Putin chiama i mercenari: in sedicimila dalla Siria per combattere nel Donbass

Le truppe straniere (mille dollari al mese di stipendio) si scontreranno molto probabilmente col battaglione Azov

Putin chiama i mercenari: in sedicimila dalla Siria per combattere nel Donbass
Putin chiama i mercenari: in sedicimila dalla Siria per combattere nel Donbass
di Valentina Errante
4 Minuti di Lettura
Sabato 12 Marzo 2022, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 15:16

Dopo gli uomini del gruppo Wagner, considerato l’esercito privato di Putin, anche i mercenari siriani sono pronti a “marciare” in Ucraina. Sul canale televisivo del ministero della Difesa russo, scorrono le immagini dei combattenti in festa in attesa di partire per il fronte, mostrano i cartelli con la “Z”, simbolo dell’invasione russa. Sono gli uomini che poco prima Vladimir Putin e il suo ministro della Difesa, Sergei Shoigu, hanno definito “volontari” in arrivo dal Medio Oriente. Si tratta, ovviamente, di mercenari, spesso anche forzati. Ma l’annuncio propagandistico suscita molti dubbi tra gli analisti. 

Nell’esercito dei 16mila contractor sarebbero arruolati uomini che dal 2015 combattono a sostegno del regime di Assad, a fianco dei russi, legati da sempre a Damasco.

O anche disperati. Ma dal vortice di notizie e indiscrezioni, che è difficile verificare, arriva anche la voce di un reclutamento ancora più massiccio, una chiamata per tutti: a Beirut, l’ambasciata russa avrebbe mediato con Hezbollah, per arruolare i miliziani dall’unità d’élite Radwan da mandare in Ucraina. Del resto, pochi giorni fa il numero due del gruppo libanese, Mohammad Raad, aveva criticato la posizione del governo che aveva condannato la Russia per la guerra. 

I CONTRACTOR

«Se vedi che ci sono persone che vogliono volontariamente aiutare i separatisti dell’Ucraina orientale, allora devi incontrarle a metà strada e sostenerli negli spostamenti verso le zone di combattimento», ha detto Putin al suo ministro a reti unificate. Se davvero il nuovo esercito partisse verso il Donbass, non si tratterebbe certo di un sostegno di Damasco, nonostante l’appoggio dei russi abbia consentito ad Assad, dopo undici anni di guerra, di essere confermato capo di Stato almeno fino alle prossime elezioni del 2028. Le truppe si scontrerebbero presumibilmente con il battaglione Azov, nato nel 2014 come milizia volontaria e da allora in lotta contro i separatisti filorussi.

I combattenti che partiranno non appartengono all’esercito regolare, sono mercenari e fanno parte di milizie create in questi anni dagli stessi quadri russi in Siria e da signori della guerra locali, affiliati alle forze di Mosca. Tra questi si contano migliaia di ex miliziani della disciolta Bustan, un’organizzazione paramilitare creata negli anni scorsi da Rami Makhluf, cugino del presidente Assad ed estromesso dal potere un anno e mezzo fa. Dopo l’esclusione di Makhluf, giovani e meno giovani miliziani di Bustan si sono arruolati in altre compagini armate, ma molti altri sono rimasti senza stipendio. Accanto a loro figurano anche i combattenti del quinto corpo d’armata siriano, organizzato e finanziato dalla Russia, e operativo in diversi teatri della guerra.

 

L’INGAGGIO

Secondo alcune fonti, gli emissari russi, tra cui si annoverano rappresentanti di Wagner, avrebbero proposto agli aspiranti mercenari siriani un contratto da mille dollari al mese, per un impegno continuativo in Ucraina di sette mesi. Ma gli accordi sarebbero anche più modesti: 400 dollari al mese, senza l’impegno di rimanere al fronte a lungo. Cifre comunque enormi rispetto al costo della vita in Siria, dove uno stipendio medio è di circa 24 dollari.

Russia arruola migliaia di mercenari siriani (e li paga mille euro al mese fino a ottobre)

IL RECLUTAMENTO

Sergei Shoigu ha spiegato che i 16 mila miliziani sono pronti a trasferirsi dal Medio Oriente in Donbass. E da lì a marciare verso l’interno per completare la conquista. “Syrians for Truth and Justice”, organizzazione della società civile indipendente che ha monitorato il conflitto siriano, ha diffuso un rapporto che contiene testimonianze dirette sul reclutamento in atto. Gli elenchi con i nomi sono in fase di compilazione: si parte per fame, ma non solo, perché il tentativo degli emissari russi è anche quello di arruolare ricercati, accusati di essersi schierati con l’opposizione ad Assad, garantendo loro l’amnistia. Condizione necessaria è poter vantare anche una minima esperienza militare. Che dopo 11 anni di guerra è abbastanza diffusa. Il nuovo esercito sarà sottoposto a un addestramento su piccola scala da parte di ufficiali russi. Tuttavia, molti analisti sostengono che le affermazioni di Vladimir Putin, rientrino nella propaganda del regime sulla retorica della guerra e nella volontà di alzare ancora di più la tensione. La decisione di mandare i contractor violerebbe anche i trattati internazionali, ma non sarebbe la prima volta. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA