Dopo una vita di inseguimenti, spari e intrighi internazionali, persino James Bond cederà lo scettro di agente segreto più famoso del mondo, a una donna. Non se ne abbia a male Ian Fleming, la rivoluzione è in atto. Ma dalla finzione alla realtà, il salto è ancora lungo. «All’inizio mi hanno chiesto di diventare operativa - racconta una 007 con molti anni di esperienza - perché una coppia dava meno nell’occhio, soprattutto quando c’è da pedinare qualcuno». Poi, si è scoperto che la capacità di tessere relazioni è una dote molto femminile, così come la capacità di ascolto, e i ruoli di vertice sono stati sempre di più occupati da donne: dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese alle due vice capo della Polizia Maria Luisa Pellizzari (vice capo vicario) e Maria Teresa Sempreviva, da Nunzia Ciardi direttore della Polizia postale a Daniela Stradiotto, direttore delle Specialità. Sicché oggi possiamo dire che la tutela della sicurezza dei cittadini italiani è in buona parte affidata alle donne.
«Nel corso della mia lunga carriera - osserva la ministra Lamorgese - sono stata testimone dei passaggi graduali ma costanti che hanno promosso il ruolo delle donne nell’amministrazione dell’Interno, anche con riferimento alla gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico nei territori. Oggi i prefetti donna sono circa il 37% del totale, mentre la quota dei viceprefetti arriva al 62%. Questi dati confermano come al Viminale si sia potuta affermare la propensione di tante donne, anche nelle più importanti posizioni di vertice, alla gestione di nuovi modelli operativi e alla loro capacità di sviluppare stili di leadership basati su approccio pragmatico e concreto rispetto ai problemi». Ma il suo salto più lungo l’Italia lo ha fatto di recente, anche se in ritardo rispetto all’Inghilterra, a Israele, agli Stati Uniti: il governo Draghi ha nominato la sua “M”, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni, al vertice del Dis, il Dipartimento che coordina l’intelligence italiana. Lascia il ruolo di segretario generale della Farnesina, dove è arrivata - neanche a dirlo - prima donna nella storia del ministero degli Esteri.
LE CAPACITÀ
Quote rosa a parte - delle quali molte signore non amano sentir parlare - quali sono le peculiarità di queste esperte di sicurezza e intelligence? L’ambasciatore Giampiero Massolo è stato per quattro anni direttore del Dis, dal 2016 è presidente di Fincantieri e dell’Ispi. Sotto la sua direzione hanno lavorato moltissime 007. A loro riconosce particolari meriti. «Il lavoro di intelligence - dice - è basato su diversi aspetti: comprensione delle situazioni, empatia, intuito, capacità di leggere l’interlocutore e, per la mia esperienza, devo dire che queste qualità le vedo tutte nelle donne con le quali mi è capitato di lavorare.
L’UGUAGLIANZA
Donne, madri, detective, obbligatoriamente multitasking: in cosa consiste la parità? «La tematica dell’uguaglianza è fuorviante - chiarisce Maria Caterina Federici, professore ordinario di Sociologia della sicurezza all’università di Perugia - Non siamo uguali, siamo diversi, ma c’è una specificità delle donne soprattutto nell’intelligence. La donna ha una capacità di scegliere le informazioni, e ancora di più ha la capacità di raccolta delle informazioni, perché riesce a far parlare le persone, perché cattura la fiducia, spesso è empatica, si mette nei panni dell’altro e sa suscitare nell’altro la voglia di dire, di raccontare. In passato la donna veniva utilizzata solo come forma di raccolta delle informazioni, oggi uomini e donne raccolgono le informazioni, e le donne lo fanno meglio. La società si è femminilizzata, gli uomini hanno scoperto che il bello, l’estetica, il sentimento, possono convivere anche nei rapporti di lavoro più duri. In tutto questo le donne riescono a essere affascinanti, sorridenti e pure brave. Voglio pensare che abbiamo scoperto che c’è un mondo femminile che può dare di più. C’è ancora tanto da fare - questo sì - il cambiamento culturale è duro e lungo. Ma negli ultimi tempi l’accelerazione c’è stata». Allora, professoressa: siamo più sicuri con le donne? «Direi proprio di sì».