Seconda ondata Covid, in Europa i casi non scendono abbastanza: Germania verso nuova stretta, allerta Francia

Seconda ondata Covid, in Europa i casi non scendono abbastanza: Germania verso nuova stretta, timori in Francia
Seconda ondata Covid, in Europa i casi non scendono abbastanza: Germania verso nuova stretta, timori in Francia
di Francesco Padoa
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Martedì 8 Dicembre 2020, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 09:47

Grande incertezza regna sull'Europa travolta dall'epidemia. Seconda ondata che non rallenta come dovrebbe, terza ondata che minaccia di essere ancora più devastante: cosa fare, come agire, quali decisioni prendere, si chiedono i governi europei. Lockdown si o lockdown no? Le misure anti-Covid prese nel vecchio continente nelle ultime settimane non stanno dando i risultati sperati con l'avvicinarsi delle feste di Natale alcuni Paesi hanno deciso di dare un'ulteriore stretta. Mentre i casi di coronavirus nel mondo si stanno avvicinando velocemente alla soglia dei 70 milioni e in Asia ci si prepara ad una terza ondata di coronavirus, in Europa si fatica ad uscire dalla seconda. Tuttavia (al contrario di ciò che succederà in Italia) in alcuni Paesi si pensa a una tregua di Natale per consentire alle famiglie di riunirsi e celebrare una delle feste tradizionalmente più importanti, mantenendo comunque una linea di prudenza per cercare di evitare la temuta terza ondata di contagi. Ma non ci sarà un liberi tutti come successo l'estate scorsa, insomma, ma nemmeno una stretta ulteriore: sull'onda di una curva epidemica che nel Vecchio Continente sembra essersi appiattita grazie alle misure restrittive messe in campo nelle ultime settimane dai diversi Paesi, ma che comunque continua a registrare decine di migliaia di nuovi casi ogni giorno.

Guardando i dati degli ultimi giorni, mentre in Italia siamo circa a 240 nuovi positivi ogni 100.000 abitanti a settimana, ecco cosa succede nel resto d'Europa: Spagna 136, Francia 115, Regno Unito 160, Germania 152, Paesi Bassi 206, Belgio 131, Austria 324, Svezia 349, Romania 246, Portogallo 305, Polonia 278, Repubblica Ceca 251, Serbia 673, Montenegro 610. E quindi vediamo quale misuri i governi europei stanno prendendo.

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GERMANIA

Grande preoccupazione in Germania. «Queste misure non sono sufficienti a farci superare l'inverno», ha detto senza giri di parole Angela Merkel chiedendo nuove misure ancora prima delle feste. «La situazione è molto difficile», ha detto ancora la cancelliera in un incontro virtuale con i parlamentari della Cdu ammonendo che con «la sola speranza non si va avanti». Secondo i media tedeschi Merkel si sarebbe particolarmente irritata per gli  assembramenti visti davanti ai banchetti del vin brulè allestiti davanti a ristoranti e bar di alcune città tedesche. L'appello della cancelliera a governatori e cittadini è «mantenere la disciplina e «ridurre i contatti al minimo» soprattutto in vista del Natale. Nelle ultime 24 ore l'Istituto Robert Koch registrato 15.171 nuovi casi di coronavirus e 4.000 nuovi ricoveri in terapia intensiva. Un numero altissimo se confrontato con i 360 di inizio ottobre. Le regole in materia di contatti sociali però saranno allentate tra il 23 dicembre e l'1 gennaio. Per il momento gli incontri privati sono limitati a cinque persone ma durante questo periodo potranno raggiungere le dieci persone, bambini sotto i 14 anni esclusi. Faranno eccezione alcune regioni come Berlino, dove il limite rimarrà fissato a cinque. Vietati i botti nelle piazze per evitare assembramenti di persone.

FRANCIA

Preoccupazione e frustrazione anche in Francia dove le autorità sanitarie hanno avvertito che l'obiettivo dei 5.000 nuovi contagi al giorno è ancora lontano.

La quota era stata fissata dal presidente Emmanuel Macron per consentire la riapertura del Paese il 15 dicembre dopo un lockdown cominciato a fine ottobre e alleggerito a fine novembre ma ora c'è grande incertezza. «Grazie agli sforzi di tutti abbiamo ottenuto il più forte calo in Europa di contagi. Ma se le condizioni non cambieranno sarà difficilissimo raggiungere l'obiettivo dei 5.000 contagi quotidiani», ha detto il direttore generale della Sanità, Jerome Salomon, mettendo in guardia sul fatto che la circolazione del virus è ancora forte in Europa. «Prosegue una forte circolazione del virus - ha detto ancora - in tutto l'emisfero nord e in particolare in Europa. La stagione invernale sarà molto difficile», in particolare per il rischio di contaminazione «durante le feste di fine anno». In Francia, dove i cittadini si godono i primi allentamenti dopo il secondo lockdown, con i negozi che hanno riaperto nei giorni scorsi, il premier Jean Castex ha annunciato un limite di sei adulti, senza contare i bambini, per le riunioni familiari nel periodo natalizio.

