Ex segretaria nazista (96 anni) scappa in taxi: voleva evitare processo per la morte di 11mila persone

In aula ad attenderla anche 50 giornalisti, arrestata dalla polizia dopo poche ore

Ex segretaria nazista (96 anni) in fuga in taxi: voleva evitare processo per la morte di 11mila persone
Ex segretaria nazista (96 anni) in fuga in taxi: voleva evitare processo per la morte di 11mila persone
di Flaminia Bussotti
4 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Ottobre 2021, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 10:28

L’ex segretaria di un campo di concentramento nazista, imputata in uno degli ultimi processi sul nazismo in Germania, è stata protagonista di un colpo di scena spettacolare al tribunale regionale di Itzehoe, nello Schleswig-Holstein, vicino Amburgo, dove avrebbe dovuto rispondere ieri dell’accusa di complicità in oltre 11.000 omicidi nel Lager di Stutthof presso Danzica, in Polonia. La donna, Irmgard Furchner, ex dattilografa e segretaria del comando del campo di concentramento, che ha oggi 96 anni, non si è presentata all’udienza ed è fuggita con un taxi in direzione di Amburgo. Qualche ora dopo la polizia l’ha rintracciata e fermata, secondo quanto reso noto dalla portavoce del tribunale, Frederike Milhoffer. In giornata sarebbe stata portata davanti alla sezione penale del tribunale che dovrà decidere se procedere all’arresto o soprassedere data la sua età. Un medico dovrà accertare se le sue condizioni sono compatibili con la detenzione.

IL RINVIO
Il processo è stato aggiornato al 19 ottobre. «Posso confermare che l’imputata è stata ritrovata, un medico stabilirà se può essere detenuta e la corte deciderà se il mandato di arresto può essere eseguito o le sarà risparmiato», ha detto la portavoce dopo la fuga rocambolesca e il ritrovamento della donna.

Ha precisato inoltre che la donna, che vive in una casa per anziani, ha lasciato ieri fra le 06:00 e le 07:20 la sua residenza e ha preso un taxi diretto a una stazione della metropolitana di Norderstedt, alla periferia di Amburgo. Secondo Bild online, verso l’ora di pranzo, la polizia ha visto la donna che camminava lungo la Langenhorner Strasse ad Amburgo, si è insospettita e l’ha fermata. L’imputata deve rispondere dell’accusa di complicità nell’uccisione di oltre 11.000 prigionieri del campo di concentramento di Stutthof. In qualità di segretaria e dattilografa del comando del Lager, fra giugno 1943 e l’aprile 1945, avrebbe fornito aiuto ai responsabili del campo nelle operazioni di eliminazione sistematica dei detenuti. Secondo l’Ufficio Centrale di Ludwigsburg che indaga dall’inizio degli anni ’60, con competenza per tutti i Länder, sui crimini nazisti, nel campo di concentramento di Stutthof, negli altri circostanti e nelle cosiddette marce della morte ordinate dai nazisti verso la fine della guerra sono morte circa 65.000 persone. All’inizio della guerra venivano internati a Stutthof civili polacchi. Dal 1942 vi arrivavano anche i trasporti dagli altri territori occupati dai nazisti e dal giugno 1944 divenne parte della macchina di stermino della “soluzione finale”. 

LE DONNE EBREE
Secondo il memoriale israeliano di Yad Vashem vi venivano deportate in prevalenza donne ebree dai Lager di lavoro nel Baltico e da Auschwitz. Le condizioni di detenzione erano terribili e simili a quelle dei campi di sterminio: i detenuti morivano di malattie, maltrattamenti, ma anche tramite fucilazioni, impiccagioni, camera a gas e iniezioni di fenolo al cuore. Trattandosi di uno degli ultimi a ex responsabili e complici dei crimini nazisti, iI processo ha catalizzato molta attenzione di media e opinione pubblica e all’udienza di ieri nell’aula del tribunale ubicato nella sede dell’Industria c’erano oltre 50 fra giornalisti e pubblico, più 12 rappresentanti dei 30 avvocati di parte civile, della difesa, e collaboratori vari. Nel primo giorno del processo sarebbe stata data solo lettura dei capi di accusa. 

LA CONFERMA
La portavoce Milhoffer ha confermato che prima dell’inizio del processo la 96/enne aveva indirizzato al tribunale una lettera in cui annunciava che non si sarebbe presentata in aula. Il giudice competente le aveva risposto informandola delle misure che sarebbero state prese in caso di non comparizione. «Contro una imputata assente non può notoriamente svolgersi un’udienza», ha detto il presidente del collegio dei giudici, Dominik Groß, una ventina di minuti prima dell’inizio dell’udienza: «L’imputata è fuggita, nei suoi confronti è stato emesso un mandato di arresto». Processo rinviato. L’avvocato della difesa, Wolf Molkentin, era in aula ma non ha rilasciato dichiarazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA