Marche, l’esempio dei sindaci anti Covid: «Noi vaccinati, non c’è altra strada»

I sindaci delle Marche invitano alla vaccinazione
I sindaci delle Marche invitano alla vaccinazione
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 21 Luglio 2021, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 10:20

ANCONA - Al di là di ogni bandiera di partito. L’appello dei primi cittadini marchigiani è unanime e trasversale: «Vaccinatevi, è l’unico modo per uscire dall’incubo Covid». I sindaci delle principali città marchigiane si sono già sottoposti tutti alla profilassi, senza mostrare il minimo dubbio e, interpellati dal Corriere Adriatico, hanno spiegato anche il perché.

Zero giri di parole per la fascia tricolore di Ancona Valeria Mancinelli: «certo che mi sono vaccinata, e già da due mesi. Mi sono prenotata il primo giorno in cui è stato aperto lo slot per la mia fascia d’età. L’unica via d’uscita sono i vaccini a tappeto; il resto sono chiacchiere inutili. Vaccinarsi non è solo un diritto, ma anche un dovere». 


L’obiettivo da raggiungere
Pensiero condiviso anche dal collega dem di Pesaro Matteo Ricci - fresco fresco di seconda dose, ricevuta lunedì – secondo cui «dobbiamo vaccinarci tutti perché occorre raggiungere al più presto l’immunità di gregge per tutelare i cittadini, rilanciare l’economia e per non chiudere nel mezzo di una stagione turistica che sta ripartendo. La libertà di ognuno finisce dove inizia quella degli altri». Ma, si diceva, non è una questione di appartenenza politica. Anche i sindaci dall’altra parte della barricata sottolineano l’importanza di un’ampia adesione alla campagna vaccinale. A partire dal primo cittadino di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, in quota Fratelli d’Italia che, pur sottolineando come «non possa esserci l’obbligo a vaccinarsi», punta l’accento sull’importanza di sottoporsi alla profilassi «per arginare la possibile diffusione delle varianti, che rischierebbero di essere deleterie non solo per la nostra salute e per il sistema sanitario, ma anche per l’economia e i rapporti sociali.

Ovviamente anche io mi sono sottoposto alla vaccinazione e mi auguro che i cittadini lo facciano il prima possibile». 


I rischi no vax
Ciclo completato, ad inizio luglio, anche per la fascia tricolore di Macerata Sandro Parcaroli, sotto il vessillo della Lega: «ci sono ancora molte persone da immunizzare, soprattutto nella fascia d’età over 60, e questo ci deve far riflettere, dato che sono i soggetti che hanno un maggior rischio in caso di contagio. Mi auguro che l’opera di sensibilizzazione e di informazione continui e che si possa presto uscire da questa difficile situazione grazie alla campagna vaccinale». 


L’evidenza
C’è poi chi l’incubo Covid l’ha vissuto sulla propria pelle, come il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro – vaccinato con doppia dose perché nel frattempo erano passati più di sei mesi dal primo tampone positivo – e vede nei sieri «l’unico modo concreto per scendere dall’inquietante giostra dei colori, dei lockdown, dei coprifuoco. Non sono un ultras dei vaccini, ma in questo caso non c’è un’alternativa credibile: quando chiedo a chi pone dubbi quale possa essere, infatti, le risposte sono piuttosto evanescenti». A dover fare i conti con il virus è stato anche il primo cittadino pentastellato di Fabriano Gabriele Santarelli, vaccinato con una sola dose proprio perché era stato positivo al Covid. «I numeri parlano chiaro: la stragrande maggioranza dei nuovi contagi coinvolge persone non vaccinate o, in parte minore, persone che hanno avuto solo una dose. Il virus circola a causa della presenza di numerose persone che hanno deciso di non vaccinarsi». 


Le reazioni
Si uniscono al coro i sindaci di centrodestra di Senigallia, Massimo Olivetti, e San Benedetto, Pasqualino Piunti, anche loro già immunizzati con i sieri: il primo si dice «convinto che solo il vaccino possa davvero portarci fuori dalla pandemia e farlo rappresenta un gesto di responsabilità verso gli altri, per contribuire al bene collettivo»; il secondo ricorda che il Comune da lui guidato ha «messo a disposizione anche un punto informativo per aiutare le persone a prenotare le dosi. San Benedetto è sempre in prima linea».

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