Wuhan, il mercato degli animali vivi chiuso dopo lo scoppio della pandemia Covid è stato riaperto? Gli ultimi studi sull'origine del virus

Due studi pubblicati a luglio e foto che mostrano pelli di animali scuoiati

Covid, cosa dicono gli ultimi studi sull'origine del virus
Covid, cosa dicono gli ultimi studi sull'origine del virus
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Mercoledì 31 Agosto 2022, 20:07 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 17:15

Pelli di animali morti e scuoiati, stese a essiccare su un terrazzo a Wuhan, in Cina. Le foto catturate da Google maps fanno discutere e anche indignare perché la domanda è: il mercato di Wuhan, al centro della pandemia di Covid, è stato riaperto in segreto? Dopo gli allarmi globali sui mercati "umidi", sul consumo di animali selvatici, dopo lo scoppio di una pandemia, gli scienziati puntano il dito contro le foto circolate in rete e visibili su Earth e Maps (Google) dallo scorso dicembre. Nelle immagini si vedono animali macellati appesi ad asciugare nonostante il divieto cinese di vendere carne selvatica.

Proprio così: nelle foto si distinguono file di animali scuoiati che penzolano da rastrelliere per l'essiccazione al mercato dei frutti di mare di Wuhan, la città diventata famosa per il nuovo coronavirus che provoca il Covid-19 (e tutte le numerose varianti con cui ancora facciamo i conti). Le immagini sono state catturate su Google Maps lo scorso dicembre, quasi due anni dopo che il mercato era stato chiuso perché si temeva che fosse un terreno di coltura per l' infezione che ha sconvolto il mondo intero. Le immagini però sono emerse solo questa settimana, sollevando il timore che i famigerati mercati di animali della Cina siano tornati a funzionare come sempre, nonostante il loro potenziale pandemico.

Il mercato di Wuhan - che ospitava decine di animali esotici in condizioni precarie o tali da promuovere lo spillover, il salto di specie dei virus - è considerato una delle fonti più probabili del Covid. La maggior parte dei primi casi ha visitato o ha avuto legami con le sue bancarelle ed era noto per la presenza di animali che possono ospitare il virus, tra cui procioni, pangolini e visoni.

Nel gennaio 2020, i funzionari cinesi hanno chiuso il mercato a tempo indeterminato e più tardi, nello stesso anno, hanno vietato la vendita di animali selvatici, in seguito alle crescenti critiche. I mercati di animali in Cina sono stati il punto di partenza dell'epidemia di SARS nel 2002 e sono stati collegati a diversi focolai di influenza aviaria negli ultimi anni.

La virologa americana Angela Rasmussen ha condiviso queste immagini su Twitter, le ha definite «sconcertanti». 

Contattato dal Mail online il professor Lawrence Young, microbiologo dell'Università di Warwick, ha dichiarato: «Sono molto preoccupato». 

Il professor Paul Hunter, esperto di malattie infettive presso l'Università dell'East Anglia, ha dichiarato al MailOnline che «se il commercio di animali selvatici nelle grandi città continua, è solo questione di tempo prima che si verifichi un'altra pandemia». Il mercato dei frutti di mare di Wuhan  è stato chiuso e disinfettato nel gennaio 2020, mentre i ricercatori cinesi hanno effettuato dei tamponi sulle bancarelle e sulle superfici alla ricerca di tracce di Covid.

L'11 dicembre 2020, la Reuters ha riportato che il mercato era ancora vuoto e transennato. Un team di scienziati guidati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha visitato il wet market il 31 gennaio 2021, nell'ambito di un'indagine sul suo ruolo nella pandemia. Vige comunque un divieto imposto il 22 gennaio 2020 che ha reso illegale la vendita di prodotti di animali selvatici a scopo alimentare a Wuhan. Inoltre nel febbraio 2021, il governo cinese ha annunciato il divieto di commercio e consumo della maggior parte degli animali selvatici in tutta la Cina.

Il caso di queste foto emerge dopo che ben due studi hanno parlato di "origine naturale" del Covid. Gli studi sono stati pubblicati  a luglio. 

Covid, le origini del virus che ha cambiato la nostra vita negli ultimi 3 anni

La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che il Covid-19 sia emerso a causa di una diffusione zoonotica, che si verifica quando un virus passa dagli animali selvatici all'uomo. Ma non è stato chiaro quando e dove il virus abbia compiuto questo salto. Individuare il luogo in cui è avvenuto lo spillover non è solo una questione di interesse accademico. «Ha importanti implicazioni politiche» che aiuteranno a evitare pratiche rischiose e, auspicabilmente, a prevenire la prossima pandemia, afferma Roger Frutos, virologo dell'Università di Montpellier in Francia in un lungo reportage pubbloicato su Pulitzer Center. 

