Russia, dimissioni per cinque governatori: il peso delle sanzioni alimenta la crisi politica

Molti dei governatori uscenti rappresentano le regioni in cui il blocco di governo Russia Unita ha ottenuto deboli quote di voto alle elezioni parlamentari dello scorso anno

Russia, dimissioni per quattro governatori: lo spettro delle sanzioni alimenta la crisi politica
Russia, dimissioni per quattro governatori: lo spettro delle sanzioni alimenta la crisi politica
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Martedì 10 Maggio 2022, 19:07 - Ultimo aggiornamento: 19:58

Ben quattro governatori regionali russi si sono dimessi questa mattina mentre il Paese si prepara al brusco impatto con le sanzioni economiche a seguito dell'invasione dell'Ucraina. I capi dei distretti di Tomsk, Saratov, Kirov e Mari El hanno annunciato le loro dimissioni immediate dall'incarico, mentre il rappresentate dell'oblast' di Ryazan ha detto che non si candiderà per un altro mandato. Le elezioni si terranno in tutte e cinque le regioni a settembre. Sebbene i governatori regionali russi siano eletti dai cittadini, sono politicamente - e direttamente - subordinati al Cremlino. Molti dei governatori uscenti rappresentano le regioni in cui il blocco di governo Russia Unita ha ottenuto deboli quote di voto alle elezioni parlamentari dello scorso anno.

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LA CRISI POLITICA 

I governatori impopolari” (cioè poco affini alle direttive dell'esecutivo centrale) vengono regolarmente rimossi dall'incarico. Ilya Grashchenkov, capo del think tank del Centro per lo sviluppo della politica regionale di Mosca, ha affermato che il Cremlino sta rimuovendo i capi delle regioni considerati in qualche modo deboli, in un contesto di peggioramento delle prospettive economiche per il paese, spinto dalle sanzioni occidentali.

Grashchenkov ha detto: «C'è bisogno di ristrutturare l'economia, specialmente in quelle regioni dove l'influenza economica occidentale era stata significativa. Questi governatori devono essere sostituiti».

IL REPORT 

Il prodotto interno lordo della Russia potrebbe contrarsi fino al 12% quest'anno per effetto delle sanzioni internazionali che stanno colpendo Mosca, in quello che sarebbe il peggior tracollo dal 1994. È quanto riporta una previsione interna del ministero delle Finanze russo, di cui riferisce Bloomberg. Il governo russo non ha al momento fatto stime ufficiali sul pil 2022 e in questa fase al ministero dell' Economia si attenderebbero un calo nell'ordine dell'8%, secondo quanto riferiscono a Bloomberg persone a conoscenza delle valutazioni.

L'incertezza, spiegano, è molto elevata, dipendendo dagli sviluppi della guerra e dalla possibile applicazione di nuove sanzioni in settori chiave come il petrolio. Se le previsioni più fosche dovessero rivelarsi corrette Mosca brucerebbe un decennio di crescita e andrebbe incontro al peggior tracollo dai primi anni '90, quando l' economia russa, nei suoi sbandamenti verso il 'mercatò, registrò una contrazione da tempi di guerra. Al momento la Banca di Russia si attende un calo del Pil tra l'8 e il 10%, l'Fmi dell'8,5% mentre il consensus degli economisti sondati da Bloomberg del 10,3%.

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