Coronavirus, altri 9 italiani in arrivo a Roma da Wuhan: verranno isolati al Celio

Gli italiani arrivati da Wuhan scortati alla Cecchignola
Gli italiani arrivati da Wuhan scortati alla Cecchignola
di Camilla Mozzetti e Giuseppe Scarpa
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Venerdì 7 Febbraio 2020, 23:28 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 08:10

Altri nove italiani che si trovano nella provincia dell’Hubei sono pronti a tornare a casa. Procede il rimpatrio dei connazionali che domani dovrebbero atterrare a Roma e proseguire poi per l’ospedale militare del Celio dove saranno sottoposti alla quarentena di 14 giorni per scongiurare qualsiasi contagio da coronavirus. Nove persone, tra cui forse ci potrebbe essere anche Niccolò, lo studente 17enne di Grado che si trovava in Cina con il programma “Intercultura” e che è rimasto bloccato poi a Wuhan per una febbre che gli aveva impedito di tornare in Italia nel volo dell’Aeronautica militare dello scorso 2 febbraio con cui sono state rimpatriate 56 persone, compresi 6 bambini. Il ragazzo si sarebbe dovuto imbarcare con gli altri connazionali ma la febbre l’aveva costretto a restare a terra. Sottoposto ai controlli e alle analisi del caso, è risultato negativo al virus che ha messo in ginocchio la Cina e ora potrebbe salire su quest’aereo in partenza oggi.

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L’OPERAZIONE
Una nuova operazione interministeriale tra Difesa, Sanità, Cabina di regia dell’unità di crisi della Farnesina e governo inglese. Perché il boeing messo a disposizione batte bandiera britannica. Da quello che risulta, il volo militare - unica fattispecie a poter entrare nell’Hubei - ha il compito di riportare in Europa non solo alcuni italiani. Tra i passeggeri dovrebbero esserci anche diversi cittadini inglesi. IL PERCORSO Tant’è vero che l’aereo atterrerà a Londra e il governo italiano, a quel punto, con un altro volo andrà a prendere i connazionali. Diversi passaggi dunque per un’operazione pianificata in ogni dettaglio che dovrebbero esaurirsi nella giornata di domani quando sarà previsto un altro trasferimento immediato da Londra a Roma.

 

 


L’atterraggio a questo punto dovrebbe tenersi, come per il primo rimpatrio, all’aeroporto militare di Pratica di Mare. Da qui i nove italiani, che non erano rientrati il 3 febbraio per una molteplicità di fattori, saranno scortati fino all’ospedale militare del Celio dove quasi certamente trascorreranno due settimane fino al 23 febbraio. Anche per loro sarà attivata la quarantena per scongiurare qualsiasi contagio. Ma perché al Celio? Nella città militare della Cecchignola - da cui è stato trasferito all’ospedale Spallanzani un ricercatore 35enne della provincia di Reggio Emilia risultato positivo al test sul coronavirus - non ci sarebbe sufficiente spazio per ospitare anche loro. Al Celio i nove passeggeri saranno sistemati al primo piano del padiglione 15 che già nelle scorse settimane era stato liberato proprio in funzione dell’ospitalità da fornire a chi tornava dalla Cina e doveva restare in osservazione. Gli italiani, come avviene alla Cecchignola, saranno sottoposti agli esami di routine e nel caso dovesse palesarsi un contagio, sarà poi quasi certamente attivato il trasferimento per lo Spallanzani.

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GLI STUDENTI
Intanto ieri hanno fatto ritorno in Italia gli ultimi 87 studenti che si trovavano in Cina con il progetto “Intercultura”. Tredici ragazzi che erano ad Hong Kong sono rientrati in Italia mercoledì mentre quelli che sono atterrati ieri, e che si trovavano dallo scorso agosto in Cina per l’inizio dell’anno scolastico, sono arrivati negli scali internazionali cinesi, da lì hanno fatto tappa ad Hong Kong poi a Londra, per finire negli scali italiani. «Erano molto stanchi per il viaggio, sollevati e contenti di vedere le loro famiglie, ma anche dispiaciuti per aver interrotto un’esperienza che pensavano di portare avanti per tutto l’anno scolastico - fa sapere all’Adnkronos un portavoce di Intercultura - Le famiglie che li ospitavano li hanno invitati a tornare appena l’emergenza sarà rientrata». Sorpresa poi per una delle studentesse che ieri ha compiuto 18 anni: la sua famiglia le ha fatto trovare all’aeroporto una torta per festeggiare così rientro e compleanno. 

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