Crimini di guerra russi contro i civili dimostrati grazie alla tecnologia blockchain: il dossier arriva alla Corte penale internazionale

Le prove diventano i tweet e i post pubblicati nel corso del conflitto che immortalano, per esempio, scuole distrutte e altri attacchi contro ospedali e strutture educative, assolutamente vietati dal diritto internazionale

Crimini di guerra russi contro i civili dimostrati grazie alla tecnologia blockchain: il dossier arriva alla Corte penale internazionale
Crimini di guerra russi contro i civili dimostrati grazie alla tecnologia blockchain: il dossier arriva alla Corte penale internazionale
di Michela Allegri
3 Minuti di Lettura
Domenica 12 Giugno 2022, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 20:17

La tecnologia blockchain, quella alle base delle criptovalute, diventa fondamentale per stabilire se la Russia abbia commesso crimini di guerra. Le prove diventano i tweet e i post pubblicati nel corso del conflitto che immortalano, per esempio, scuole distrutte in Ucraina e altri attacchi contro ospedali e strutture educative, assolutamente vietati dal diritto internazionale. Ora le immagini circolate in rete e nelle chat potrebbero diventare fondamentali. Lo sostiene Starling Lab, un centro di ricerca affiliato alla Stanford University e alla USC Shoah Foundation. Insieme a un team di esperti di diritti umani e avvocati specializzati, Starling ha presentato depositato un dossier sugli attacchi alla Corte penale internazionale, che ha aperto un’indagine per stabilire se, dal giorno dell’inizio dell’invasione, siano stati commessi da Mosca crimini di guerra.

L'idea

Le informazioni contenute nella denuncia sono state archiviate e verificate utilizzando, appunto, la tecnologia blockchain, che consente di gestire e aggiornare, in modo sicuro e verificato, un registro contenente dati e informazioni in maniera aperta e condivisa. «Riteniamo che l’uso di questa tecnologia sia assolutamente appropriato e potente in questo scenario», ha detto alla Cnn Business Jonathan Dotan, fondatore di Starling. Sfruttando la blockchain e altre tecnologie crittografiche, Starling sostiene di poter dimostrare che le informazioni in suo possesso non sono state manipolate. Un altro punto è fondamentale: i dati vengono archiviati e non scompaiono nemmeno se i tweet o i post vengono cancellati, o se un database cloud ha cessato l’attività. Dall’inizio della guerra in Ucraina, le informazioni pubblicate in rete dai protagonisti sono tantissime, così come le testimonianze e i reportage.

Le prove

Mosca ha sempre negato di prendere di mira i civili, ma un’indagine della Cnn ha rilevato che nella prima settimana di marzo 13 delle 16 strutture di Kharkiv che sono state colpite dai missili erano scuole, edifici residenziali e negozi. «Questo è il primo conflitto in cui così tante prove reperibili sui social», ha affermato Andrew Clapham, professore di diritto internazionale al Geneva Graduate Institute ed esperto di diritto dei diritti umani. Il problema, come sempre in questi casi, è la disinformazione: spesso diventa difficile distinguere le informazioni reali dalle fake news. Ed è proprio per questo che la tecnologia blockchain potrebbe rivelarsi fondamentale. È già stata utilizzata per preservare le testimonianze sull’Olocausto e per documentare le prove di crimini di guerra nel nord-ovest della Siria.

Il dossier

Per quanto riguarda l’Ucraina, il dossier depositato ai magistrati descrive nei dettagli cinque attacchi contro strutture educative avvenuti tra il 2 marzo e il 16 marzo. Il team ha reperito informazioni open source che potessero aiutare i pubblici ministeri a dimostrare che l’esercito russo aveva commesso crimini di guerra. I tweet, così come i messaggi Telegram pertinenti, sono stati acquisiti, archiviati e verificati attraverso la tecnologia crittografica. In questo modo i dati sono impossibili da alterare. Ecco la procedura: prima di tutto viene archiviato il post con i suoi metadati: l’autore, la data di creazione e le visualizzazioni. Viene poi schedato il contesto del sito e il profilo dell’utente. Viene quindi utilizzata la crittografia per creare impronte digitali uniche, o “hash”, che cambiano se le informazioni sottostanti vengono alterate. Tutto è stato successivamente registrato su più blockchain. 

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