Putin, sanzioni dalla Gran Bretagna alla sua cerchia: colpite Alina Kabaeva (e sua nonna), l'ex moglie e i cugini

Secondo la ministra degli Esteri Liz Truss le misure odierne mirano a colpire «lo sfarzoso stile di vita» attribuita alla famiglia dello zar

Putin, nuove sanzioni dalla Gran Bretagna alla sua cerchia: colpite Alina Kabaeva (e sua nonna), l'ex moglie e i cugini Igor e Roman
Putin, nuove sanzioni dalla Gran Bretagna alla sua cerchia: colpite Alina Kabaeva (e sua nonna), l'ex moglie e i cugini Igor e Roman
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Venerdì 13 Maggio 2022, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 09:14

La famiglia allargata di Vladimir Putin - tra parenti, affini e sodali - presa di mira come una «losca» congrega da svergognare, per lo sfarzo in cui è accusata di vivere, e da prendere sotto tiro collettivamente a colpi di sanzioni individuali. Il governo britannico di Boris Johnson - in sintonia con l'amministrazione americana di Joe Biden assai più che non con le cautele dei leader dell'Europa continentale sul fronte ucraino - alza ancora i toni della crociata punitiva che vorrebbe imporre al Cremlino per «la barbara aggressione» russa a Kiev. Mentre porta il braccio di ferro ad un livello di scontro anche personale con lo zar e la sua immagine, innescando da parte di Mosca una ritorsione ad hoc finora evitata nei confronti di altri Paesi occidentali: la dichiarazione con cui il ministero degli Esteri russo ha di fatto indicato da oggi la Gran Bretagna off limits per i viaggi dei connazionali, denunciandolo tout court alla stregua di una nazione «ostile» e discriminatoria nell'iter di rilascio dei visti. ​

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Chi è stato sanzionato?

Il clima ha raggiunto punte di asprezza sconosciute forse persino durante la Guerra fredda.

A testimoniarlo sono le parole con cui la ministra degli Esteri, Liz Truss, impegnata a darsi una veste da falco nella compagine Tory di BoJo, è sembrata rispondere in toni quasi sprezzanti a margine di una riunione ministeriale del G7 in Germania agli appelli rilanciati negli ultimi giorni dal presidente francese Emmanuel Macron e da altri leader alleati Nato a non cedere alla pericolosa tentazione di voler «umiliare Putin», almeno fino a quando lo zar rimarrà al potere con la mano posata sul bottone del più massiccio arsenale nucleare al mondo (6.000 testate censite contro le 5.000 e passa degli Usa): «Putin - ha tagliato corto, insistendo a invocare un'escalation nell'invio di armi a Kiev - si sta umiliando da sé sulla scena mondiale. Noi dobbiamo assicurarci soltanto che affronti una sconfitta priva di qualsiasi beneficio». Insomma, che non abbia vie d'uscita. Non si tratta d'altronde solo di sparate verbali, visto il salto di qualità nelle forniture belliche e nella cooperazione d'intelligence di cui Londra non nasconde affatto d'essersi resa protagonista verso l'Ucraina come una sorta di avanguardia dell'Occidente al fianco di Washington.

 

E vista la nuova infornata di sanzioni che giusto oggi ha portato a oltre 1.000 individui e oltre cento entità il totale di oligarchi, figure pubbliche, aziende e personaggi legati in un modo o nell'altro al sistema putiniano bersagliati da Londra con il congelamento di ogni eventuale asset rintracciabile al di là della Manica e col divieto d'ingresso assoluto sull'isola. Un'infornata che comprende, fra gli altri, tanto l'attuale (presunta) compagna di vita del presidente quanto l'ex moglie. E che - nei proclami del Foreign Office - si propone esplicitamente di provare a farla pagare al circolo ristretto di familiari e presunti prestanome del leader del Cremlino: titolari sulla carta d'improbabili redditi modesti, ma a cui in realtà andrebbero riferite fortune ingenti sottratte secondo Londra al popolo russo.

«Noi intendiamo esporre i vizi della losca rete di persone - ha sentenziato ancora Truss - che alimenta il lussuoso stile di vita di Putin, mettendo sotto pressione il suo inner circle. E continueremo a colpire coloro che ne aiutano o favoriscono l'aggressione fino a quando l'Ucraina non prevarrà». Ecco quindi spiegate, dopo le misure adottate nei mesi scorsi contro il presidente in persona, le figlie, il suo ministro degli Esteri Serghei Lavrov, e una prima quota di parenti, l'inserimento nella lista nera di Liudmila Oceretnaia, ex consorte di Vladimir Vladimirovic e madre delle sue due eredi adulte; dell'ex ginnasta, campionessa olimpica e deputata Alina Kabaeva (indicata dai media come la sua «fidanzata» dal divorzio del 2014); oltre che di cugini e familiari vari, protetti negli affari dal cognome Putin, e di altri businessmen «amici». Nonché, addirittura, di un'intraprendente nonna della Kabaeva.

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