Viridis, intrigo contro i soci di minoranza. Accuse di infedeltà patrimoniale all’avvocato Paolo Tanoni e all’Ad Marino Cucca

Nell’acquisizione di un nuovo asset nel business dell’energia fotovoltaica gli amministratori della holding avrebbero escluso intenzionalmente la Pph Srl della famiglia Pesaresi, procurando un danno di oltre 1,5 milioni

Viridis, intrigo contro i soci di minoranza. Accuse di infedeltà patrimoniale all’avvocato Paolo Tanoni e all’Ad Marino Cucca
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 7 Aprile 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 08:39

ANCONA - Un ribaltone dell’assetto societario, consumato mentre si stava perfezionando un’importante acquisizione, avrebbe danneggiato un socio di minoranza, escluso dall’affare che prometteva plusvalenze per circa 7 milioni di euro, a vantaggio di altri. Per questa operazione, ispirata e avallata nel maggio 2020 come presidente del Cda di Viridis Energia Srl, l’avvocato Paolo Tanoni, 65 anni, di Recanati, dovrà affrontare un processo al tribunale penale di Roma per il reato di infedeltà patrimoniale. Insieme al legale recanatese, un esperto di diritto societario inserito nei Cda di importanti aziende marchigiane, è imputato il suo braccio destro Eugenio Marino Cucca, chiamato in causa come amministratore delegato della stessa Viridis Energia, protagonista nel mercato delle energie rinnovabili, e di altre partecipate attraverso le quali la capogruppo gestisce centrali elettriche e termiche alimentate da fonti alternative, in particolare impianti fotovoltaici.

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Ingiusto profitto


A entrambi viene contestato di aver agito in una situazione di conflitto di interessi, «al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto o altro vantaggio». Sullo sfondo del processo si stagliano infatti i rapporti ormai deteriorati, tanto da aver portato a una rottura di fatto, tra i soci della Viridis Energia, holding costituita nel 2010 dall’imprenditore anconetano Mario Pesaresi con i conti Antonio e Lorenzo Lazzarini di Morrovalle e con l’avvocato Paolo Tanoni nel settore delle energie rinnovabili. La famiglia Pesaresi - nonostante un accordo per la fuoriuscita dalla società che non si è perfezionato, impugnato con un arbitrato tuttora pendente - detiene ancora tramite Echidna il 25% della holding, mentre la famiglia Lazzarini è proprietaria del 50% con Lagi Energia 2006, a cui si affianca un restante 25% in capo a Hfn Spa, società dell’avvocato Paolo Tanoni, legale di riferimento della famiglia Lazzarini. Solo che Tanoni e Cucca – secondo accuse ancora da dimostrare in dibattimento – proprio in un delicata fase di transizione, nel perfezionare l’acquisizione societaria, avrebbero fatto gli interessi propri e dei soci di maggioranza, a danno della famiglia Pesaresi, che prima della rottura dei rapporti tra soci curava la parte operativa dell’azienda, mentre Lagi e Hnf svolgevano un ruolo più propriamente di investitori di capitali. Il processo a Tanoni e Cucca inizierà il 6 luglio prossimo e già in sede di udienza preliminare si è costituita parte civile la società che ritiene di aver subito danni e mancati profitti per oltre un milione e mezzo di euro dalle condotte dei due imputati.

L'avvocato Paolo Tanoni


Soci al 20%
Si tratta della Pph Srl, sede a Milano ma anconetana nel capitale e nelle persone che la guidano, di cui è legale rappresentante e amministratore unico Paolo Pesaresi, primogenito di Mario, imprenditore molto conosciuto anche come presidente di Fondazione Marche. Socia di minoranza di Viridis Energia, la Pph partecipa con una quota del 20% alle società veicolo del ramo fotovoltaico, denominate Vrd, attraverso le quali la capogruppo avvia o acquisisce impianti di produzione di energia rinnovabile, ne implementa il valore e poi li cede a terzi con margini di profitto che l’hanno collocata dei protagonisti del mercato nazionale. È con una di queste società, la Vrd 23 Srl, che la Pph di Pesaresi avrebbe dovuto partecipare all’operazione Piquadro, per l’acquisizione di due impianti fotovoltaici ad Acqualagna, in provincia di Pesaro Urbino. 


