Thailandia, riapre la baia di Leonardo DiCaprio: «Stavolta numero chiuso»

È stata resa celebre dal film The Beach: è off limits dal 2018 perché i turisti l'avevano trasformata in un inferno di motori e rifiuti

Thailandia, riapre la baia di Leonardo DiCaprio: «Stavolta numero chiuso»
Thailandia, riapre la baia di Leonardo DiCaprio: «Stavolta numero chiuso»
di Francesca Pierantozzi
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Mercoledì 17 Novembre 2021, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 07:28

Il Paradiso riapre il primo gennaio 2022. Dopo quasi tre anni di Purgatorio, in cui nessun umano sbarcato da aliscafo e dotato di crema solare, pinne e pranzi al sacco ha potuto metterci piede, l'isola di Phi Phi Leh, e la cala di Maya Bay, con la spiaggia di sabbia bianca e le acque cristalline, torneranno nel mondo connesso. Le autorità thailandesi avevano deciso di chiudere tutto il primo giugno del 2018, quando le orde di turisti venuti ad ammirare il set del film The Beach con il giovane e abbronzato Leonardo DiCaprio, avevano trasformato un paradiso perduto in un inferno in terra, asfissiando la barriera corallina con i motori delle barche, cospargendo con rifiuti e plastica la spiaggia immacolata, danneggiando flora e fauna e facendo scappare pure gli squali.

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L'assalto dei turisti

In principio le autorità thailandesi avevano deciso di rendere l'isola off limits ai turisti per qualche mese. Ma nell'ottobre del 2018, era risultato chiaro a tutti che i danni provocati da quasi vent'anni di assalto all'isola al ritmo di circa 5mila turisti al giorno non sarebbero spariti in quattro mesi. Fu allora che il governo decretò la chiusura a tempo illimitato di Phi Phi Leh, perla del parco nazionale Hat Noppharat Thara-Mu Ko Phi Phi della Thailandia meridionale. È la più piccola delle isole Phi Phi, nelle acque del mare di Andaman. Al contrario di Phi Phi Don, l'isola maggiore, dove ci sono hotel e ristoranti, Phi Phi Leh è accessibile soltanto di giorno. Maya Bay è sempre stata considerata un Paradiso, ma è stato il film con DiCaprio, e le sue avventure sull'isola quasi deserta, a rendere la baia meta del turismo mondiale di massa.

«Come Times Square»

Le immagini degli ultimi giorni di apertura al pubblico, quando migliaia di irriducibili avevano deciso di imbarcarsi dalla vicina Phuket (un'ora di barca) per scattare gli ultimi selfie, parlano da sole: della spiaggia che DiCaprio, Guillaume Canet e Virginie Ledoyen scoprivano nel 2000 con grida di gioia e stupore nella loro ricerca dell'ultimo paradiso perduto non c'era più traccia. Centinaia di bagnanti a mollo nelle acque turchesi, spuntini sulla spiaggia dove non c'era più posto per un solo asciugamano, aliscafi da Phuket, e barche di privati ormeggiati in mezzo alla baia, comodamente installati sulla barriera corallina al posto dei pesci. Un turista intervistato quel giorno dalla Bbc aveva sintetizzato per tutti lo sconforto: «Sembra di stare a Times Square».

Danni ai coralli

«Maya Bay ha attirato per tanto tempo l'attenzione di turisti da ogni parte del mondo e questo ha provocato danni all'ambiente, in particolare ai coralli» ha ricordato ieri in un comunicato il ministro dell'Ambiente Varawut Silpa-Archa. Si riapre, ma con nuove regole. Innanzitutto non si potrà più sbarcare comodamente in Paradiso, ma le barche (massimo otto aliscafi al giorno) dovranno attraccare a un molo sulla costa opposta dell'isola rispetto a Maya Bay. Nella baia non potranno entrare più di trecento turisti alla volta e comunque la visita non potrà durare più di un'ora, dalle 10 del mattino alle 4 del pomeriggio. I lavori di costruzione del molo sono ancora in corso, e sono in allestimento anche le zone dove sarà possibile fare il bagno. Per il momento, qualche raro fortunato può ancora ormeggiare nella baia e bagnarsi nelle acque tornate cristalline, piene di coralli e pesci davanti alla spiaggia di Maya Bay.
I primi turisti hanno cominciato a tornare in Thailandia dal primo novembre. Per chi arriva da paesi considerati a basso rischio Covid, con doppia dose di vaccino, basterà una sola notte in un Covid Hotel in attesa del risultato del tampone per poter poi girare liberamente nel paese. Con una media di 35 milioni di ingressi l'anno, il turismo rappresenta il 15 per cento del Pil della Thailandia, ma è anche responsabile di gravi danni all'ecosistema marino. Il governo è costretto regolarmente a dichiarare off limits alcune spiagge o isole intere. Ma mai per un periodo così lungo come per il paradiso perduto di Leonardo DiCaprio.

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