Insistono con l'opzione Covid zero in Cina. I cinesi sono per l'eradicazione del virus attraverso lockdown sistematici e rigidissimi che comportano sacrifici ma anche la morte delle attività economiche. Si sta alzando il livello del malcontento, però. Si registrano significativi problemi di natura logistica: interi territori dove non arrivano i rifornimenti di cibo e altri prodotti. A Shanghai, dove ci sono 25 milioni di cinesi in lockdown, le persone stanno scendendo in strada a protestare, e a cercare alimenti. In un servizio trasmesso dalla Cnn, la corrispondente spiega che ci sono proteste e situazioni al limite come malati di cancro che avrebbero bisogno di andare in ospedale per seguire la chemioterapia e che invece non possono uscire di casa.
Shanghai's 25 million people under lockdown indefinitely. Chinese social media shows some breaking out of lockdown to protest, chanting: "we want freedom"; "why are you starving us?"
Much of the dissent is censored. Most of videos in our story were erased from the internet @cnn pic.twitter.com/QUHrfqEhiG— Selina Wang (@selinawangtv) April 6, 2022
I social media hanno mostrato le scene di bambini positivi separati dai genitori.
Quanti contagi ci sono in Cina? Nella giornata di ieri, la sola Shanghai ha segnalato 1.015 nuovi casi confermati di Covid-19 e 22.609 asintomatici, tutti a trasmissione locale. Al momento sono in corso tamponi di massa a tappeto su tutto il territorio cittadino. Nel solo Lazio, per dire, ieri si contavano 6.849 nuovi positivi.
Eppure la Cina non vuole farsi trovare impreparata. Shanghai ha costruito oltre 100 ospedali di emergenza per il trattamento del Covid-19 con più di 160.000 posti letto. Lo ha fatto sapere oggi il governo municipale in una conferenza stampa. Nella megalopoli cinese vi sono anche otto ospedali designati con oltre 8.000 posti letto e nel corso del fine settimana ne entreranno in funzione altri.
Gli Stati Uniti sconsigliano i viaggi in Cina. La raccomandazione è arrivata nelle ultime ore dal Dipartimento di Stato Usa in relazione alla nuova ondata di contagi da Covid-19 e alla dura politica della Cina per contenerne la diffusione. L'invito ai connazionali è a «ripensare i viaggi nella Repubblica popolare cinese a causa dell'applicazione arbitraria di leggi locali e restrizioni relative al Covid-19», a «non viaggiare» verso la provincia di Jilin, Shanghai e Hong Kong «a causa delle restrizioni relative al Covid-19, compreso il rischio che genitori e figli possano essere separati».
Per l'ex colonia britannica sempre più nell'orbita di Pechino viene segnalata «l'applicazione arbitraria di normative locali». Autorizzata la «partenza volontaria» per lo staff diplomatico non essenziale a Shanghai e per i familiari. La città è tra le più colpite dalla nuova ondata di contagi, con le città di Shenyang e Changchun, nel nordest della Cina.
La politica del Covid zero
È una scelta, quella cinese. La scelta di combattere un virus molto insidioso attraverso politiche che limitano la libertà e che incidono sulla sfera pubblica e privata dei cittadini. Il drone che passa gira tra i grattacieli cinesi, di notte, divulga un ordine molto preciso ai residenti: «Si prega di rispettare le restrizioni Covid. Controlla il desiderio di libertà della tua anima. Non aprire la finestra e non cantare». Anche in Cina andare sul balcone a cantare ha rappresentato un modo alternativo di fare comunità. E anche di protestare contro il regime Covid zero scelto dal governo cinese.
Nelle precedenti ondate di Covid, la strategia dei test di massa e delle quarantene dei casi positivi, insieme a chiusure parziali e restrizioni alle frontiere, era stata in grado di superare la diffusione del virus. Omicron e i suoi sottotipi hanno scombinato questa strategia. La variante Omicron, evidentemente, si muove più velocemente dei metodi ideati dalla Cina per controllarlo.
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