Putin, qual è il prossimo obiettivo? La Moldavia teme l'invasione: i nodi Odessa e Transnistria

Nel contesto del conflitto in Ucraina il Paese non si è mai sentito più vicino all'Europa. Ma, allo stesso tempo, più vulnerabile al Cremlino

Putin, qual è il prossimo obiettivo? La Moldavia teme l'invasione: i nodi Odessa e Transnistria
Putin, qual è il prossimo obiettivo? La Moldavia teme l'invasione: i nodi Odessa e Transnistria
di Simone Pierini
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Lunedì 7 Marzo 2022, 20:43 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 14:20

Quali saranno i prossimi passi Putin? Le difficoltà di portare a termine una invasione lampo in Ucraina sembrano tramontate. La battaglia sul campo, complice la resistenza e l'orgoglio di Kiev, sta minando le sicurezze dello "zar" che tuttavia non sembra volersi fermare. Anzi. Dopo dieci giorni di un conflitto che sta spostando le alleanze e sconvolgendo l'ordine mondiale, le ripercussioni stanno colpendo più direttamente paesi come la Moldavia, nazioni post-sovietiche che per anni si sono trovate in equilibrio tra Oriente e Occidente e ora si stanno rendendo conto che la via di mezzo è insostenibile. 

La Moldavia nei pensieri di Putin?

Proprio la Moldavia, così come la Georgia e la stessa Ucraina hanno fatto richiesta di adesione all'Unione europea. La Commissione europea dovrà presentare al Consiglio un parere sulle domandeUn passaggio formale che, in linea con le dichiarazioni dei vertici delle istituzioni Ue di questi ultimi tempi, esprime il sostegno dell'Unione alla prospettiva europea dei tre Paesi ma non indica l'apertura di una corsia preferenziale per il loro ingresso nell'Ue.

Al massimo i 27 potrebbero arrivare a riconoscere a Ucraina, Moldavia e Georgia lo status di Paesi candidati all'adesione.

In queste ore la Moldavia si sta ritagliando un ruolo da "nazione di passaggio". Un flusso continuo di donne, bambini e anziani in fuga dall'orrore della guerra ucraina ha scelto quella via di fuga, attraverso il fiume Nistro, per approdare a Otaci, nel nord del Paese. Nessun paragone, per il momento, con le folle oceaniche viste in questi giorni alla frontiera polacca, eppure il confine tra Ucraina e Moldavia - con vista sulla vicina Romania - si conferma come la seconda via di fuga dalla guerra scelta dagli ucraini per cercare riparo. 

Vicina all'Europa, vulnerabile e Mosca

In questo contesto il Paese non si è mai sentito più vicino all'Europa. Ma, allo stesso tempo, più vulnerabile al Cremlino. Le truppe russe stanno spingendo verso le città portuali lungo la costa meridionale dell'Ucraina, inclusa Odessa, a 30 miglia dal confine con la Moldavia. Diversi giorni fa, rivolgendosi al suo consiglio di sicurezza, il leader autoritario della Bielorussia, Alexander Lukashenko, ha mostrato una mappa di battaglia che mostrava una freccia che puntava proprio verso la Moldavia. Gli analisti della sicurezza affermano che il lento progresso della Russia in Ucraina potrebbe ridurre le possibilità che Putin cerchi di ampliare la portata dell'invasione. Mihai Popsoi, vicepresidente del parlamento moldavo, in un'intervista ha affermato che i funzionari dell'intelligence non vedono indicazioni di una minaccia diretta «sebbene la mappa di Lukashenko potrebbe mettere in dubbio le mie parole». Tuttavia ogni ex nazione sovietica in questi giorni appare sempre più in ansia. La Moldavia, che è fuori dalla Nato e dalle sue garanzie di sicurezza, ha già chiuso il suo spazio aereo e dichiarato lo stato di emergenza.

Il nodo della Transnistria

Un altro motivo per cui la nazione è esposta è la presenza di circa 1.500 soldati russi all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale. Quelle truppe - che la Russia descrive come forze di pace - hanno sede in un'area conosciuta come Transnistria, un'enclave separatista che funziona in pratica come una nazione indipendente, dove le autorità moldave ammettono di non avere alcun controllo. Un segnale legittimo del potenziale di tensione è giunto un giorno dopo che la Moldavia ha presentato domanda di adesione all'Unione europea. I leader della Transnistria hanno rilasciato una dichiarazione in cui si affermava chiaramente che non avevano alcun interesse a seguirla ribadendo la richiesta di creare «due stati indipendenti».

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