Virus in Croazia e Serbia, nei Balcani ha ripreso a correre: nuove restrizioni Ue

Coronavirus Croazia e Serbia, nei Balcani ha ripreso a correre: nuove restrizioni Ue
Coronavirus Croazia e Serbia, nei Balcani ha ripreso a correre: nuove restrizioni Ue
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Mercoledì 1 Luglio 2020, 18:28

Nei Balcani prosegue il generale aumento dei contagi da coronavirus dopo un periodo di calo progressivo, e alcuni Paesi Ue come Austria, Germania e Slovenia tornano a imporre restrizioni ai cittadini della regione. In Serbia da ieri i nuovi casi sono stati 272 che portano il totale a 14.836, mentre con altri quattro decessi il numero delle vittime sale a 281. In sensibile crescita anche il numero delle terapie intensive, dove attualmente sono 73 i pazienti ricoverati e che necessitano di respiratore.

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Tra i Paesi della regione la Serbia è tra quelli che effettua il maggior numero di test giornalieri, che sono stati 8.626 nelle ultime 24 ore, in tutto 409.866 dall'inizio dell'epidemia. Resta alto il numero dei contagi anche in Macedonia del Nord, che ha registrato da ieri 120 nuovi casi e altri quattro decessi - con i totali saliti a 6.454 e 306.

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Stamane nel Paese, dopo la lunga chiusura per l'emergenza sanitaria, hanno ripreso l'attività gli aeroporti di Skopje e Ohrid. In Romania, il Paese balcanico con il bilancio più pesante per il coronavirus, i nuovi contagi sono stati da ieri 326, per un totale ad oggi di 27.296, mentre altri 16 decessi hanno portato a 1.667 il numero complessivo delle vittime.

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Non è risparmiata dalla ripresa dei contagi la Slovenia, che nelle scorse settimane era stata vicina a proclamare finita l'epidemia per il numero estremamente basso di casi. Da ieri in tale Paese i nuovi contagi sono stati 13, per un totale di 1.613, mentre il numero dei decessi è fermo a 111. Interessati dalla ripresa dei casi di coronavirus sono anche Croazia, Bulgaria, Montenegro e Kosovo. In Croazia e Macedonia del Nord sono in programma elezioni parlamentari rispettivamente il 5 e 15 luglio, e per le operazioni di voto - come già avvenuto in Serbia il 21 giugno - sono previste strette misure di prevenzione e sicurezza ai seggi.


 

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