SVEZIA

La Svezia si trova nel pieno della seconda ondata di coronavirus e quindi di fronte al fallimento della sua strategia basata sul no al lockdown, con un'inutile sacrificio di migliaia di anziani. La strategia anti Covid-19 della Svezia è stata fin dall’inizio la più discussa e controversa: senza lockdown, con bar, ristoranti, negozi vari e spazi pubblici rimasti aperti, con l’implicito obiettivo di raggiungere l’immunità di gregge, per garantire ai cittadini il massimo possibile di libertà e per salvaguardare – con le parole del governo – “jobs, businesses and economy”.  Le domande che ora gli svedesi si pongono sono: tali obiettivi stati raggiunti? e a quale prezzo? Alti, sicuramente. I tassi di infezione, ospedalizzazione e mortalità sono nuovamente saliti, arrivando a essere tra i più alti d'Europa e molto al di sopra di quelli dei vicini nordici, con la Svezia che ha registrato più di mille morti per coronavirus solo nell'ultimo mese, più di quelli di Finlandia, Norvegia e Islanda messe insieme durante l'intera pandemia. Con poco più di dieci milioni di abitanti la nazione ha finora registrato oltre 278mila contagi e circa 7mila morti, ben più dei suoi vicini scandinavi. Quindi si cambia: il primo ministro svedese, Stefan Löfven, ha annunciato la chiusura di tutte le classi delle scuole secondarie superiori, quelle in cui vanno gli studenti a partire dai 16 anni, e il passaggio alla didattica a distanza, una misura che ha definito necessaria per ridurre il diffondersi del contagio. 

DANIMARCA

Dopo aver alleggerito le misure contro il Covid a ottobre e novembre anche la Danimarca si trova a fare i conti con un continuo aumento dei contagi e prova a correre ai ripari con un nuovo lockdown. Fino al 3 gennaio resteranno chiuse le scuole medie e superiori, cinema, teatri, bar, ristoranti, palestre e biblioteche. Le riunioni di Natale saranno limitate ad un massimo di dieci persone.  «Il tasso di contagi è troppo alto, la situazione è preoccupante», ha detto la premier Mette Frederiksen. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 2.046 nuovi casi e il timore delle autorità sanitarie di arrivare a 4.000 a al giorno sotto le feste. Anche la famiglia del principe ereditario danese Frederik è in quarantena dopo che il figlio maggiore, il quindicenne principe Christian, è risultato positivo al Covid-19, secondo quanto annunciato dalla casa reale. Il principe è risultato positivo in seguito alla scoperta di un caso nel college che frequenta, ha precisato la corte in un comunicato, e non ha avuto contatti con altri membri della famiglia reale, inclusa la nonna, la regina Margrethe, con la sola eccezione dei suoi genitori e di tre fratelli. La famiglia si isolerà nel cosiddetto Palazzo di Frederik VIII dove risiede, finché non sarà certificata la fine dell'isolamento.

GRAN BRETAGNA

Mentre in Gran Bretagna è già iniziata la massiccia campagna di vaccinazioni (Margaret Keenan, una nonna di 90 è stata la prima al mondo a ricevere il vaccino Pfizer- BioNTech) gli inglesi potranno godere di un ammorbidimento delle misure restrittive per celebrare le feste natalizie e di fine anno. Riunioni di famiglia - tre gruppi al massimo – saranno consentite per una finestra di cinque giorni, dal 23 al 27 dicembre. I tre nuclei autorizzati a trascorrere le festività insieme formeranno per i 5 giorni previsti una cosiddetta “Christmas Bubble” (una bolla familiare unica di Natale) e potranno stare insieme nelle case private di ciascuna delle famiglie coinvolte, nelle chiese e in altri luoghi di preghiera, in luoghi pubblici come pub all'aperto o parchi, ma non in ristoranti, hotel al chiuso o altri luoghi d'intrattenimento di sorta. Nel Regno Unito continua il rallentamento dei contagi e dei decessi per coronavirus: in totale dall'inizio della pandemia i casi di Covid certificati nel Paese salgono così a 1.737.960 circa, qualche migliaio meno dell'Italia. Mentre i morti toccano quota 61.434. Quest'ultima cifra resta il record europeo in cifra assoluta (seppure con l'Italia che si avvicina, a oltre 60.600, dopo oltre due settimane di bilanci giornalieri più pesanti del Regno); mentre in rapporto alla popolazione è stabilmente inferiore anche rispetto a Belgio o Spagna.

