All’asta l’ex Lancisi. Obiettivo: cancellare 19 anni di degrado. Gli Ospedali Riuniti ritentano con la vendita: ecco da quanto si parte

L'ingresso dell'ex ospedale cardiologico Lancisi
L'ingresso dell'ex ospedale cardiologico Lancisi
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 25 Aprile 2022, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 07:51

ANCONA - Due mesi, per non tradire le aspettative. La delibera che annuncia la procedura di vendita dell’ex Lancisi converte converte in azione un impegno preso.

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Per cancellare diciannove anni di degrado, una ferita aperta nel quartiere dorico di Borgo Rodi, gli Ospedali Riuniti, proprietari dell’immobile di via Baccarani, hanno pubblicato l’atto sull’Albo pretorio.

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La pratica per bandire un’asta pubblica, a partire da una base da 2,7 milioni, e dare nuova vita alla struttura, ormai fatiscente, che ospitava il vecchio Cardiologico, comprende altri due lotti. Sono in cerca di destinazione anche una casa colonica in via Tronto, a Torrette, per 46mila euro, e un appartamento con ingresso indipendente in corso Amendola, sempre nel cuore di Ancona, con una cifra di partenza di poco più di 100mila euro. Entro questa settimana il provvedimento verrà pubblicato sul Bur e sulla Gazzetta Ufficiale e, dalla data dell’ufficialità, gli interessati avranno un mese di tempo per lanciare le loro offerte. Per recuperare il tempo perduto, le buste con cifre e requisiti verranno aperte il giorno successivo a quello della scadenza.


Le priorità 
Due mesi e la soddisfazione di aver rispettato i patti. Per Antonello Maraldo metodo e principi si mescolano. «La stabilizzazione della situazione Covid ci ha permesso di riprendere il filo di situazioni rimaste sospese, tra le quali l’adozione del Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione. Anche l’alienazione dell’ex Cardiologico era tra le priorità degli Ospedali Riuniti. Per serietà, e soprattutto per restituire decoro a una parte della città alla quale vogliamo rivolgere tutto il nostro riguardo». Il direttore amministrativo fissa il traguardo successivo: «Entro fine giugno vorremmo chiudere l’odissea dell’ex Lancisi».
Incrocia le dita, Maraldo. «La speranza è che questa volta l’asta non vada deserta».

Un timore che dovrebbe essere scongiurato dal fatto che, anni addietro, era stato sciolto il nodo più stretto, vincolante: su quella struttura non pesano più i limiti della destinazione urbanistica. Ovvero, quell’edificio cadente non è riservato solo all’edilizia sanitaria. Per ridare vita a quello spazio logorato, l’elenco delle possibilità offerte è vario e dettagliato: abitazioni, uso commerciale, studi privati, sedi istituzionali e amministrative, attrezzature socio-sanitarie o culturali. Non sono esclusi, tra le ipotesi, i parcheggi attrezzati, il commercio al dettaglio, le scuole dell’obbligo e le strutture religiose. La variante stabilisce anche l’altezza massima concessa. Considerate le caratteristiche morfologiche dell’area e la vicinanza con il complesso storico della Lunetta Santo Stefano, con il piano di recupero il caseggiato non potrà svettare oltre i 18 metri a valle e i 7 a monte.


L’origine
Riavvolgendo il nastro della storia, la decadenza dell’ ex Lancisi iniziò nel 2003, quando il Cardiologico lasciò il quartiere di Borgo Rodi per riorganizzarsi a Torrette. Da allora furono diciannove anni di abbandono. Inevitabile fu il crollo del valore dell’immobile. Gli Ospedali Riuniti allora speravano che fruttasse oltre 5 milioni di euro, ma l’ultima stima dell’Agenzia del Territorio, che risale al 2019, stabilì che meritava appena 2,7 milioni. Una cifra ribadita anche nell’ultima delibera per eliminare quell’incubatore di incuria. Per sempre.


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