Il preliminare
Già tra il gennaio e il maggio del 2019 – si ricorda in una denuncia-querela presentata nel giugno 2020 dalla Phh di Paolo Pesaresi attraverso lo studio legale Sangiorgio di Milano, nei confronti del dottor Cucca - si erano poste le basi di un’operazione, gestita direttamente da Pesaresi con il suo manager di fiducia Claudio Gigli, che avrebbe dovuto portare all’acquisizione del 100% delle quote di Piquadro dall’immobiliare Sartori da parte di Viridis Energia e Pph. Prima una lettera d’intenti, poi dopo una due diligence, la conferma della volontà di procedere all’acquisto. L’acquisizione di Piquadro avrebbe potuto fruttare, secondo le stime della Vrd23, una plusvalenza di 7 milioni nel 2022, intesa come differenza tra il valore all’acquisto e quello di cessione a terzi dopo l’implementamento e il potenziamento degli impianti. Secondo la ricostruzione di Pph - ritenuta dal gip del tribunale di Roma Roberta Conforti meritevole di essere approfondita in un dibattimento - nei rapporti interni tra i soci di Viridis e la Pph si era deciso che l’operazione sarebbe stata perfezionata attraverso la società veicolo Vrd 23 Srl, detenuta al 20% da Paolo Pesaresi. 
Il 18 dicembre 2019 era stato firmato un accordo quadro con la Immobiliare Sartori per l’acquisto della Piquadro a 4,25 milioni.

Come caparra la Vrd 23 aveva corrisposto due assegni per un totale di 800mila euro (alla cui provvista aveva contribuito con 170mila euro la Pph) ottenendo un pegno sulle quote di Piquadro. 

Ma appena due giorni dopo la stipula del contratto preliminare, i soci di maggioranza Viridis (Lazzarini e Tanoni) decisero di revocare il dottor Paolo Pesaresi e il dottor Claudio Gigli dalla carica di amministratori, «in assenza di qualsiasi giusta causa - si lamenta nella denuncia di Pph - e senza porre la delibera all’ordine del giorno». Tanoni subentra come presidente di Viridis, Cucca nel ruolo di amministratore delegato e rappresentante legale. Il mutamento della governance interesserà poi anche le società controllate, tra cui la Vrd 23, di cui Cucca diviene amministratore delegato al posto di Gigli. 
Proprio Cucca, ricordano i soci di minoranza, avrebbe dovuto dar seguito all’esecuzione dell’accordo preliminare per l’acquisizione di Piquadro, prevista per il 31 marzo 2020. Ma il 18 maggio successivo, con una verifica del registro delle imprese, il dottor Paolo Pesaresi scopre che la società Piquadro la settimana precedente era stata sì acquisita, con atto di cessione davanti a un notaio di Roma (da qui la competenza della magistratura capitolina), ma non da Vrd 23, bensì da un’altra società, la Vrd 26, costituita il 3 aprile, con stessa sede sociale della 23, amministrata da Cucca e partecipata soltanto da Viridis Energia, escludendo dall’affare la Pph.


Il dirottamento
Con questo dirottamento dell’acquisizione di Piquadro, da Vrd 23 alla neocostituita Vrd 26, in un colpo solo il socio di minoranza Pph di Pesaresi ci avrebbe rimesso oltre un milione e mezzo di euro. Anzitutto perdendo l’asset Piquadro ha visto dissolversi la propria quota di pluslvalenza, un quinto dei 7 milioni attesi dall’operazione, dunque 1,4 milioni. Poi i 170mila euro di provvista, con cui aveva finanziato il rilascio della caparra da 800mila euro. Per altro nella denuncia si sottolinea che nell’atto di vendita “artatamente” si sia indicato che la caparra era stata versata dalla parte acquirente (la Vrd 26) mentre in realtà era stata la Vrd 23 (dunque anche Pesaresi) a versare i due assegni. 


La revoca dei vertici
Una prospettazione dei fatti, quella della Pph, condivisa dalla Procura di Roma, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per infedeltà patrimoniale non solo dell’Ad Marino Eugenio Cucca (per aver intenzionalmente estromesso dall’affare Piquadro la Vrd 23, causandole un rilevante danno patrimoniale) ma anche dell’avvocato Paolo Tanoni, in qualità di presidente di Viridis Energia. Al legale recanatese si contesta di aver agito “in qualità di mandante e concorrente morale e materiale”. Il ruolo di Tanoni, nel dirottamento dell’operazione Piquadro verso la Vrd 26 (di cui era socio tramite Viridis) sarebbe emerso da documenti acquisiti dalla procura. I legali dei due imputati in udienza preliminare avevano chiesto, invano, il “non luogo a procedere”. In una memoria difensiva depositata dall’avvocato Carlo Enrico Paliero, che con il collega Roberto Rampioni difende Tanoni, si sostiene in sostanza che la condotta addebitata all’Ad Cucca (e a Tanoni come concorrente nel reato) «insisterebbe non già su beni sociali (come invece richiesto dalla norma) bensì su mere chance si profitto». Quanto al danno patrimoniale, sarebbe insussistente, perché secondo le difese non c’è stata una diminuzione reale del patrimonio sociale, e anche la caparra sarebbe stata restituita prima della stipula del contratto. Parola ai giudici del tribunale, a partire dal 6 luglio. In attesa del processo, la Pph ha intanto ottenuto il sequestro delle quote della Piquadro, per un importo equivalente di 3,9 milioni.


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