Covid, una pillola per curare la malattia. Stati Uniti già pronti: «Forse in commercio a fine anno»

Covid, una pillola per curare la malattia. Stati Uniti già pronti: «Forse in commercio a fine anno»
Covid, una pillola per curare la malattia. Stati Uniti già pronti: «Forse in commercio a fine anno»
di Raffaele Alliegro
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Venerdì 24 Settembre 2021, 18:14

Una pillola per curare il Covid. Negli Stati Uniti e in Europa se ne parla da tempo, con almeno tre farmaci in fase di sperimentazione. I risultati sono attesi già per il prossimo inverno. E l'Agenzia europea del farmaco ha confermato che si sta lavorando attivamente per ottenere questo risultato. L'obiettivo è «espandere le opzioni disponibili per la prevenzione e il trattamento della malattia grave». Si stanno infatti studiando tutta una serie di possibilità «inclusi gli antivirali in pillola che potrebbero essere usati a casa» ha detto Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e prodotti terapeutici per il Covid-19 dell'Ema, durante la periodica conferenza stampa di aggiornamento dell'ente regolatorio europeo.

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Una pillola per curare il Covid: gli Stati Uniti sono già pronti

Negli Stati Uniti questa possibilità viene ritenuta molto concreta.

Secondo Nbc News, che ha fatto il punto sull'argomento, potremmo avere a disposizione tra qualche mese pillole da assumere quotidianamente che siano in grado «di combattere il virus subito dopo la diagnosi» e di prevenire lo sviluppo dei sintomi dopo l'esposizione. «Gli antivirali in pillola potrebbero ridurre la durata della sindrome da Covid, ma hanno anche il potenziale per limitare la trasmissione alle persone che vivono nella stessa casa», ha detto a Nbc news Timothy Sheahan, virologo presso l'Università della Carolina del Nord, uno dei pionieri in questo tipo di terapia. «Almeno tre promettenti antivirali contro il Covid sono in fase di sperimentazione, con risultati attesi in autunno o in inverno», ha aggiunto Carl Dieffenbach, uno dei direttori del National institute of allergy and infectious diseases: «Il primo è un farmaco di Merck & Co. e Ridgeback Biotherapeutics chiamato Molnupiravir». Gli altri due, ha ricordato Nbc news, sono «un farmaco della Pfizer e un antivirale prodotto da Roche e Atea Pharmaceuticals».

Sheahan ha portato a termine uno studio iniziale sui topi che «ha dimostrato che Molnupiravir potrebbe prevenire la malattia nella sua fase precoce». Studi clinici successivi, ha fatto sapere ancora Nbc news, «tra cui una prima ricerca su 202 partecipanti, la scorsa primavera, ha dimostrato che Molnupiravir ha ridotto rapidamente i livelli del virus». L'amministratore delegato di Merck, Robert Davis, ha affermato che la società si aspetta nuovi dati dai suoi studi di fase 3 nelle prossime settimane, con la possibilità di richiedere l'autorizzazione all'uso di emergenza alla Food and drug administration «prima della fine dell'anno». Anche Pfizer «ha lanciato una sperimentazione combinata di fase 2 e 3 del suo prodotto». E i dirigenti di Atea «hanno affermato di aspettarsi risultati dalle prove di fase 2 e 3 entro la fine dell'anno».

Se i risultati fossero positivi e venisse concesso l'uso di emergenza, ha spiegato Dieffenbach, «la distribuzione potrebbe iniziare rapidamente». Questo significherebbe che milioni di persone potrebbero curarsi con una pillola da prendere quotidianamente per un periodo compreso tra i cinque e i dieci giorni dalla prima conferma dell'infezione da Covid. L'amministrazione Biden ha annunciato di aver prenotato quasi due milioni di confezioni «di Molnupiravir, restando in attesa che il prodotto riceva l'autorizzazione di emergenza o la piena approvazione». Ed è pronta a investire «più di 3 miliardi di dollari nel programma antivirale per le pandemie che mira a sviluppare antivirali contro il Covid», ha concluso Dieffenbach.

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