Covid, in Inghilterra si riparte: più 630% di prenotazioni. Ma l'Italia è snobbata

Covid, in Inghilterra si riparte: più 630% di prenotazioni. Ma l'Italia è snobbata
Covid, in Inghilterra si riparte: più 630% di prenotazioni. Ma l'Italia è snobbata
di Cristina Marconi
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Sabato 27 Febbraio 2021, 07:06 - Ultimo aggiornamento: 23:15

Anche se il lockdown nel Regno Unito durerà ancora qualche mese, non fa niente: l'importante è sapere che dal 17 maggio si potrà probabilmente tornare a viaggiare. E che c'è il sole in fondo al tunnel. Appena il premier Boris Johnson ha pronunciato le sue fatidiche parole sulla tabella di marcia per la riapertura progressiva delle attività economiche e, in particolare, dei cieli, i britannici si sono messi a prenotare vacanze all'estero e in particolare in quel Mediterraneo che quest'anno, tra pandemia e Brexit, non è mai apparso così lontano. Le mete preferite in questa corsa sono state Spagna e Grecia, rodate e spesso a basso costo, con un balzo delle prenotazioni dei pacchetti vacanza del 630% sul sito di Easyjet rispetto a quando, la settimana precedente, regnavano ancora lo sconforto e l'incertezza sul futuro.

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IL BOOM
La compagnia low cost ha fatto sapere che l'acquisto di voli è cresciuto del 337%, con Malaga, Alicante, Palma, la portoghese Faro e l'isola di Creta tra le destinazioni più ricercate.

E anche il colosso mondiale del turismo Tui ha parlato di prenotazioni che, nel corso della notte tra lunedì e martedì, sono balzate del 500%, soprattutto verso la Turchia e soprattutto da luglio in poi, quando le scuole, che riapriranno l'8 marzo dopo una lunga pausa, saranno di nuovo chiuse. Come di consueto il mese più gettonato è stato agosto, ma anche per settembre si è registrata molta attività e Thomas Cook ha fatto sapere che tante persone si sono già organizzate addirittura per il 2022.


DOPO PASQUA
Al momento c'è un bando sui viaggi internazionali e per Pasqua non sarà ancora possibile spostarsi, mentre la conferma che dal 17 maggio le frontiere saranno di nuovo aperte - tutte o in parte non si sa - non arriverà prima del 12 aprile, quando la Taskforce globale sui viaggi del governo dirà la sua su come far ripartire in sicurezza il turismo, perché Johnson ha sottolineato come a guidare i prossimi mesi saranno i dati e non le date.
Ryanair ha inserito anche l'Italia tra le mete più richieste in questa brusca ripresa delle attività, che dà un po' di ossigeno a un settore rimasto quasi totalmente paralizzato. È di ieri la notizia che IAG, che controlla British Airways, ha registrato una perdita annuale superiore ai 6 miliardi di sterline, dopo un anno in cui ha operato a un terzo della capacità e in cui sono stati tagliati 10mila posti di lavoro per la compagnia inglese e 500 per l'altra controllata Aer Lingus.

 


IL PIANO DELL'AD
Il numero di passeggeri è tornato ai livelli degli anni Settanta. Per far tornare il settore a girare, l'ad della compagnia Luis Gallego ha chiesto «l'introduzione di uno standard internazionale per i test e di speciali salvacondotti sanitari digitali per riaprire i cieli in maniera sicura». Un'idea alla quale il premier non è avverso, sebbene la proposta di un certificato di vaccino sia particolarmente controversa in un paese in cui non esistono le carte d'identità, a condizione che non riguardi solo i britannici e che sia internazionale. Negli ultimi giorni anche Airbnb ha dato dei segnali incoraggianti, spiegando che mentre il turismo nelle città è effettivamente crollato, a crescere sono state le destinazioni rurali. «Abbiamo avuto più ospiti in Sicilia che a Firenze e Venezia messe insieme», ha detto l'ad Brian Chesky in una lettera agli investitori.
Ma la ripresina seguita al discorso di Johnson ha agito a tutti i livelli: la società di jet privati PrivateFly ha parlato di un balzo del 150% delle prenotazioni, mentre Habitat Escapes, per le prenotazioni di abitazioni di pregio, ha parlato di un aumento del 343% rispetto alla settimana precedente e del 9559% anno su anno. E Jet2 ha registrato un balzo del 1000% in 24 ore. Percentuali enormi, che però vanno paragonate ai livelli anemici dell'anno scorso e che, nonostante i guadagni dei titoli legati al turismo, vanno presi con cautela: la strada è ancora lunga e piena di imprevisti.

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