi ha chiamato, è stata colpita alla testa. Abbiamo bisogno di aiuto».
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Petrinja si trova nella Croazia centrale, nella storica regione di Banovina vicino a Sisak.
Video from the Croatian Red Cross right after the quake in Petrinja . Heavy damage and casualties reported. #Croatia #potres #earthquake https://t.co/VzmIJbfpdb
— parallel_universe #keepthemaskon (@ignis_fatum) December 29, 2020
Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, Petrinja era un capoluogo della contea di Zagabria del Regno di Croazia-Slavonia. Nel periodo compreso tra settembre 1991 e maggio 1995, durante la guerra in Croazia, in molti furono esiliati da Petrinja e la città ha subito una gravissima distruzione. Molti monumenti sono stati eretti in memoria degli eroi di guerra croati e delle vittime della guerra. Nella piazza centrale si trova una statua del politico croato Stjepan Radic assassinato nel 1928. Nel ricostruire e ricostruire la loro città, gli abitanti di Petrinja hanno tenuto in grande considerazione la tradizione urbana della città mantenendo vive le antiche usanze, celebrando le festività cattoliche e organizzando numerosi eventi culturali, sociali e sportivi.