Le friulane, passione anche d'estate di giorno e di sera

Le friulane, passione anche d'estate di giorno e di sera
di Silvia Cutuli
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Mercoledì 22 Giugno 2022, 13:58 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 19:47

Entrare nel vivo dell’estate a passo felpato, camminando a piedi, quasi nudi, in città come al mare.

Il momento è propizio per scendere dai tacchi, puntando sulla comodità chic delle friulane, scarpe pantofola dall’allure spensierata, un po’ dandy, un po’ radical chic. Ultra-flat e super leggere sono l’alternativa estiva a ballerine ed espadrillas, freschissime in lino o in versione da sera ricoperte di broccati e ricami preziosi. Di fatto le papusse da città, altro che noiose pantofole, sono realizzate in materiali pregiati, super creative, e un tantino esibizioniste. Osannate dalle reginette di Instagram per una pausa relax da platform svettanti, alleggeriscono il passo e insieme il look regalando un appeal brioso a capi casual o outfit ultra chic.

LA STORIA

 Quali gli abbinamenti vincenti? La vetrina dei social premia, per il giorno, l’accoppiata con jeans e camicia dalle maniche leggermente a sbuffo; per la sera perfette con abiti lunghi dall’aria vagamente bohémien. E pensare che in origine, chiamate “furlane”, nacquero come scarpe povere per mano delle contadine del Friuli nell’800, riciclando per le tomaie scampoli di tessuto cuciti a mano con lo spago, e per le suole vecchi copertoni di bicicletta. Arrivate poi a Venezia finirono subito ai piedi dei gondolieri che se ne innamorano dal momento che la loro caratteristica suola antiscivolo non rovinava la vernice di pece che ricopriva il legno delle gondole. Leggenda vuole che i nobili del tempo le indossassero durante le loro fughe amorose notturne per via delle suole “ silenziose”; apprezzate allo stesso modo da artisti e intellettuali per il loro fascino cosmopolita. Oggi nel solco della tradizione e del fatto a mano, le friulane escono dalle botteghe e diventano alleate dei nostri outfit estivi, rivestendosi per la bella stagione di tonalità sgargianti e tessuti a fantasia con tanto di decori di pietre e perline. «Per la spiaggia consiglio indubbiamente la Friù Marrakech, la friulana formato sabot portata con uno chemisier di cotone con spacchi laterali, cesta di paglia e baseball cap» suggerisce Giulia Campeol che nel 2010 ha fondato Allagiulia, marchio di “friù”, come ama chiamare i suoi modelli, di grande carattere. «Per il giorno in città la Friù Venezia ha la frangia nei velluti colorati o nel canvas rigato, da abbinare alla gonna midi di seta o di jeans con la camicia» spiega Campeol.

LA PANTOFOLA DI JUTA

 Per le sere d’estate? La pantofola di juta, portata con un abito nero o con un pareo lungo e una camicia bianca annodata alla vita.

Tutte giù per terra allora, anche se l’asfalto è rovente, come suggeriscono le sorelle, Viola e Vera Arrivabene Valenti Gonzaga, fondatrici di Vibi Venezia. «Era il 2015 quando ci siamo guardate negli occhi e abbiamo deciso di unire le forze creando un marchio che fosse il simbolo del nostro legame fraterno e dell’amore che ci lega a Venezia» dichiarano, rilanciando le pantofole della tradizione, dai modelli in cotone a righe marinière, alle versioni in seta, damasco e velluto per i party estivi. Per la nuova collezione primavera-estate 2022 ViBi Venezia ha poi collaborato con Emilia Wickstead, la designer di moda neozelandese basata a Londra, realizzando friulane in romantico cotone stampato floreale. Una gita a Venezia vale la sosta da Piedàterre, storico indirizzo delle friulane dal 1952 ai piedi del Ponte di Rialto: per questa estate il modello Modigliani è in velluto di cotone bicolore, verde salvia e fucsia tra le nuance d’effetto. Friulane a chilometro zero sono poi quelle di Roberta Segantin: «Le calzature realizzate a mano rappresentano un modo di essere e uno stile di vita», dice la titolare di Sentier a Treviso, con una linea di friulane e scarponcini da montagna nel solco della tradizione e dell’alto artigianato italiano. Viaggiano a passo spedito dai piedi di lei a quelli di lui, i modelli unisex di Emilio Pucci: la direttrice artistica Camille Miceli tratteggia un guardaroba nomade, friulane comprese. Dalla punta arrotondata mettono in valore un mix and match di fantasie geometriche, girandole, rombi, dalie e pesci attingendo con sguardo contemporaneo dagli archivi della Maison.

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