Elezioni Usa 2020, sorpresa Georgia: l'ex stato schiavista può dare anche il controllo del Senato a Biden

Elezioni Usa 2020, sorpresa Georgia: l'ex stato schiavista che può dare la vittoria a Biden
Elezioni Usa 2020, sorpresa Georgia: l'ex stato schiavista che può dare la vittoria a Biden
di Stefania Piras
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Venerdì 6 Novembre 2020, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 17:23

Georgia on my mind. É la canzone che tutti postano sui social in queste ore. Sarà ricordata la Georgia in queste elezioni presidenziali. Come potrebbe non essere altrimenti? Nello stato ultraconservatore dove è ambientato il mitico "Via col vento", che non eleggeva un democratico dal 1992, ed era un certo Bill Clinton, Joe Biden ha sorpassato il presidente uscenteTrump che era inzialmente in vantaggio. 

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La Georgia è decisiva anche per la futura maggioranza in Senato: è l'unico stato ad eleggere entrambi i suoi senatori. In uno dei due seggi andrà in scena il ballottaggio fissato il 5 gennaio tra il democratico Raphael Warnock, popolare pastore della chiesa di Atlanta, che vuole diventare il primo afroamericano del profondo sud e la repubblicana Kelly Loeffler; nell’altro non si sa ancora se il repubblicano David Perdue vincerà oppure dovrà andare anche lui al ballottaggio (in questo casolo sfidante è il dem Jon Ossoff).  La situazione al Senato, che nella precedente legislatura era controllato dai repubblicani con 53 senatori contro 47 democratici, al momento vede una perfetta parità a quota 48. Se il partito di Trump si aggiudica almeno uno dei due seggi, conquista la maggioranza in SenatoSe i democratici invece, conquistano entrambi i seggi, diventano maggioritari in caso di vittoria di Biden. Questo perché, in caso di parità, al Senato vota anche il vice presidente degli Stati Uniti, che sarebbe dunque Kamala Harris. Data la posta enorme in gioco, se Biden sarà eletto presidente lo scontro elettorale andrà avanti ancora per due mesi con tutti gli occhi puntati sulla Georgia.

I media prevedono un fiume di milioni di dollari per le campagne elettorali dei quattro candidati. La battaglia si annuncia comunque dura. Il partito repubblicano ha già cominciato ad inviare appelli ai donatori avvertendo che «il destino della maggioranza in Senato è in gioco in Georgia». Fra i primi a rispondere all'appello, c'è il comitato anti aborto Women Speak Out, che ha stanziato 4 milioni di dollari per sostenere Purdue e Loeffler a gennaio.

 

Anche il Covid ha influito su questo sorpasso. Keisha Lance Bottoms, sindaco della capitale Atlanta a luglio ha fatto una campagna fortissima contro il governatore repubblicano della Georgia Brian Kemp. La prima, risultata poi positiva al coronavirus, era per applicare rigide restrizioni alla circolazione delle persone. 

Kemp che ha fatto campagna per Donald Trump era contrario, invece.

Per capire l'importanza di questo dribbling dei democratici sui repubblicani: la Georgia, siamo nella zona sudorientale degli Stati Uniti, è uno dei sette stati secessionisti, emblema del Sud schiavista. Fino al 2003 la bandiera della Georgia aveva anche i vessilli di quella della Confederazione sudista. È lo stato di John Lewis (scomparso lo scorso 17 luglio), un'icona dei diritti civili: deputato dell' Alabama eletto in Georgia per 15 legislature con percentuali intorno al 70%. Partecipò alla marcia di Washington del 1963 dove Martin Luther King, quella dell' "I have a dream". Ribaltone non da poco, insomma. Sweet Georgia brown, dove il dolce è per Biden. 

John Lewis «sarebbe orgoglioso oggi». Lo twitta Hillary Clinton mentre Joe Biden è in vantaggio in Georgia, lo Stato dell'icona democratica per i diritti civili scomparso nei mesi scorsi.

«My heart is full», gioisce Stacey Abrams, fondatrice di Fair Fight no-profit, ex candidata governatrice della Georgia per i dem contro Kemp (perse per un soffio) e che a un certo punto era anche nella lista delle papabili vice di Biden che però, si sa, ha poi scelto Kamala Harris. La Georgia non ha mai avuto un governatore afroamericano. 

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