David Leavitt: «Trump premiato dai negazionisti, l'America è in un limbo»

David Leavitt
David Leavitt
di Francesco Musolino
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Mercoledì 4 Novembre 2020, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 21:15

Due squilli appena e David Leavitt risponde dalla sua casa in Florida, nella contea di Gainesville. È teso e non fa nulla per nasconderlo. Risponde alle domande con gli occhi incollati allo schermo della tv per seguire i risultati: «l’America è in un limbo e non è una bella situazione».

Trump: «Vogliono rubarci la vittoria, andremo alla Corte suprema»

Classe ’61, romanziere di successo, classe ’61, docente alla University of Florida, pochi mesi fa è tornato in libreria con il suo nuovo romanzo, Il decoro (Sem Libri, pp.352), raccontando il mondo dorato dell’upper class e il suo sconcerto per l’elezione di Donald Trump nel 2016. Una sensazione che gli appartiene tanto che proprio a Il Messaggero recentemente ha confessato: «se Trump venisse rieletto, lascerei l’America e andrei a vivere a Venezia».

Mr. Leavitt, il risultato delle presidenziali è ancora in bilico. Se l’aspettava?

«Ciò che conta è chi taglierà la linea del traguardo. Non ho mai nascosto di essere un supporter di Biden e se lui vincerà, non accadrà con una valanga di voti ma Michigan e Arizona, il Wisconsin e la Pennsylvania si stanno colorando di blu (il colore che identifica l’area democratica, ndr). La cosa più importante è che Donald Trump vada fuori dalla Casa Bianca».

Dai sondaggi di questi ultimi mesi sembrava una vittoria scontata. Cos’è successo?

«Joe Biden l’aveva detto, bisognava correre con l’atteggiamento degli sfavoriti per evitare colpi di scena e ha fatto bene a tenere sempre i toni bassi. Ma diciamolo, i sondaggi erano sbagliati e Trump ha un seguito ben più ampio di quanto ci piaccia ammettere».

Ma sarà abbastanza per rieleggerlo?

«Dati alla mano, sembra improbabile. Ma è ancora possibile che accada e questa eventualità è snervante».

Donald Trump ha già annunciato un pericolo brogli. C’è il caos in agguato?

«E con quale motivazione? Lo spoglio si sta svolgendo secondo la legge. Trump può urlare quanto vuole ma non credo che ci sia davvero qualcosa che possa fare, a parte cercare di organizzare un colpo di stato. Dobbiamo aspettare ma il vento sembra andare nella giusta direzione, stavolta».

Amy Coney Barrett, il giudice associato della Corte suprema degli Stati Uniti d'America, nominato proprio da Trump, potrebbe essere decisiva?

«Per arrivare davanti alla Corte Suprema deve esserci una contesa e non vedo proprio come potrebbe accadere.

Pensi, in Pennsylvania, lo stato in cui sono nato, hanno 12 giorni per contare le schede, c’è tutto il tempo. Ma dobbiamo aspettare».

La Florida, lo stato in cui vive, ha votato Trump. Deluso?

«La Florida è divisa esattamente a metà e sa chi ha fatto la differenza? I cubani che vivono a Miami, elettori storicamente repubblicani. Trump ha fatto una grande campagna pubblicitaria in lingua spagnola in cui ha tentato di convincerli che Biden era un socialista. È pazzesco ma alla fine ci hanno creduto. Ma nella mia contea ha stravinto Joe Biden e ne sono fiero. Piuttosto la vera sorpresa è un’altra…»

Ovvero?

«Eravamo tutti certi che Biden avrebbe trionfato soprattutto per il modo in cui Trump non ha gestito l’emergenza Covid. E invece, abbiamo scoperto che ci sono molte persone che apprezzano e condividono il suo atteggiamento negazionista sulla pandemia in atto».

Ma essere arrivato al testa a testa, non sarebbe comunque un ottimo risultato per Trump?

«Avrà fatto un ottimo risultato solo trionfando. Non dimentichiamo che Obama non è mai stato eletto a larga maggioranza. Ovviamente dovremmo tenere d’occhio anche la composizione al Senato che in questo momento – si ferma per controllare in tempo reale – è ancora in perfetto equilibrio».

Poniamo che Trump perda. E poi?

«Sarebbe un punto di inizio, del resto tutta la campagna elettorale di Trump è stata basata sulla paranoia. Dopodiché vorrei che la vittoria di Biden avesse un effetto ricaduta sull’elettorato aprendo una nuova fase politica».

Un paio di giorni fa su Twitter Obama ha fatto un book di like con un video in cui faceva canestro in una palestra e poi sorrideva alla telecamera. Alle sue spalle c’era Biden. L’ha visto?

«No. Però posso dirle che Obama è stato un grande valore aggiunto per Biden a livello di immagine. Una prova? Biden ha perso in Texas ma ha fatto meglio di qualsiasi candidato democratico negli ultimi decenni. La politica sta cambiando, anche queste cose lo dimostrano».

Il Covid le fa ancora paura?

«Il Covid mi terrorizza, è una terribile minaccia. Nell’università in cui insegno c’è un grande dibattito ma io sono contrario al ritorno in aula. Personalmente sono in lockdown dal mese di marzo».

E Venezia? È sempre il suo piano B?

«Se Biden vince, Venezia può aspettare. Teniamo le dita incrociate».

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