Stop al calo demografico: è questa la vera sfida dell'Europa. E il Sud Italia è pronto ad accogliere le nuove famiglie

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di Maria Latella
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Mercoledì 25 Maggio 2022, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 06:34

Parliamo di transizione verso un mondo digitale.

Giustamente mettiamo al centro dell’attenzione il climate change. Ma non ci sarà digitale e non ci sarà attenzione al climate change se la popolazione europea continuerà a diminuire». Sorrento, 13 maggio scorso. Ospite della ministra Mara Carfagna per l’evento “Verso Sud” organizzato con The House Ambrosetti, la vice presidente della commissione europea Dubravka Šuica, croata, fotografa con pragmatismo la situazione del continente: le idee camminano sulle gambe degli uomini e delle donne, ma se le gambe non ci sono perché scarseggiano gli esseri umani, di che parliamo?

I DATI

 Distratti da un lungo elenco di emergenze (ultime la pandemia e la guerra in Ucraina) non ci rendiamo conto del fatto che l’Italia, e con lei l’Europa, avrà sempre meno potere e sempre meno voce in capitolo perché sarà sempre più vecchia e con una popolazione sempre più ridotta. Quando l’India sforna un milione di ingegneri l’anno significa che ha un milione di giovani uomini e giovani donne con una preparazione tecnica in grado di far fare al Paese quel salto economico che l’Italia e in misura meno drammatica l’Europa, non riesce a fare. Per restare all’Italia. Secondo le previsioni Istat passeremo da 59,6 milioni (gennaio 2020) a 58 milioni nel 2030 fino a ridurci a 47 milioni nel 2070. E per un Paese non vale il titolo di una bella trasmissione Tv di qualche anno fa, “Meno siamo, meglio stiamo”. Non vale, a meno di essere la Norvegia e avere i giacimenti di petrolio.

IL TREND

Osservava a Sorrento la vicepresidente Dubravka Šuica: «Tra il 2000 e il 2019 la popolazione europea é aumentata solo grazie all’immigrazione ma nel contempo la percentuale di ultra ottantenni è passata dal 3 al 6 per cento».

Non solo: i pochi giovani che restano vengono attratti da Paesi dove li pagano meglio e dove (come per la forza di un magnete) finiscono per convergere i cervelli più brillanti. Possibile che ci si arrenda all’idea di un’Italia piccola e vecchia (e più avanti all’idea di un’Europa che si avvia verso la stessa fine) senza neppure provare a invertire il trend? Ci sono intere aree, penso alla Calabria Montana o all’Appennino dove piccoli e piccolissimi centri hanno quasi solo abitanti anziani. Ma vale anche per vaste zone della Francia e della Spagna.

LA SINDROME

 Ogni volta che si parla di declino demografico si finisce, volenti o nolenti, per puntare il dito in direzione delle coppie egoiste che (Francia a parte perché li se hai cinque figli non paghi tasse anche disponendo di un buon salario) a Sud come a Nord tendono sempre più a prolungare uno stato di eterni Peter Pan deresponsabilizzati. La verità è che il contesto economico e sociale non induce a quello stato di fiduciosa speranza per cui si decide: «Facciamo un bambino». L’Unione Europea ora sembra intenzionata a correre ai ripari e a Sorrento la vicepresidente Šuica ha annunciato l’adozione di un Care Package da dopo l’estate che, tra le altre misure presentate, punta a garantire vai bambini l’accesso alla cura quando sono piccoli e a una buona educazione dai sei anni in su. «Solo così - ha ammesso la vicepresidente - si riuscirà ad incoraggiare una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro».

GLI ORIZZONTI

 Il sud Italia ha tutte le carte per essere protagonista di un’inversione di tendenza. Ha una popolazione al momento ancora più numerosa e più giovane. Meglio sottolineare “al momento” perché le previsioni sono invece di un calo del 5,4 per cento nel medio termine. Ma tra smart working e nuovi lavori, maggior cura per l’educazione dei piccoli e dunque maggior benessere per le famiglie, abitare al Sud potrebbe diventare seducente, non solo per chi vi nasce ma anche per chi decidesse di trasferirsi a Sorrento o a Maratea da Helsinki o da Göteborg. Purché trovino almeno un po’ delle cose che lasciano a casa: buone scuole bilingue per i figli, un’offerta culturale più stimolante del sabato sera pizza e birra e Gruppi di coetanei con i quali fare comunità. La vicepresidente Šuica dice che l’Europa si è accorta del problema. Speriamo trovi davvero la soluzione.

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