Il 21 giugno doveva essere la data per il ritorno alla normalità, ma la ripresa dei contagi potrebbe far slittare le riaperture nel Regno Unito per almeno un mese. L'annuncio è atteso in queste ore, la ripresa in Inghilterra slitterebbe di quattro settimane. Il primo ministro Boris Johnson ha ammesso oggi che la diffusione della variante delta (ex indiana) del Covid 19 è oggetto di «grave, grave preoccupazione». E che adesso è meno ottimista di quanto lo fosse a maggio. Il premier - alle prese in questi giorni con il vertice G7 in Cornovaglia - è intenzionato a seguire le raccomandazioni di diversi esperti, preoccupati per il rimbalzo causato dai contagi risaliti nel Paese a oltre 8000 giornalieri: rimbalzo il cui impatto su casi gravi, ricoveri in ospedali e morti è per ora contenuto - ma parzialmente - dall'effetto accelerato di una campagna di vaccini giunta sull'isola a oltre 70 milioni di dosi somministrate. La British medical association - riporta il Guardian - ha lanciato un appello a ritardare «l'allentamento delle ultime restrizioni ancora in vigore» proprio perché oltre il 90 per cento dei nuovi casi è dovuto alla variante Delta.
Il fattore vaccinazioni - Sono gli ultimi dati a preoccupare particolarmente: altri 8125 casi, un record in negativo che non si registrava dal mese di febbraio.
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Indice Rt in crescita - In questi giorni è cresciuto anche l'indice Rt che è ora tra 1,2 e 1,4. I casi di delta sono aumentati del 240% nelle ultime due settimane: da 12.431 a 42.323 in totale. Dall'inizio di febbraio al 7 giugno ci sono stati 33.206 casi di variante indiana: 19.573 sono persone non vaccinate (58,9%), 1.785 sono invece totalmente vaccinati (5,3%) e 7.559 hanno ricevuto una sola dose (22,7%). Dei 42 morti a cauisa della variante, 23 non erano stati vaccinati, 7 erano immunizzati con una sola dose e 12 con due. Numeri che non possono non preoccupare.
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