PORTOGALLO

In controtendenza con il resto d' Europa il Portogallo ha deciso di allentare le restrizioni anti-coronavirus sotto Natale per permettere gli incontri tra amici e parenti. Lo ha annunciato oggi il governo sottolineando tuttavia che a Capodanno le misure saranno di nuovo inasprite. Tra il 23 e il 26 dicembre sarà una sospensione dello stop ai viaggi interni che invece sarà reintrodotto il 31 dicembre. Sempre l'ultimo dell'anno, il premier portoghese Antonio Costa ha deciso che le feste di strada saranno vietate ma ci si potrà riunire all'aperto fino a un massimo di sei persone ed entro le 2 del mattino tutti a casa.

AUSTRIA

Il governo austriaco sta preparando, ancora prima di Natale, un giro di vite per i viaggi all'estero. Chi rientrerà da un Paese con un'incidenza di oltre 100 casi su 100.000 abitanti negli ultimi 7 giorni dovrà stare dieci giorni in  quarantena, mentre finora bastava presentare un test Covid negativo non più vecchio di 72 ore. Per accorciare l'isolamento si potrà fare il tampone dopo 5 giorni. Per la quarantena non sono previsti permessi lavorativi, ovvero un dipendente dovrà prendere ferie. Gli austriaci hanno fissato a dieci persone il tetto massimo per gli incontri durante le feste, inclusi i bambini, e potranno viaggiare eccezionalmente da una regione all'altra per raggiungere i loro parenti. Per il resto, dal 23 dicembre al 6 gennaio gli spostamenti tra le regioni saranno vietati tranne che per esigenze essenziali. Le regioni che vorranno potranno posticipare il coprifuoco notturno fino all'1.30 a Natale e nell'ultimo dell'anno. Attualmente inizia tra le 22 e la mezzanotte, a seconda della regione. In vaste zone dell'Austria, da Vienna fino al Tirolo, intanto è cominciato da qualche giorno, seppur con grandi difficoltà per il maltempo e problemi telematici, lo screening di massa della popolazione: lunghe code davanti ai presidi, soprattutto nella capitale. In caso di esito positivo con il tampone rapido viene effettuato anche un test molecolare.

RUSSIA

Il Cremlino considera sufficienti le misure adottate in Russia per contrastare l'epidemia di Covid-19 e non ritiene vi sia al momento la necessità di imporre un lockdown: lo ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. «L'attuale livello di organizzazione del processo di contrasto alla pandemia e della fornitura alle persone di assistenza sanitaria è sufficiente per non introdurre lockdown di alcun genere», ha affermato Peskov.

GRECIA

La Grecia estende il lockdown a tutto il periodo delle feste, fino al 7 gennaio. Rimangono in vigore il coprifuoco notturno, la chiusura di scuole, bar, ristoranti, impianti sportivi e sciistici e il divieto di spostarsi fuori dalla prefettura di residenza. Lo ha annunciato il portavoce del governo Stelios Petsas, in una conferenza stampa citata dai media greci. Nei prossimi giorni verranno rese note le misure per chiese, parrucchieri e negozi al dettaglio. La Grecia è entrata in lockdown il 7 novembre. La misura doveva durare tre settimane ma è stata ripetutamente prorogata. Il nuovo annuncio è arrivato nel fine settimana dopo che nel Paese è stata superata quota 3mila morti, la maggior parte dei quali deceduti dopo il primo novembre.

SERBIA

La Serbia, seguita a ruota dal Montenegro, è il Paese che ha registrato la più massiccia crescita dei nuovi contagi in Europa in rapporto alla popolazione tra il 23 e il 29 novembre. Secondo i numeri di Ecdc e Oms, a Serbia ha registrato 46.910 nuovi casi di contagio la scorsa settimana (673,6 per centomila abitanti), seguita dal Montenegro con 610 per 100.000, al top in Europa. Con più di 7.200 pazienti ospedalizzati e più di 250 collegati a un respiratore alla fine della scorsa settimana, un ospedale sarà convertito in clinica Covid per fornire assistenza intensiva e sostegno con ossigeno, via obbligata per fare fronte a un numero crescente di casi che richiedono assistenza ospedaliera.

L'EUROPA E GLI SPORT INVERNALI

Un capitolo a parte riguarda infine gli impianti per lo sci e gli sport invernali, su cui i diversi Paesi europei sembrano
procedere in ordine sparso: e così se Francia e Germania, come l'Italia, hanno scelto di chiudere le strutture - come peraltro suggerito anche dalla Commissione europea - la Svizzera ha deciso di tenere aperto, anche se a determinate condizioni, mentre l'Austria sceglierà una via di mezzo e dal 24 dicembre farà sciare soltanto i suoi residenti.

 
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