Perdere peso, la ritenzione idrica si combatte con Aqua Armony, mix di yoga e pilates in piscina

Perdere peso, la ritenzione idrica si combatte con Aqua Armony, mix di yoga e pilates in piscina
di Maria Serena Patriarca
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 11:24 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 19:29

L'alleato migliore per tenersi in forma, potenziare l’equilibrio e preservare la salute delle articolazioni? L’acqua.

Non c’è stagione migliore dell’inverno per rigenerarsi immergendosi in piscina a una temperatura fra i 34 e i 35 gradi, e sciogliere tensioni muscolari e blocchi emotivi attraverso semplici sequenze di movimenti ispirate alle discipline olistiche orientali, allo yoga e al Pilates. La nuova tendenza del water training si chiama Aqua Harmony ed è adatta anche in gravidanza, per chi è in sovrappeso e per la terza età.

COME PREPARARSI

Per praticare Aqua Harmony l’ideale è una profondità di circa 120 centimetri (in modo da stare immersi fino al petto), in ambiente silenzioso con luci soffuse, e l’acqua deve avere una temperatura di almeno 31 gradi. Ogni lezione dura circa 40 minuti e i gruppi coinvolti, per conservare il giusto mood di questo workout acquatico, è meglio che non superino le 10 persone. All’inizio di ogni sessione il corpo prende confidenza con l’acqua calda eseguendo facili esercizi come l’apertura delle braccia, le fluttuazioni delle gambe, il sollevamento delle ginocchia al petto. Nella fase centrale della lezione si passa a sequenze di movimenti sempre dolci, lenti, rotondi ma più ampi, con avvitamenti e torsioni, utili a rafforzare la fascia muscolare sfruttando la resistenza dell’acqua e a fortificare le articolazioni. Tipico dell’Aqua Harmony è “disegnare” in acqua con le braccia e le gambe. Movimenti ondulatori ed esercizi in sospensione, anche con l’ausilio del tubo galleggiante, costituiscono il cuore della pratica. La conclusione dell’allenamento prevede almeno 5 minuti di stretching, che possono essere accompagnati da meditazioni guidate con tecniche di respirazione. Spiega Chiara Gambino, psicoterapeuta e insegnante di water yoga: «La pratica in acqua, con l’integrazione tra esercizi fisici, pause di respiro consapevole e mindfulness, è particolarmente indicata per le donne nelle varie fasi della vita: dalla gravidanza al post partum, dalla menopausa alla terza età.

In vasca il movimento è agevolato, al di là dei vincoli del peso corporeo o di difficoltà motorie e articolari. L’acqua facilita movimenti che a terra possono risultare faticosi o controindicati, come salti e corse». A differenza dell’aquagym, l’Aqua Harmony non mira al dimagramento e al modellamento fisico, ma alla consapevolezza del proprio corpo e alla riconquista di una corretta postura. Il vantaggio è che non si avverte fatica nel training, e la frequenza cardiorespiratoria aumenta meno velocemente. Il risultato? Si sviluppano coordinazione ed equilibrio, si rigenerano i tessuti (specialmente se in contesto termale), si contrastano cellulite, artrosi e ritenzione idrica (migliorando la circolazione del sangue), le catene muscolari si allungano e le articolazioni si mobilizzano senza sforzo.

GLI ESERCIZI

Sono molte le sequenze di ginnastica “flow” in acqua che si possono abbinare alla respirazione consapevole e a pratiche meditative. Come suggerisce la dottoressa Chiara Gambino, un esercizio che dona profonda armonia è quello denominato dell’Alga.

Ci si mette in vasca in posizione di grounding, con i piedi ben radicati al fondo della piscina: le ginocchia sono piegate e morbide, l’addome è sostenuto e le gambe sono parallele e leggermente divaricate; le braccia morbide lungo i fianchi. Poco a poco si prende consapevolezza del corpo e ci si focalizza sul respiro, sempre più lento e profondo (si inspira dalle narici e si espira con la bocca). Le ginocchia si “ammorbidiscono” sempre di più, e iniziare a oscillare delicatamente con il bacino, poi si liberano le braccia e le si lascia fluire liberamente, stile alga appunto. L’esercizio può proseguire portando le ginocchia al petto, abbracciandole con un braccio mentre con l’altro ci si tiene a galla e si sta dritte con la schiena, alla ricerca del proprio equilibrio. Si può concludere con la posizione del “morto a galla”, usufruendo del supporto di un tubo galleggiante dietro la schiena.

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