L'astrofisica Ersilia Vaudo, il tour per svelare la scienza: «Bambine, alzate gli occhi al cielo»

L'astrofisica Ersilia Vaudo, il tour per svelare la scienza: «Bambine, alzate gli occhi al cielo»
di Valentina Venturi
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Mercoledì 26 Gennaio 2022, 15:36 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 10:13

Le materie Stem rappresentano la straordinaria occasione di occupare spazi dove si immagina e si rende possibile il futuro e di contribuire alle grandi sfide di domani. Sono queste competenze che, negli anni a venire, faranno la differenza e non è possibile pensare ad un futuro che non includa i talenti di tutti». L’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta, Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea (Esa), ha fatto di questa idea di progresso una sua battaglia. E dall’urgente necessità – e volontà – di abbattere le barriere esistenti per le donne nelle carriere scientifiche, Vaudo ha dato forma ad una nuova missione “terrestre”: a febbraio 2021 ha fondato l’Associazione “Il Cielo Itinerante” che percorre l’Italia per fermarsi proprio laddove di solito le scienze non riescono ad arrivare. Il nome si ispira a “The Travelling Telescope”, progetto lanciato nel 2014 da Susan Murabana e Daniel Chu Owen: l’astrofisica africana e il marito hanno installato un telescopio su un’automobile e iniziato a girare tra i villaggi in Kenya per promuovere l’apprendimento delle scienze tra i bambini e le bambine, uno stimolo dell’immaginazione attraverso l’osservazione del cielo. Per Vaudo la scintilla si è accesa a settembre 2020 quando con Alessia Mosca dà vita al campo STEM “Forcella Brilla 2020”: per cinque giorni, quaranta tra bambine e bambini del quartiere napoletano delle scuole secondarie di primo grado si sono confrontati con esperienze “hands-on”, sporcandosi le mani e vivendo di persona la magia della scienza.

“Il Cielo Itinerante”, composto da un team al femminile, è il primo passo per una società con pari opportunità ed è spinto dalla convinzione che offrire a bambini e bambine l’occasione di proiettarsi in una dimensione più grande di sé sia il modo più concreto per lo sviluppo di uno spirito critico e autonomo. In fondo l’astrofisica incarna l’esempio tangibile di quanto i sogni non siano chimere irrealizzabili ma mete raggiungibili, per tutti e tutte. La sua storia parla chiaro: dalla laurea in Astrofisica all’università La Sapienza di Roma all’Agenzia Spaziale Europea dove lavora dal 1991 e oggi ricopre l’incarico di Chief Diversity Officer, mentre in passato si è occupata delle Relazioni Internazionali all’ufficio dell’Esa di Washington DC, curando in particolare le relazioni con la NASA e la liaison dell'ESA con il Canada e gli Stati Uniti. È inoltre membro di “International Women’s Forum” e di “Women in Aerospace Europe” e la curatrice della prossima 23a Esposizione Internazionale di Triennale Milano in programma a maggio dal titolo Unknown Unknows.

An Introduction to Mysteries” (Quello che non sappiamo di non sapere. Un’introduzione ai misteri). Una storia, la sua, che dimostra come si possa e si debba «puntare più in alto, fino alle stelle».

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