Vaiolo delle scimmie, primo caso sospetto nelle Marche: una mamma a Torrette, dimesso il figlioletto. Ecco dove erano stati

Vaiolo delle scimmie, primo caso sospetto nelle Marche: una mamma a Torrette, dimesso il figlioletto. Ecco dove erano stati
Vaiolo delle scimmie, primo caso sospetto nelle Marche: una mamma a Torrette, dimesso il figlioletto. Ecco dove erano stati
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 28 Maggio 2022, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 09:40

ANCONA - Primo caso sospetto nelle Marche di Monkeypox, il vaiolo delle scimmie. Una giovane donna, cittadina italiana di origine africana, residente a Loreto, è adagiata in un letto di Malattie infettive, a Torrette, nel reparto diretto dal professor Andrea Giacometti. La giovane s’era presentata al pronto soccorso dell’ospedale regionale di via Conca nella notte tra il 22 e il 23 maggio con alcune lesioni che le segnavano il corpo, febbre e linfonodi ingrossati. Subito è scattato l’allarme. 

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L’isolamento
I sanitari degli Ospedali Riuniti hanno fotografato quelle pustole di dubbia natura e spedito le immagini allo Spallanzani di Roma.

L’Istituto nazionale per le malattie infettive con un non risolutivo «può essere» non ha sciolto la prognosi. Inevitabile è stato predisporre il ricovero. In isolamento. Nessuna conseguenza, invece, per il figlioletto di quella donna, che era rientrata di recente da un viaggio in Francia dove s’era incontrata con gente di varie nazionalità, tra cui degli spagnoli. 


I sintomi 
Il bimbo, trasferito al pronto soccorso pediatrico Salesi, è stato dimesso poiché asintomatico: è già rientrato a casa, dalla nonna, dove resterà in isolamento precauzionale almeno per qualche giorno. Nel piccolo nulla rimandava al vaiolo delle scimmie: la temperatura corporea non era alterata, nessun dolore muscolare, né mal di testa, lombalgia, stanchezza o malessere generale. Niente pustole che potessero ingenerare alcun timore. L’incubazione tuttavia dura da una a tre settimane prima che si manifestino le vescicole, ovvero quelle lesioni cutanee che si riempiono di liquido - prima limpido, poi purulento - fino a evolversi, nei giorni, verso la crosta che talvolta lascia una cicatrice evidente. La trasmissione avviene attraverso il contatto, il che significa vicinanza stretta. Molto stretta. 


L’esclusione 
Tempo al tempo. Per sciogliere il nodo e stabilire se il Monkeypox che minaccerebbe l’organismo di quella giovane madre non sia nulla di più che un sospetto si devono attendere i risultati di una serie di esami di laboratorio per escludere altri virus che generano lesioni esantematiche, eruzioni cutanee. 
Un procedere per tentativi dettato dal fatto che il laboratorio di virologia di Torrette non ha ancora a disposizione il kit per analizzare il virus del vaiolo delle scimmie. «Arriverà ad Ancona, martedì prossimo», assicura Arturo Pasqualucci, il direttore sanitario degli Ospedali Riuniti. La data spartiacque. 
 

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