Writers marchigiani arrestati in India, domani la prima udienza a Mumbai

Imbrattatori per gioco, è arresto bis per i quattro writer delle Marche. Due sono marchigiani
Imbrattatori per gioco, è arresto bis per i quattro writer delle Marche. Due sono marchigiani
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 6 Ottobre 2022, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 11:16

ANCONA-  Domani a Mumbai si svolgerà l'udienza che potrebbe convalidare l'arresto per i quattro writer italiani fermati in Gujarat, accusati di avere dipinto su carrozze della metropolitana: i writer, tra cui due marchigiani Sacha Baldo, e Paolo Capecci, hanno nominato un unico legale italiano che sarà affiancato da un avvocato indiano presente all'udienza. Oggi riceveranno la visita di esponenti del Consolato italiano di Mumbai, che li sta seguendo dall'inizio della vicenda e riceveranno abiti puliti, riviste, libri e cibo. L'udienza di domani ha tre possibili scenari: il più favorevole è la chiusura del caso a fronte di un'ammenda monetaria, che permetterebbe l'immediata libertà. In caso di rinvio a giudizio i quattro potranno ottenere la libertà su cauzione oppure dover restare in carcere, in attesa del processo. 

​Graffitari al ragù, buontemponi capaci di richiamare nelle loro tag le tagliatelle alla salsa, come provano a difendersi loro dal momento dell’arresto.

Oppure - come sospettano le autorità di polizia indiane - writer organizzati, militanti della rete internazionale “Rail Goons” che ormai da tempo lascia il segno in diversi Stati dell’India, imbrattando vagoni alle stazioni della metropolitana con scritte come “Splash” (schizzo) o “Burn” (bruciare). L’azione estemporanea di quattro ragazzi giramondo, che volevano solo divertirsi, come giurano dall’Italia i familiari, cuori di mamma in ansia per i figli detenuti da domenica a seimila chilometri. O invece l’incursione di un commando organizzato “armato” pacificamente di bombolette spray, che ha scavalcato alle due notte il muro del deposito di Apparel Park, nella città di Ahmedabad, per dare il benvenuto, con i loro murales dipinti su due vagoni della metropolitana, al premier indiano Narendra Modi. Proprio il fatto che il primo ministro era atteso di lì a poche ore nella capitale dello stato federato del Gujarat, ha fatto drizzare le antenne agli investigatori della polizia criminale. Uno dei vagoni della metro verniciati dai writer, nuovo di zecca, doveva essere inaugurato dal premier sabato mattina.

Le alternative

Sono appese tra queste alternative, un gioco da ragazzi o un raid da agitatori politici, le sorti giudiziarie dei quattro writer italiani trattenuti in India da domenica in stato di detenzione, per i quali martedì per altro, secondo la stampa indiana, sarebbe scattato un secondo provvedimento detentivo, per un raid analogo compiuto a Mumbai il 26 settembre. Notizia che ieri non ha trovato conferme ufficiali presso la Farnesina, ma che sarebbe già stata riferita alle famiglie ed è stata riportata in India con una ricchezza di particolari tale da sembrare ispirata da fonti di polizia. Rischia dunque di complicarsi la posizione dei due marchigiani - Sacha Baldo, 29 anni, originario di Monte San Vito (An) e Paolo Capecci, 27 anni, di Grottammare (Ap) - e degli abruzzesi Gianluca Cudini, 24enne di Tortoreto, Daniele Stranieri, 21enne di Spoltore. La prima udienza dopo l’arresto, prevista martedì, è stata rinviata a venerdì proprio perché gli inquirenti vogliono verificare se i quattro fanno parte di una rete internazionale di writers che lancia messaggi in codice, protagonista in India di altre incursioni nelle stazioni della metro.

The Indian Express


Secondo quanto riportato dal sito online The Indian Express, martedì la polizia di Mumbai avrebbe formalizzato un secondo provvedimento d’arresto, ritenendo che i quattro italiani lunedì della scorsa settimana, alle 4 e 35 di notte, siano penetrati nei locali del deposito della metropolitana di Mumbai, a Charkop, nel tentativo di deturpare le carrozze della metropolitana. Le telecamere della videosorveglianza hanno filmato degli uomini vestiti di nero, incappucciati e con dei borsoni, che però all’arrivo delle guardie sono scappati. Per la polizia sarebbero proprio i writer italiani. Dopo il fallito raid del 26 settembre a Mumbai, dunque, i quattro ci avrebbero riprovato, stavolta con successo, ad Ahmedabad, entrando nei locali della metro, dove venerdì notte hanno spruzzato graffiti su due autobus. Sono stati catturati domenica dalla polizia criminale e mandati in custodia giudiziaria da un tribunale di Ahmedabad. 

Sono sospettati (ma nessuna accusa è stata ancora formalizzata) anche di un’incursione a Kochi, nello Stato meridionale del Kerala, dove mesi fa i writer avevano imbrattato i vagoni con scritte simili a quelle comparse nella metro di Ahmedabad. Per quest’ultimo raid, i grattitari sono accusati di avere danneggiato una pubblica proprietà, causando un danno di 50 mila rupie (circa 600 euro) e di essersi introdotti in aree vietate al pubblico. Per il danneggiamento rischiano una multa e il risarcimento, ma il reato più grave è quello commesso infiltrandosi in zona proibita. Con quali obiettivi?

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