Afghanistan, a Fiumicino il rientro dei primi italiani: quarantena per 74

Afghanistan, a Fiumicino il rientro dei primi italiani: atterrato il volo da Kabul
Afghanistan, a Fiumicino il rientro dei primi italiani: atterrato il volo da Kabul
di Flaminia Savelli
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Lunedì 16 Agosto 2021, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 00:10

Sono atterrati in 74 dal primo aereo patito ieri dall’Afghanistan. Si tratta di personale diplomatico ed ex collaboratori afghani recuperati nell’operazione “Aquila omnia”, il piano di recupero organizzato per riportare in patria il personale dell'ambasciata italiana e gli ex collaboratori afghani. Ad attendere i passeggeri al Terminal 5 del Leonardo Da Vinci, si sono presentati delegati del Ministero degli Esteri e squadre blu delle Uscar.

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Le operazioni sono state pianificate e dirette dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), comandato dal Generale di Corpo d'Armata Luciano Portolano, ed eseguito dal Joint Force Headquarter (JFHQ), elemento operativo del COVI con la collaborazione per la prima accoglienza e il supporto sanitario della Croce Rossa.

Per il trasporto alle future destinazioni sono stati attivati i pullman dell’Esercito Militare.

Le destinazioni

Le 74 persone a bordo del volo messo a disposizione dall'Aeronautica Militare  seguiranno le procedure anti-Covid effettuando il tampone eseguito dal personale della Croce Rossa. I 54 italiani del personale diplomatico è stato affidato alla Farnesina che ha disposto la quarantena alla Cecchignola. Mentre i 20 ex collaboratori afghani saranno presi in carico dalla Difesa e destinati al centro logistico militare di Roccaraso. Per loro dunque è stata prevista la quarantena di 10 giorni nella struttura dell'Esercito a Roccaraso, in Abruzzo. Al termine della quarantena saranno quindi inseriti nel programma di accoglienza e integrazione del Ministero dell'Interno.

Un medico: ci cercano casa per casa

«Abbiamo lasciato Kabul distrutta, dopo 20 anni abbiamo fallito totalmente». Lo dice un medico afghano che lavora per l'agenzia italiana della cooperazione e lo sviluppo che è atterrato a Fiumicino. «Abbiamo lasciato gente in Afghanistan senza sapere cosa gli accadrà - continua - i nostri colleghi stanno morendo lì, i talebani stanno girando casa per casa, cercano i miei colleghi». «Il futuro dell'Afghanistan va chiesto a chi per 20 anni è stato lì - aggiunge il medico - chi ha collaborato con noi sta per morire, ci sentiamo traditi. Noi siamo sicuri ma abbiamo lasciato migliaia persone e famiglie che rischiano la vita, senza medicine, senza cure. Un disastro totale».

 

«Ho il cuore infranto»

«Sono stato 11 anni in Afghanistan. Ho visto all'inizio la speranza di un paese che poteva rifiorire, ora vediamo un Paese con il cuore in gola. Adesso la situazione è peggiorata ulteriormente». A dirlo Pietro del Sette, che si occupa di cooperazione e sviluppo dell'agricoltura, rientrato poco fa in Italia. «La speranza - aggiunge - è che la componente dell'aeroporto militare riesca a portare a termine le operazioni di rimpatrio. La previsione è di portarli tra stasera domani e dopodomani». Mentre un altro italiano, esperto in logistica e lavoro, dice con la voce spezzata: «ho il cuore infranto».

L'afghano: ci sentiamo traditi

«Ci sentiamo traditi. I nostri collaboratori hanno creduto in noi e ora sono abbandonati e rischiano a vita. Abbiamo lasciato collaboratori a Kabul e non sappiamo ora come aiutarli, come dobbiamo fare. Donne che non possono muoversi, che hanno collaborato con noi , che abbiamo formato, ostetriche, medici, che lavoravano con noi ed ora sono abbandonati. I nostri ospedali sono abbandonati, non hanno farmaci, e malati muoiono. Bambini che non hanno da mangiare. La situazione è gravissima. Io sono un medico rifugiato che ha collaborato a progetti sanitari a Kabul e nelle province. Abbiamo costruito progetti ed ora sono abbandonati. Avevo creduto molto nella transizione ed ora sono deluso». Lo ha detto un medico afghano che lavora con l'agenzia italiana per la Cooperazione e si trovava sull'aereo arrivato oggi a Fiumicino proveniente da Kabul.

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