A luglio, un team internazionale ha pubblicato sulla rivista Science due studi che insieme concludono che il mercato di Wuhan è stato l'epicentro della pandemia. Il loro lavoro suggerisce che due versioni strettamente correlate del SARS-CoV-2 sono passate da un animale all'uomo durante due eventi separati, molto probabilmente all'interno del mercato.

Gli studi supportano il precedente sospetto che «gli animali nel mercato siano stati l'elemento chiave della trasmissione», afferma Dominic Dwyer, epidemiologo dell'Università di Sydney, in Australia che ha fatto parte del team dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che si è recato a Wuhan l'anno scorso per indagare sulle origini del Covid-19. 

A lungo termine, gli esperti avvertono che chiudere i mercati degli animali selvatici o vietarne il consumo, come ha promesso di fare la Cina, non sarà comunque sufficiente a scongiurare l'insorgere di malattie.  Con l'espansione e l'intensificazione dell'agricoltura in tutto il mondo, specie animali diverse, sia domestiche che selvatiche, che normalmente non si incontrano, si mescoleranno sempre più e si scambieranno agenti patogeni, creando un crogiolo virale. Secondo David Redding, biologo della conservazione presso l'Istituto di Zoologia di Londra, questa è la causa principale non solo della SARS e del Covid-19, ma anche di altre malattie infettive che sono emerse con sempre maggiore frequenza negli ultimi decenni.

Un team di scienziati ha indagato su quattro mercati di Wuhan - tra cui quello di Wuhan - ogni mese tra maggio 2017 e novembre 2019. Questi dati, pubblicati su Scientific Reports l'anno scorso, sono diventati una risorsa preziosa per chi cerca di capire le origini della SARS-CoV-2.

Il team ha rivelato che questi mercati ospitavano quasi 48.000 animali selvatici in gabbia appartenenti a 38 specie, quasi tutti venduti vivi e accatastati in condizioni anguste e poco igieniche, perfette per la mescolanza e la trasmissione del virus. Tutto il commercio di animali selvatici che gli scienziati hanno esaminato in questi quattro mercati era illegale. Molti venditori vendevano specie protette e nessuno possedeva i certificati richiesti che attestassero la provenienza degli animali o la loro assenza di malattie. 

Questa indagine è stata una delle prove principali utilizzate nei nuovi articoli di Science, insieme a uno studio condotto congiuntamente dall'OMS e dalla Cina, pubblicato nel marzo dello scorso anno, e a un rapporto trapelato dal CDC cinese datato 22 gennaio 2020, che descrive alcuni dei campioni ambientali raccolti a Huanan all'inizio del 2020.

Le loro analisi mostrano che la maggior parte dei campioni ambientali risultati positivi al SARS-CoV-2 erano concentrati nella sezione sud-occidentale del mercato di Wuhan, dove i venditori vendevano illegalmente specie animali vive suscettibili al virus - tra cui cani procioni, volpi rosse e ratti - nelle settimane precedenti i primi focolai. Una singola bancarella in quella parte del mercato - la n. 29 - ha fornito cinque campioni positivi, quattro dei quali provenivano da oggetti apparentemente associati al commercio di animali selvatici: una gabbia di metallo, una macchina per rimuovere peli o piume e due carrelli per il trasporto degli animali. 

La spiegazione più probabile è che il virus in questi campioni sia stato diffuso da un animale infetto, il che indica un evento di spillover nel mercato, afferma Edward Holmes, virologo dell'Università di Sydney in Australia e coautore di entrambi gli articoli di Science. 

Ma gli scienziati a caccia delle origini del Covid-19 sono frustrati dal fatto che gli animali infettati da un progenitore della SARS-CoV-2 rimangono inafferrabili. Quando si sospettò che Huanan fosse la fonte della prima epidemia, i venditori illegali di animali selvatici vivi scomparvero con i loro animali. Diversi gruppi di ricerca si sono messi alla ricerca degli animali infetti, senza successo.

Tra il 7 e il 18 gennaio 2020, Tian Junhua del CDC di Wuhan e i suoi colleghi hanno raccolto campioni di animali selvatici nei pressi della città, tra cui 15 cani procione provenienti da allevamenti che rifornivano Huanan e centinaia di pipistrelli; non hanno trovato alcuna traccia di SARS-CoV-2. Anche gli scienziati che facevano parte dello studio congiunto OMS-Cina non hanno trovato il virus analizzando più di 600 campioni provenienti da allevamenti della provincia di Hubei che rifornivano il mercato di Wuhan. Anche l'analisi di quasi 2.000 campioni appartenenti a più di due dozzine di specie di animali selvatici delle province meridionali dello Yunnan, del Guangdong e del Guangxi, che ospitano numerosi pipistrelli portatori di coronavirus, non ha dato luogo a campioni di SARS-CoV-2.

Ronald Rosenberg, virologo del Colorado, non è sorpreso che i ricercatori siano rimasti a mani vuote. Secondo lui, rintracciare la fonte di una nuova malattia zoonotica è come cercare un ago in un pagliaio. 

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